Altro che Risiko da tavolo: il vero campo di battaglia, in queste settimane, è quello delle banche italiane, dove ogni pedina mossa sul tabellone corrisponde a miliardi di euro, golden power, azionisti agguerriti e incroci pericolosi tra finanza, politica e ambizioni personali. Un risiko ad alta tensione che potrebbe riscrivere le regole del gioco nel sistema bancario italiano e trasformare in modo radicale gli equilibri del credito, del risparmio e del potere.
Tutto è iniziato a settembre 2024, quando UniCredit si è piazzata nel capitale della tedesca Commerzbank con una quota di poco inferiore al 30%. Una mossa che sembrava strategia internazionale, ma che si è rivelata il primo tassello di un domino tutto italiano. A novembre, il colosso guidato da Andrea Orcel ha lanciato un’Ops su Banco Bpm. Un’operazione muscolare, ma bloccata dalla Consob prima, e poi frenata dal governo con il golden power. Ora la palla è nelle mani del Tar, che si pronuncerà il 23 luglio. Tutti col fiato sospeso.
Nel frattempo, Mps ha acceso la miccia: una Ops ostile su Mediobanca. Sì, avete letto bene: il Monte dei Paschi, fresco di rilancio post-salvataggio, vuole mettere le mani su Piazzetta Cuccia. L’operazione ha ottenuto il via libera della Bce e dell’Antitrust. La finestra per l’adesione degli azionisti si apre il 14 luglio e chiude a fine agosto. L’obiettivo? Raggiungere almeno il 35% del capitale. I vertici di Mediobanca gridano all’assalto, ma i giochi sono appena cominciati.

E Mediobanca? Non sta certo a guardare. Per rispondere, ha annunciato l’intenzione di lanciare una Ops su Banca Generali. La mossa è congelata – per ora – fino al 25 settembre, quando il CdA scioglierà la riserva. Intanto i corridoi del potere milanese sono percorsi da sussurri e piani alternativi.
Anche Bper Banca vuole dire la sua. A metà giugno ha avviato una Ops per acquisire la maggioranza della Banca Popolare di Sondrio. Il termine ultimo per aderire? L’11 luglio. E infine c’è chi ha già fatto centro: Banca Ifis, che lo scorso 27 giugno ha concluso con successo la prima fase della sua Ops su Illimity Bank, portando a casa oltre l’80% del capitale.
Cosa succederà ora? Se tutte le operazioni andranno a buon fine, il sistema bancario italiano potrebbe uscire dal risiko con meno istituti, più concentrati, ma teoricamente più solidi. Niente allarmismi per la concorrenza – almeno per ora – ma gli equilibri del potere saranno completamente ridisegnati.
I riflettori degli analisti restano puntati sulle due partite chiave: la Ops di UniCredit su Bpm e quella di Mps su Mediobanca. La prima è delicata per l’interferenza politica; la seconda strategica per un possibile effetto domino che potrebbe portare Mediobanca a prendersi Banca Generali – e quindi, indirettamente, Mps a mettere le mani anche sul ramo assicurativo.
Per ora, nessun terremoto per correntisti e risparmiatori. La battaglia si combatte nei CdA e tra azionisti. Ma se il risiko porterà alla nascita di poli bancari più grandi e integrati, potrebbero arrivare vantaggi: offerte più ampie, servizi digitali più evoluti, condizioni economiche migliorate.
Nel frattempo, il consiglio resta uno solo: occhi aperti. Perché in questo gioco di incastri miliardari, la prossima mossa potrebbe cambiare tutto. E forse è già stata decisa, ma non ancora annunciata.
