Nel podcast “PoretCast” di Giacomino Poretti, Marco Travaglio ha discusso una serie di temi rilevanti, nel suo solito stile sarcastico e diretto. Il direttore del Fatto Quotidiano ha sostenuto che la neutralità è spesso una maschera per chi non vuole prendere posizione. Ha usato una frase provocatoria per chiarire la sua visione: “Neutri sono solo il morto e il cogli*ne”. Secondo lui, il giornalismo deve essere schierato dalla parte della verità e dei fatti, senza paura di risultare scomodo. Ha affrontato il tema del potere degli imprenditori nel condizionare le leggi e le politiche pubbliche, citando Elon Musk come esempio di un magnate capace di piegare le regole a proprio vantaggio, anche se in Europa siamo “ossessionati da lui”. Travaglio ha fatto parallelismi con situazioni italiane, criticando l'eccessiva compiacenza della politica nei confronti del potere economico. Un altro argomento toccato è stato l'aumento dell'astensionismo elettorale e la crisi di fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Ha sottolineato come questa situazione sia anche il frutto di un'informazione sempre meno incisiva e di una politica che appare distante dai problemi reali della popolazione. Travaglio ha ribadito l'importanza di conoscere la storia per comprendere meglio il presente e non ripetere gli errori del passato. Ha evidenziato come molte scelte politiche attuali sembrino ignorare le lezioni apprese nei decenni scorsi. Ecco i punti più interessanti.
Giacomo interroga Travaglio sull'idea di verità: è giusto che anche un terrapiattista abbia le sue idee? “C'è qualche cretino che si crede liberale poi passa le giornate a dire: tu non devi dire che la terra è piatta, tu non puoi cantare al concertone, tu sei filo-Putin e non puoi scrivere. Ognuno è libero di dire quello che gli pare, l'unico limite è il codice penale, la diffamazione”. Non poteva mancare la domanda su quello che succederà con Trump presidente. “C'è stato un tale terrorismo mediatico intorno all'arrivo di Trump che sembra di essersi dimenticati del fatto che ha già governato l'America per quattro anni. Anni, lo specifico, in cui non ho visto catastrofi. Anzi, se non avesse sbagliato completamente la linea sul Covid probabilmente Biden non sarebbe nemmeno stato eletto al posto suo. Non ha fatto guerre, anzi ne ha chiuse due. A me, europeo, sta meglio Trump di Biden. Quello che importa a me è che non venga in Europa a rompere i cogli*ni”.
Ok, l'Europa ma c'è una differenza tra Trump e Biden? “Sappiamo benissimo che Biden non ha governato davvero gli Stati Uniti, essendo ormai rincitrullito almeno da un paio d'anni. Biden è l'America fighetta, Trump è l'America profonda, quella che di solito i nostri analisti ignorano”. La differenza, invece, tra America ed Europa è che “qui abbiamo mantenuto ancora qualche paracadute come lo stato sociale. In America se non hai la carta di credito puoi anche schiattare per strada e nessuno ti viene a raccogliere. Purtroppo anche noi stiamo andando verso quel modello di assicurazioni sanitarie, e la situazione avrebbe senz'altro subito un'accelerazione se fosse passata la legge sull'autonomia differenziata. Per fortuna l'hanno fatta scrivere a Calderoli e Cassese, per cui è stata tronata in Corte Costituzionale. Se avessero fatto scrivere la legge a qualcuno più bravo adesso avrebbero privatizzato tutto” Il Movimento Cinque Stelle? “Grillo ce l'ha messa tutta per affossarlo. Io ho fondato il Fatto Quotidiano con Padellaro e Gomez, ma spero che quando sarò vecchio, rincoglionito e con l'Alzheimer, non mi metterò a sputare nel piatto. Anzi, ho già dato l'ordine di fermarmi se dovessi farlo. Bersani è invecchiato molto meglio di Grillo. Bersani, nonostante sia in pensione, fa propaganda per il suo partito molto meglio di quanto faccia la segretaria Schlein. Parla meglio, è più chiaro, più diretto”. Paure? “Ho sempre paura di sbagliare. L'altro giorno ho scritto un'inesattezza sulle date della seconda guerra mondiale, ma se n'è accorto soltanto un mio amico storico che mi ha avvisato dicendomi che avevo scritto una cazz*ta. Ho fatto correggere tutto sul web, ma la cosa preoccupante è che non se n'è accorto nessuno”. Le querele ricevute? “Ho perso qualche causa in sede civile, perché se dai del cogli*ne a qualcuno e trovi un giudice poco spiritoso o che parteggia per il cogli*ne poi darà ragione a lui, e tu pagherai una multa”. E fortuna che da Giacomo Poretti c'è libertà assoluta di turpiloquio, perché la parola cogli*ne è il lemma ricorrente dell'intervista. Però è Travaglio, e ci piace così.