Che il settore delle auto non viva il suo momento migliore già lo si sapeva, ma una delle cause di questa grande crisi è sicuramente rappresentata dai prezzi alti delle auto di ultima generazione, e non solo. No, il problema non sono soltanto le vetture elettriche, ma anche quelle termiche, e pure i modelli che fanno parte di progetti ormai datati. Eppure, i listini di questi prodotti continuano a salire sempre di più, e apparentemente senza alcun motivo logico, visto che “la manodopera in fabbrica non è che abbia visto salire gli stipendi chissà quanto”. Una tendenza che, però, sembra avere radici ben più profonde e lontane. A rivelarlo è il giornalista Carlo Cavicchi sulla rivista Quattroruote, riprendendo un vecchio editoriale (datato 1978) firmato dall’allora direttore e fondatore della rivista di mori Gianni Mazzocchi, in cui rivelava come “l’auto è entrata stabilmente nella nostra vita per aiutarci, non per assorbire gran parte delle nostre risorse. Le automobili di domani (e quindi di oggi, ndr) debbono essere comode, sicure, durature, bisognose di poca manutenzione, di pochi ricambi, economiche e non inquinanti. Certo – continua il vecchio articolo –, questi punti fondamentali debbono essere compresi e seguiti dai costruttori, ma sta a noi, consumatori, voleri e imporli”. Ecco, una previsione che sembra aver colto il punto, o quasi…
Le auto di oggi, infatti, sono comode e sicure, durature forse (o forse no), e sicuramente meno inquinanti di quelle del passato; di sicuro, però, non sono economiche. Secondo Cavicchi, infatti, “oggi le automobili hanno listini che fanno impressione e vanno in netta controtendenza rispetto a tanti altri prodotti che […] costano sempre meno”. Il riferimento è ai prezzi dei telefonini, computer e televisori. E se il confronto lo si facesse con gli appartamenti? Secondo i dati raccolti dal giornalista di Quattroruote su Immobiliare.it, il valore medio nazionale dei prezzi di queste unità abitative “è pari a 2.048 euro al metro quadrato, con punte in Liguria (circa 2.600), a Milano e Roma (sui 2.400) e un minimo in Calabria (intorno a 900)”. Nel 1963, invece, “il prezzo medio di una casa di cento metri quadrati a Milano era di diciotto milioni di lire […] che vanno quindi paragonati – ricorda Cavicchi – con i 240mila euro di oggi”. E sempre nel ’63 l’utilitaria più diffusa, ovvero la Fiat 600, “era a listino a 625mila lire e dunque ne servivano ventinove pre comperare quell’appartamento a Milano”. Il paragone con l’utilitaria più venduta oggi, e cioè la Fiat Panda che costa 15.500 euro, è abissale: “Il risultato è che ne bastano solato quindici contro le ventinove necessarie del 1963”. Lasciando da parte le vetture economiche, invece, “l’Alfa Romeo Giulietta – si legge ancora nell’articolo del periodico – costava la bellezza di un milione e 375mila lire e ne servivano tredici per acquistare il solito appartamento milanese. Ebbene – sottolinea Cavicchi –, sapete quante Alfa Romeo Giulia bastano per lo stesso appartamento oggi? Appena quattro”. L’aumento dei prezzi delle quattro ruote, dunque, è evidente, e “poi – conclude il giornalista – ci stupiamo se, pur in tempi di ristrettezze, di guerre alle porte, di epidemie mondiali, un po’ tutti i costruttori presentano bilanci con utili impensabili, nonostante vendite ben lontane dagli anni d’oro di inizio millennio. Sono bravi a costruire le automobili, ma sono ancora più bravi a far di conto”.