È finalmente arrivato il nuovo decreto fiscale firmato dal Consiglio dei ministri con tante novità, ma soprattutto un dettaglio che da sempre interessa gli automobilisti, soprattutto quelli che posseggono (e guidano) auto di lusso e super sportive. Questo documento, infatti, sembrava essere quello che avrebbe definitivamente cancellato il cosiddetto superbollo, vale a dire quella famigerata (e tanto odiata) tassa automobilistica imposta ai proprietari di vetture con potenza superiore a 185 kW (251 Cv), a cui viene quindi obbligato un pagamento extra pari a 10 euro per ogni kW in eccesso. La norma è stata introdotta nel 2011, quando l’Italia si trovava nel pieno della crisi del debito sovrano europeo, e l’obiettivo di questa tassa, perlomeno quello dichiarato, era quello di risanare i conti pubblici. Il superbollo, però, oltre ad aver garantito circa 1,2 miliardi di euro di gettito in dodici anni (dati riportati da Motor1), ha avuto la conseguenza negativa di aver danneggiato il mercato delle supercar, diventando uno dei fastidi più noiosi per alcuni motorizzati. Da qui l’idea di abolirlo definitivamente, un’idea che per anni è rimbalzata di qua e di là tra i banchi della politica. Ma siamo arrivati al momento decisivo?
L’ultimo Def (documento di economia e finanza), quello appena approvato, per molti sembrava il definitivo saluto al superbollo; tant’è che nei giorni scorsi sono state molte le testate giornalistiche nazionali che hanno parlato apertamente della sua abolizione. Per esempio, l’Avvenire in un articolo pubblicato in data otto aprile, aveva confermato che “il decreto legislativo richiamerà anche l’impegno a valutare «l’eventuale e progressivo superamento» del superbollo auto”, e “a «riordinare le tasse automobilistiche, anche nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo, valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica»”. Ma non si tratta di un argomento dell’ultima ora. Infatti, già lo scorso giugno, come conferma la Repubblica in un suo articolo, “la cancellazione del superbollo [...] È un tema di consenso politico, oltre che fiscale. E lo è soprattutto per Fratelli d’Italia e per la Lega, che spingono per la soppressione dell’addizionale sulla tassa automobilistica”. Insomma, i presupposti per la soppressione della norma sulle supercar c’erano tutti, eppure, come sottolinea il Sole 24Ore, “nel decreto legislativo per il riordino delle imposte di registro, di bollo e di successione, «nulla avviene per il superbollo auto, che fa parte della delega fiscale, ma che verrà realizzato nel momento in cui si troveranno le risorse»”, le parole riportate sono quelle del viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Dunque, per il momento non cambia niente; l’abolizione, però, potrebbe arrivare più in là, forse…