Il Codacons legge MOW e noi ne siamo onorati. Oppure non lo legge e allora siamo fortunati, che è la maniera modesta per dire, in gergo giornalistico, che “siamo sempre sul pezzo”. È accaduto con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a proposito delle manganellate agli studenti. Riaccade con Chiara Ferragni da Fabio Fazio. Bene (non benissimo come con Sergio Mattarella, ma bene). Come si sa, il “coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori”, con un esposto urgente al Tar del Lazio, chiedeva di bloccare l'intervista di Fabio Fazio a Chiara Ferragni nella trasmissione Che tempo che fa in onda sul Nove, perché temeva una mancanza di completezza delle informazioni e di imparzialità, così come era accaduto nell'intervista al Corriere della Sera, a firma di Giuseppe Guastella e Candida Morvillo. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso, con una motivazione che così possiamo riassumere: il futuro non si può prevedere (è pronto anche il ricorso di Gianmarco Aimi, caporedattore di MOW, che invece si fida ciecamente del Mago Otelma, e siccome Aimi ha davvero una capacità soprannaturale di prevedere quali saranno le notizie calde del giorno dopo, in molti siamo convinti che telefoni abitualmente al divin Otelma per farsi consigliare). Il Tar ha espresso il suo convincimento che in mancanza di una violazione, al momento solo “ipotetica”, non si possa intervenire sul palinsesto di Che tempo che fa (anche se il titolo del programma è ispirato alle “previsioni” del tempo). Ma il Codacons non molla. Così ha scritto una lettera aperta a Fabio Fazio in cui chiede al conduttore di fare specifiche domande a Chiara Ferragni. Però questa cosa l'aveva già fatta il direttore di MOW, Moreno Pisto, il 24 febbraio, anche lui in risposta all'intervista alla Ferragni del Corriere. Ne riportiamo alcuni passi: “In Italia c'è ancora spazio per un'intervista diretta, vera, scomoda? […] Nessuna domanda sulla Meloni che l'ha attaccata. Nessuna domanda sulla Lucarelli. Nessuna domanda sui bambini che utilizza costantemente sui social proprio nel momento in cui si riconoscono i danni dell'esposizione dei minori ai social. Nessuna sulle frasi che il suo ufficio legale ha scritto nel ricorso all'Antitrust (“e comunque ho dato una gran visibilità all’ospedale”). E nessuna domanda sui falsi follower!”.
Vediamo adesso quali sono le domande che il Codacons vorrebbe sentire rivolte da Fabio Fazio a Chiara Ferragni: “1) È vero che nei suoi profili non è da escludersi a priori l’esistenza di follower che lei ha comprato? 2) Perché per un periodo ha limitato i suoi profili impedendo la libertà di commento, e si leggevano solo quelli positivi? 3) È vero che ha chiesto di bloccare il profilo di una ragazza che l’ha criticata? Se si, perché? 4) In moltissimi momenti e post è vero che vestiva i suoi figli con le linee di abbigliamento Ferragni a lei riconducibili? Secondo Lei faceva pubblicità in quel momento? 5) Sul pandoro Balocco, ritiene che il contenuto del cartiglio faceva pensare all’acquirente che il ricavato andasse in favore dei bimbi malati? O comunque è in grado di escludere a priori questa possibilità? 6) Lei ha sostenuto nell’intervista al Corriere della sera che se si rende pubblica la beneficenza fatta si crea un “effetto emulativo”. Perché allora nel contratto con Balocco per il pandoro “Pink Christmas” ha fatto inserire l’obbligo di non comunicare in alcun modo all’esterno la notizia sulla donazione? 8) perché, subito dopo lo scoppio della vicenda Balocco, sono stati cancellati dai suoi profili social i post sulle uova di Pasqua, anch’esse vendute per beneficenza e finite al centro dell’inchiesta della Procura?”. Notate qualche somiglianza con l'articolo di Moreno Pisto? Sì, anche io, ieri, ho un po' cazzeggiato con le domande che Fazio avrebbe dovuto fare alla Ferragni. Forse il pezzo è uscito un paio di ore prima del comunicato del Codacons. O forse no. Può anche darsi che ci stessimo lavorando nello stesso momento, io a casa mia, il Codacons a casa del Codacons. Delle mie domande, il Codacons non ne ha inserite neanche una, riprendevo più o meno quelle fatte dal direttore Pisto il 24 febbraio, eppure “Chiara, dì qualcosa di sinistra!” (citazione da Nanni Moretti), mi sembrava bella. Pazienza. Restano le somiglianze tra le domande del Codacons con quelle pubblicate da MOW più di una settimana fa. Per cui: o il Codacons legge MOW (e lo ringraziamo), oppure anche il Codacons consulta il Mago Otelma.