Da oltre due anni si parla di Ucraina in relazione alla lunga guerra condotta dalla Russia contro il suo popolo, con giusto e particolare risalto dato agli omicidi di massa e alle torture della popolazione civile ucraina operate da parte dei soldati russi. Quello di cui si parla pochissimo, in Occidente, riguarda la questione del trattamento dei prigionieri nelle carceri ucraine. Per un paese che generalmente aderisce ai valori europei e ambisce a entrare a far parte dell'Unione, si tratta di una questione di grande importanza, dal momento che la tortura, nelle carceri ucraine, avviene in modo sistematico da molti anni, nonostante il silenzio dell’opinione pubblica e del Ministero della giustizia. Ogni anno in Ucraina vengono aperti circa duemila e cinquecento procedimenti penali per tortura e uso illegale della forza da parte delle forze dell'ordine. Si pensa, tuttavia, che il numero effettivo di casi di abusi sui prigionieri sia significativamente maggiore, come indicato nei risultati pubblicati dal “Kharkiv Human Rights Protection Group”. Provare le effettive torture è infatti molto complicato: l'Ucraina manca di un sistema efficace per proteggere le vittime di tortura che hanno denunciato tali azioni da parte dell'amministrazione dell'istituzione penitenziaria; e questo fa si che ai prigionieri sia consentito di presentare denuncia solo in casi eccezionali, quando queste sevizie diventano insopportabili, arrivando a minacciare la sopravvivenza stessa dell’individuo. Di conseguenza, le statistiche ufficiali sulle torture non riflettono lo stato reale delle cose. L'ultimo scandalo riguarda un video apparso su YouTube, condiviso dall'organizzazione pubblica “Protezione dei Prigionieri d'Ucraina”. Si vede un prigioniero brutalmente torturato nella Colonia Correzionale di Bozhkivska. L'Ufficio Investigativo di Stato sta attualmente indagando sui fatti delle torture dei prigionieri. Il Ministro della Giustizia Denys Maliuska ha affermato di supportare l’indagine: “Non permetteremo l'introduzione di distorsioni e vecchie pratiche sovietiche nel sistema carcerario ora”. Tuttavia, ha negato che tali abusi siano sistematici in tutte le colonie penali ucraine.
Come i prigionieri vengono abusati nelle colonie penali ucraine
Un esempio tipico di abuso è fornito dal prigioniero Yevhen Tiberiyovych, che ha inizialmente scontato la sua pena nella trentacinquesima colonia penale di Bila Tserkva, per poi essere trasferito nella Colonia Correzionale di Temnivska Numero 100 a Kharkiv. È qui che sono iniziate le torture. “Dopo averti fatto sdraiare su un materasso, le guardie si siedono sul tuo stomaco. Le gambe vengono immobilizzate, le tue braccia attorcigliate fino intorno alla testa”, ha dichiarato Tiberiyovych. “Quindi il diaframma e il petto sono bloccati, non puoi respirare in alcun modo. E quando inizi a perdere conoscenza e a soffocare, ti portano del cotone imbevuto di ammoniaca al naso per farti riprendere”. Questa è la tortura detta del “nuoto”. Altra pratica è quella del delfino. “Dopo averti immobilizzato, le guardie ti coprono il viso con panno su cui viene versata una enorme quantità d’acqua. Semplicemente, soffochi”. Tiberiyovych sostiene di aver tentato il suicidio più volte in carcere e di aver evitato torture peggiori in cambio del pagamento di somme di denaro alle guardie carcerarie. L’emittente tv Suspilne ha inviato una richiesta ufficiale al Dipartimento di Kharkiv per l'Esecuzione delle Pene del Ministero della Giustizia per ottenere una risposta ufficiale, ma si è sentita rispondere negativamente. Il 15 dicembre 2020, il Comitato del Consiglio d'Europa per la Prevenzione della Tortura ha pubblicato un rapporto sui risultati delle visite a tre colonie ucraine: numero 25, 100 (regione di Kharkiv), e 77 (Berdyansk). Le visite sono state effettuate anche nei centri di detenzione preventiva di Kharkiv e Zaporizhzhya. Il risultato, senza esagerazione, ha letteralmente scioccato il Comitato del Consiglio d'Europa. Durante le conversazioni con i prigionieri, è stata notata la loro paura, al punto che molte persone hanno rifiutato di contattare gli osservatori. Come indicato nel rapporto, una situazione simile non è stata osservata negli ultimi 30 anni della loro attività. “In tutte le nostre visite a 47 stati membri del Consiglio d'Europa negli ultimi 30 anni, la delegazione potrebbe non ha mai incontrato un tale livello di rifiuto dei prigionieri di comunicare”, afferma il documento. Già a dicembre 2020, il Comitato del Consiglio d'Europa per la Prevenzione della Tortura ha pubblicato un rapporto sulle visite alle stesse colonie penali ucraine che affermava come molti prigionieri lamentassero di subire violenza fisica in modo sistematico. Oleh Tsilyi, a capo dell'organizzazione pubblica “Alleanza dell'Unità Ucraina”, che protegge i diritti dei prigionieri, riceve ogni anno circa millecinquecento segnalazioni di tortura sui detenuti. Il difensore dei diritti umani afferma che oltre alla tortura fisica, i detenuti subiscono anche torture psicologiche. “Per esempio, la tortura del suono: nelle celle di isolamento, le guardie accendono la musica ad alto volume attraverso un altoparlante e la ripetono incessantemente, tutto il giorno, a volume da rompere i timpani”.
Il Ministero della giustizia mente sulla tortura?
I giornalisti di Slidstvo.Info, insieme ad alcuni attivisti dei diritti umani, hanno visitato la prigione di Oleksiyivska, parlando con dozzine di condannati. Le loro storie, supportate da fotografie, sono anch’esse scioccanti. Si parla di una catena infinita di abusi, che avvengono negli uffici dell'amministrazione e nelle celle separate. I prigionieri vengono periodicamente spogliati, messi faccia al muro con braccia e gambe ampiamente divaricate, e picchiati con manganelli. I giornalisti hanno anche ricevuto fotografie delle tracce di ustioni e bruciature rinvenute sui corpi dei prigionieri. Tutte le testimonianze sono state registrate in video dalla redazione. Nel 2021, poco prima dello scoppio della guerra, sono state segnalate anche numerose torture nella colonia penale di Berdyansk, dove due anni prima un soldato condannato era stato stuprato. Qui sembra che i detenuti vengano preventivamente picchiati all'arrivo, costretti a stare in piedi tutto il giorno, e che a loro venga negato l'accesso all'assistenza legale. Riguardo all'ultimo scandalo e alla dichiarazione dell'Sbi sulla natura sistematica della tortura, il Ministro Maliuska ha sottolineato che di essere pronto a dimettersi se il Parlamento glielo chiedesse, ribadendo tuttavia che le torture nelle carceri ucraine siano fatti isolati e non il frutto di un problema su larga scala. Questa ostinata omertà resta un segnale molto allarmante per la salute e le vite dei prigionieri ucraini.