Cantano gli ultras dell’Inter, nonostante la sconfitta in casa contro l’Udinese per 2 a 1. “Se vuoi venire in curva non serve il biglietto, ma stai oggi con noi al Baretto”. Questo è il paradosso delle ultime settimane. Perché la Nord si fa sentire sì, ma fuori da San Siro. Dentro, invece, è un teatro. Nino Ciccarelli come sempre ha riportato tutta la serata dal pre partita fino alla fine del match sui suoi canali social e in uno dei video che ha ripostato si vedono molti tifosi lasciare le tribune prima del novantesimo: “Al settantanovesimo minuto se ne vanno”. Gli ultimi minuti prima del fischio finale, quelli in cui una curva può fare la differenza. Invece il risultato non si muove: vince l’Udinese e ciò che di bello la squadra di Christian Chivu aveva fatto vedere contro il Torino sembra già un’illusione. La stagione è lunga, bisogna mantenere la calma, evitare giudizi affrettati. Certo è che in una situazione del genere e con la protesta è facile cadere negli eccessi, in un senso e nell’altro. Questa sconfitta, comunque, è già pesante. Inutile è stato anche l’esordio di Francesco Pio Esposito, buttato dentro da Chivu insieme a tutti gli altri attaccanti. La contro rimonta è fallita. Se San Siro ha dato poco ai giocatori, fuori era una bolgia.
A lanciare i cori c’è Christian Lembo, quello che faceva anche in transenna a San Siro. “Noi abbiamo l’Inter nel cuore”, cantano gli ultras. Pochi metri li dividono dagli spalti. Dai video forse non si evince quanto i tifosi siano stati vicini alla squadra. All'arrivo del pullman, infatti, tutti hanno cantato. Dentro la partita è cominciata ma loro non ci sono. Sono tanti gli striscioni esposti, alcuni ricordano la storia della curva Nord. Forse lo vogliono ricordare per l’ennesima volta anche alla società: “Noi siamo qua da oltre cinquant’anni”. Perché la durezza delle posizioni del club rischia di sacrificare tutto quello che c’è stato. Fuori dal Baretto si accendono i fumogeni, suonano i tamburi. Sembra di vedere la curva al suo massimo.

Viene distribuita anche la fanzine. C’è scritto: “Senza ultras non c’è passione”. E come spesso abbiamo fatto notare, dalla parte della Nord si sono schierati tanti tifosi, che infatti esprimono in questa occasione anche il loro sostegno e la delusione nei confronti della società: “Cara Inter, che tristezza. È come vederla in tv quando c’è sciopero dei giornalisti”, “San Siro solo per tifosi ospiti, vergognatevi”. Sì, il problema, al di là delle rivendicazioni degli ultras, è proprio quello: lo stadio così perde la sua funzione, è un’arma che è stata tolta alla squadra e che gli avversari invece possono usare. Fa strano sentire più rumore fuori che dentro il Meazza. È una situazione anomala, che difficilmente si risolverà a breve. Il tavolo di confronto invocato, per il momento, è meno di un’ipotesi.

