Viaggi a Dubai, sponsorizzazioni, comunicazione ingannevole e autoreferenzialità: nel sistema dei fuffa guru come Big Luca o Luke Marani - tra gli altri - c’è un insieme di tutti questi elementi. Germano Milite, fondatore di Fuffapedia e admin della community di Fufflix, cerca di svelare i meccanismi che tengono in piedi il business dei presunti esperti di trading: “Questa è tutta gente che non ha bilanci, non ha organigramma aziendale, non ha niente. Ci possiamo basare solo su quello che raccontano”. Castelli di carta, quindi, costruiti su fondamenta fragili. In passato, Milite ha smontato il successo di “professionisti” come Jimmy Cenedella e Thomas Macorig, ma adesso inizierà un lavoro che vedrà coinvolta anche l’agenzia Adnknronos e Il Sole 24 Ore. Poi il costo per diventare un fuffa guru, il rapporto con i broker, la sua esperienza a Gurulandia (dove è stato ospitato anche Flavio Briatore) e la possibilità di denuncia in sede penale. La nostra intervista.
Germano Milite, hai da poco fatto una live su Big Luca e la famosa consulenza a 10mila euro. Magari il suo corso non funziona, però se riesce a farsi pagare quel prezzo qual è il problema?
Se io riesco a rifilare a qualcuno una macchina del 2018 dicendo che è del 2022 e la vendo a 5mila euro in più e il cliente ci crede allora sì, bravo io che te l'ho venduta, ma è una presa in giro. Non stiamo dicendo che Big Luca è un criminale. Anzi, c'è pure gente che dice di essere contenta di averlo pagato. Però io non ho prove che lui abbia veramente venduto queste consulenze ai prezzi che dice, quindi mi devo fidare, devo fare un atto di fede. Il tema è che quando tu usi queste cose per posizionarti, per crearti un'identità, una reputazione, dovresti poi poterle dimostrare. Ma questa è tutta gente che non ha bilanci, non ha organigramma aziendale, non ha niente. Ci possiamo basare solo su quello che raccontano. Personalmente non ci credo che Big Luca abbia preso 10 o 20mila euro per un giorno di consulenza. Probabilmente avrà fregato qualcuno una volta, ma non si tratta certo di uno standard. È lui che dovrebbe dimostrare che è così, che quei prezzi sono la regola. Così come quando dice che è il più pagato d'Europa.
Voi avete parlato anche dei numeri che mostra per rendersi credibile.
Nel sito scrive di aver collaborato con 1737 aziende, che già di per sé è strano. C’è anche una parte dedicata alle testate che hanno parlato di lui, ci sono i loghi, ma non c’è la possibilità di leggere quello che hanno scritto. Cosa hanno realmente detto? Dal sito e dal suo modo di comunicare questo non è chiaro. Il tema è l'autoreferenzialità e l'utilizzo del pensiero magico.
Quale ente si deve occupare di monitorare l’operato dei guru?
Ci sono le authority come la Consob per la parte finanziaria, altre alle quali i guru potrebbero essere segnalati, per esempio l'Antitrust. Io se fossi un formatore italiano direi che Big Luca fa concorrenza sleale, perché di fatto lavora in Italia con italiani, ma non paga l'Iva.
In Italia chi non è un consulente finanziario certificato può proporre legalmente il copy trading (l’imitazione delle operazioni di trader professionisti o, in questo caso, dei fuffa guru, ndr)?
Secondo me i guru si fregano all’inizio, al di là del copy trading: quando ti dicono che devi depositare almeno 500 euro. Lì c'è una richiesta minima di versamento, di fatto stai dicendo che per avere un determinato risultato devi dare questi soldi. E questo è ciò che fa un consulente finanziario. Tra l'altro c'è un conflitto interessi, perché loro propongono di utilizzare un broker specifico perché da lui prendono le commissioni. Molte volte omettono di dirlo, quando in realtà andrebbe specificato.
Voi di Fufflix vi occupate anche dei podcast e in generale dei canali social in cui i guru vengono invitati, giusto?
Sì, quello è l’aspetto su cui siamo specializzati. Alcuni personaggi fanno finta di essere dei giornalisti che intervistano i trader. Ce n'è uno che si chiama Nicola Zamberlan che è un padre di famiglia e fa un secondo stipendio lavorando mezz'ora al giorno. Lui ti insegna un metodo che ha scoperto dalle grandi banche. Non c'è neanche bisogno di andare a vedere se è iscritto all’albo o meno, già quello è da sanzionare, perché se anche fosse iscritto come consulente andrebbe espulso.
Tu hai avuto anche delle storie tese con Thomas Macorig, no?
È stato uno dei primi dei quali mi sono occupato. Lui inizialmente è partito come esperto di dropshipping, diceva di aver fatto i soldi con l’e-commerce e spiegava il suo metodo. Faceva vedere il suo dashboard con il numero di ordini e i fatturati, ma senza dimostrare che quegli ordini erano reali e non invece fatti da lui. Perché su Shopify c'è anche questa possibilità, basta inserire l'opzione di pagamento alla consegna. In pratica qualcuno potrebbe ordinarsi le cose da solo.
Poi c’è la truffa dei conti demo.
Quelli più seri dicono che prima di poter mettere soldi veri devi fare questo tipo di operazione, si chiamano challenge. Solo dopo puoi investire soldi veri. All’inizio i guru guadagnano con l’iscrizione, ma poca roba. Fanno veramente soldi quando la gente inizia a metterci sopra altro denaro. Addirittura diversi broker riuscivano a pagare più di quello che ricevevano dalla singola apertura del conto. Capitava che se uno depositava 500 euro il broker riconosceva 700 euro al guru.
La cosa che incuriosisce è il fatto che dei broker cerchino di reclutare dei ventenni.
I broker hanno le squadre di ricercatori, loro sono attivi in questo. Oppure semplicemente sono i guru a contattarli: dicono di essere influencer, di avere molti numeri e di spendere molto in pubblicità.
Più o meno quanto spende il guru, tra viaggi a Dubai e tutto il resto, per diventare un personaggio influente?
Considerato tutto direi 20mila euro, contando spostamenti, affitto dell’auto e soprattutto le sponsorizzate per spingere i contenuti.
Voi con Fufflix vi occupate anche della tutela dei consumatori, giusto?
Sì, è proprio la nostra attività principale, il motivo per chi siamo nati. Abbiamo anche una convenzione con un’associazione (Acquirenti Aps, ndr) che permette a chi è abbonato a Fufflix di avere uno sconto sulla quota associativa. Questo è un tema importante, perché una volta che tu hai dato soldi a questa gente è quasi impossibile recuperarli, se hai fatto bonifici su conti esteri e la residenza della società intestataria è addirittura fuori dell’Ue. Prendiamo per esempio Big Luca: lui vive a Dubai e la società ce l'ha in Delaware. Se anche tu gli fai una causa civile e dopo dieci anni vinci, chissà che fine ha fatto nel frattempo lui e la società. Anche se dovessero essere ancora reperibili, non sarebbe pensabile una rogatoria internazionale per una cifra così piccola; non la farà nessuno, quindi i soldi li hai persi, salvo suoi rimborsi volontari. In casi dove può sussistere una truffa o comunque un reato, l'unica strategia che può avere comunque efficacia è quindi andare sul penale, se ovviamente ci sono seri e validi motivi per farlo e il denunciato ci tiene alla propria reputazione.
Non solo Big Luca, ma molte società dei guru hanno sedi in luoghi dove non si arriva facilmente.
Più che altro per Big Luca non mi sono mai arrivate lamentele per truffa. In ogni caso, se anche sussiste anche una chiara inadempienza contrattuale, non si riesce a fare niente nemmeno per i milioni, figuriamoci per qualche migliaio di euro. Noi infatti sconsigliamo di intentare azioni sul civile, quando le sedi delle società da eventualmente denunciare sono fuori dall’Italia, perché sappiamo che sono quasi sicuramente (altri) soldi buttati. L'unica cosa che possiamo fare, se ci sono tutti i presupposti, è intentare una causa in sede penale, che diventa una questione di reputazione per il guru. Perché la cosa che temono, almeno coloro che vogliono rimanere sul mercato, è questa: bruciarsi la credibilità e non reperire più abbastanza clienti.
Le persone come mai non denunciano allora?
Molte, semplicemente, vorrebbero solo la certezza di un rimborso immediato e non vogliono anticipare altro denaro (ed attendere tempi incerti) affidandosi a dei legali. Tanti altri non vogliono rischiare di coinvolgere la famiglia, magari ignara dell’investimento. Ho conosciuto non poche persone che non volevano far sapere al partner, al marito o alla moglie, che avevano speso 2000 o 3000 euro per un servizio che era evidentemente truffaldini. I motivi per non denunciare sono tanti, insomma: anche la paura di essere querelati per diffamazione fa da deterrente, insieme a quella di essere giudicati per le proprie scelte di spesa. Anche per questo ci battiamo molto contro il victim blaming.
Cosa pensi di Gurulandia?
Sono stato un loro ospite e devo dire che ancora oggi sono loro grato per l’opportunità che ho avuto, di andare nel “covo del nemico” a dire la mia liberamente. Mi aveva contattato Marco Cappelli e all’inizio mi disse che il suo doveva essere un format per parlare, anche criticamente, del mondo dei guru. In realtà poi non è stato così, cioè lui ha ospitato chiunque senza contraddittorio e poi ha usato quel podcast per vendere il suo corso. Nulla di illegale, ovviamente, ma avrei preferito saperlo da subito. Con me sono stati gentilissimi, comunque: mi hanno pagato il viaggio, il vitto e mi hanno fatto sentir ben accolto. Poi ho saputo che altri ospiti hanno proprio avuto un pagamento per andare lì, tipo cachet. Per avere Flavio Briatore pare che abbiano investito qualcosa come 15mila euro. Inoltre, hanno cercato di mettermi in difficoltà durante la puntata. Legittimo ed anzi hanno fatto pure bene, ma penso di essere stato l’unico ad aver subito una “domanda trabocchetto”.
Com’è andata?
Mi hanno chiesto se non credessi di aver dato dei giudizi avventati su qualche formatore. Io, però, non potevo sapere che il formatore a cui si riferivano fosse proprio lì a farmi la domanda, senza essersi presentato prima. Hanno voluto intendere che io l’avessi diffamato o comunque criticato ingiustamente, cosa che in realtà non era vera, perché le cose che avevo detto su di lui non erano sbagliate e si basavano su un’analisi effettiva della landing e del copy utilizzato per vendere il suo corso sulle criptovalute. Di tutti i loro ospiti, come dicevo, penso di essere stato l'unico al quale hanno provato a fare qualche domanda scomoda
Un altro tema è il guadagno passivo.
La rendita passiva, sì. O l’entrata extra da dietro, come dico io. È un altro filone che si rivolge ai disperati, ma non solo. Non è tutta gente che non arriva a fine mese. Ci sono persone che si percepiscono più povere di quello che sono, poiché bombardate dai guru che ostentato stili di vita da nababbi, spesso anche solo simulati. Cioè: magari alcuni guadagnano uno stipendio normale, ma non hanno grandi spese da sostenere. Ecco: i guru del make money ci dicono che quella è un’esistenza tremenda, intendendo che lo standard minimo per vivere bene è fare 10mila euro netti al mese. Altrimenti sei un fallito. E poi, quello della seconda entrata con rendita passiva è un meccanismo ancora più subdolo, perché non ti dice che diventerai ricco. Sembra più plausibile come promessa di guadagno extra: 300, 400, 500 euro al mese, nel tempo libero, senza sforzi. Nella mia esperienza ho notato che ci sono tante donne che vengono attratte da questo sistema.
Che tipo di lavori offrono?
Tante volte è il venditore telefonico, fondamentalmente. O chi fissa degli appuntamenti con i potenziali clienti, dopo un primo contatto a freddo o quasi. Poi loro ti mettono in queste presunte “accademie” e dicono che prima di tutto devi studiare a memoria il corso, così poi da farti lavorare con le aziende nel loro circuito. Ovviamente non c’è niente di vero e le aziende del network sono per lo più dei bluff. Jimmy Cenedella, per esempio, dopo che abbiamo rivelato con una testimonianza diretta come non funzionava la sua scuola per “setter”, (non i cani, ma persone che dovrebbero fissare appuntamenti per potenziali clienti), pare sia sparito da Instagram.
Cioè?
Adnkronos ha pubblicato una recensione di una presunta cliente di Luke Marani, un altro guru, in cui lei racconta di come la sua vita sia cambiata dopo il corso. È una recensione che pare totalmente fake, di un personaggio che sembra totalmente inventato, diffusa senza la minima verifica. Tutto il pezzo è fatto per indicizzare Marani ed il suo corso. A fine articolo c'è anche il link a sito web e LinkedIn. Ma anche Il Sole 24 Ore ha fatto un articolo sponsorizzato di Marani, segnalandolo a mio avviso in maniera non abbastanza evidente come a pagamento.