Si profila un nuovo scontro istituzionale tra l'Unione Europea e l'Italia sul delicato dossier delle operazioni bancarie. Al centro della controversia c'è l'acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit, un'operazione che sta generando tensioni crescenti tra i regolatori europei e il governo italiano. Secondo fonti informate sui fatti, riporta l’agenzia Bloomberg, l’Ue si prepara a emettere nelle prossime ore una comunicazione ufficiale indirizzata al Palazzo Chigi. Il documento contesterebbe formalmente il diritto di Roma di interferire nell'acquisizione pianificata di Banco Bpm da parte di UniCredit, rivendicando la competenza esclusiva di Bruxelles in materia di fusioni e acquisizioni bancarie. La posizione della Commissione europea appare netta: solo l'Unione Europea dispone del potere legale per imporre condizioni su accordi di questo tipo, in base alle norme sulle fusioni vigenti nel territorio comunitario. L'operazione, infatti, aveva già ricevuto l'approvazione dell'Ue lo scorso mese, rendendo secondo Bruxelles illegittima qualsiasi interferenza successiva da parte delle autorità nazionali. La controversia trae origine dall'utilizzo del golden power, attraverso cui il governo italiano aveva imposto condizioni particolarmente stringenti per il completamento dell'acquisizione. Tra le prescrizioni più rilevanti figurano l'obbligo per UniCredit di cessare le attività in Russia entro nove mesi e il divieto di ridurre gli investimenti domestici nella società di gestione patrimoniale Anima Holding, recentemente acquisita proprio da Banco Bpm.

Queste condizioni hanno scatenato la reazione di UniCredit, che ha deciso di contestarle in sede giudiziaria. Il tribunale amministrativo italiano è atteso pronunciarsi sulla questione entro questa settimana, in quella che si preannuncia come una decisione cruciale per l'intero dossier. L'amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, ha alzato il tiro nelle scorse settimane, dichiarando pubblicamente che la banca si ritirerà dall'accordo qualora le condizioni imposte dal governo italiano non vengano chiarite. Una mossa che rafforza la posizione negoziale dell'istituto di credito e aumenta la pressione su Roma. La decisione annunciata da Bruxelles di ordinare al governo italiano il ritiro delle condizioni imposte potrebbe rappresentare un'ancora di salvezza per l'operazione voluta dal ceo. Le fonti vicine al dossier citate dall’agenzia Bloomberg suggeriscono che il mancato rispetto di un eventuale ordine europeo potrebbe portare all'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia per violazione del diritto dell'Ue. Per ora, comunque, nessuno ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. La Commissione europea ha declinato ogni commento, così come i rappresentanti di UniCredit, Banco Bpm e del governo italiano. Un atteggiamento che conferma la delicatezza della fase negoziale in corso e l'importanza strategica dell'operazione per il sistema bancario europeo. La vicenda assume contorni ancora più interessanti se si considera che nell'ambito di una precedente indagine i regolatori di Bruxelles avevano già dato il loro via libera all'acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit. L'approvazione era arrivata a fronte di specifiche concessioni che prevedevano la cessione di 209 filiali UniCredit “situate in aree locali problematiche per sovrapposizione” in tutta Italia, al fine di affrontare le preoccupazioni in materia di concorrenza.
