I giornalisti di Mario Giordano hanno condotto un'inchiesta sul policlinico “Riuniti” di Foggia, andata poi in onda su Rete 4. Attraverso delle immagini inedite, immortalate dalle telecamere nascoste, i giornalisti di Fuori dal coro hanno immortalato del materiale sporco nei corridoi del reparto di malattie infettive, porte distrutte e rifiuti, mamme in lacrime durante le estenuanti attese in pronto soccorso. Anche noi di MOW eravamo presenti. Abbiamo scattato delle foto dei reparti più trascurati del policlinico e ascoltato testimonianze. Una, in particolare, ha destato la nostra attenzione. Una signora, in pronto soccorso, che ha assistito direttamente al caso della bambina di cui si è occupato Fuori dal coro, ha atteso più di quindici ore per conoscere le condizioni della madre, novantaquattrenne, cardiopatica, in dispnea e semi-cosciente, trasportata d'urgenza in codice rosso. “Quel giorno ho chiamato di corsa l'ambulanza per mia madre, anziana, cardiopatica e con una degenza terminata -nello stesso reparto- meno di una settimana prima. Sono arrivata in pronto soccorso poco dopo l'ambulanza e ho dovuto aspettare quasi 15 ore per avere notizie sulle reali condizioni di mia madre. Ci avevano detto che era un caso gravissimo, ma rimbalzavano la responsabilità l'uno verso l'altro: prima bisognava aspettare gli infermieri, poi era necessario attendere il responsabile, infine i medici, ma anche questo non bastava, perché il medico che aveva in cura mia madre aveva deciso volutamente di non far trapelare nessuna notizia. Il motivo? Questioni di privacy. Ma se io sono la figlia, e so che mia madre è grave e potrebbe morire da un momento all'altro, ho almeno il diritto di parlare con un dottore e conoscere le sue condizioni?”. Nel servizio di Rete 4 dedicano ampio spazio al “caso della bambina” al policlinico, al quale noi in prima persona abbiamo assistito. La mamma, che faceva su e giù con la bambina in braccio, più che essere soccorsa da chi di dovere (al front office le avevano risposto che “non c'era ancora posto per entrare” e che, dopo ore, doveva attendere ancora) veniva consolata e rassicurata dai parenti degli altri pazienti in pronto soccorso. La bambina era stata trasportata dall'ospedale di Melfi, già in condizioni critiche dovute alla febbre molto alta.
Le immagini a cui noi abbiamo assistito e che sono anche state mandate in onda da Mario Giordano sono agghiaccianti. Siamo poi riusciti a entrare in uno dei reparti del policlinico, dove lo scenario che ci si è palesato davanti era incredibile nella sua trasandatezza. Tubi pieni di sangue staccati e gocciolanti, materiale potenzialmente infettivo lasciato a terra, nei cestini comuni (quando la normativa prevede uno smaltimento immediato e sicuro in apposito contenitori a cui è vietato l'accesso dei non autorizzati) e tamponato-solo dopo ore- con della semplice carta assorbente. Le immagini che vi mostriamo sono il risultato di una nostra indagine che mette in luce la profonda disorganizzazione del policlinico Riuniti. Così come una testimonianza importante di un gruppo di signori che si riferisce al personale medico del reparto di degenze ad alto rischio: “Nonostante le condizioni della paziente molto anziana, ci hanno chiaramente fatto capire che dobbiamo andarcene. Senza una terapia adeguata o una consulenza tecnica”. Lo stesso vale per la stessa signora che avevamo incontrato al pronto soccorso, che dichiara: “Quando mi hanno detto che mia madre è in condizioni molto critiche e che la prognosi attualmente è riservata, ho voluto parlare con la dottoressa. A quel punto le ho domandato anch'io se si potesse richiedere una consulenza cardiologica per mia madre, dato che è arrivata in pronto soccorso con 230 di pressione massima e 120 di minima, 180 di battiti e già debilitata per problemi di cuore molto pesanti. La risposta della primaria è stata: non chiediamo consulenze come se fossimo al supermercato”. Una situazione veramente grave, che evidenzia un sistema sanitario piegato sia dalla mancanza di personale competente sia dalle scarsissime norme igienico-sanitarie dei reparti. Staremo a vedere come evolverà la situazione.