Le voci su un improvviso malessere che avrebbe colpito il cardinale Pietro Parolin durante una recente riunione in Vaticano sono state prontamente smentite dalla Santa Sede. Nessun episodio di malore, né la presenza di medici o infermieri: il Vaticano ha definito queste notizie, diffuse da alcuni siti americani, completamente infondate. La rapidità e la fermezza della smentita fanno pensare che dietro queste indiscrezioni fosse una precisa volontà di minare la credibilità di Parolin, attuale segretario di Stato, considerato tra i principali candidati al prossimo Conclave. Secondo diversi osservatori, la diffusione di queste false informazioni sarebbe il risultato di una campagna orchestrata per indebolire la posizione del cardinale tra i papabili. L’intento sarebbe quello di sollevare dubbi sulla sua salute, suggerendo che non sarebbe in grado di assumere la guida della Chiesa. Perlatro già al momento della sua nomina a Segretario di Stato erano circolate voci simili, poi rivelatesi prive di fondamento. Parolin, che ha alle spalle una lunga esperienza diplomatica maturata in vari Paesi – dalla Nigeria al Messico, dal Venezuela alla Cina – è apprezzato per la sua capacità di mediazione e per l’equilibrio con cui affronta le tensioni interne alla Chiesa. Figlio di una maestra e di un ferramenta, entrato in seminario giovanissimo e ordinato sacerdote a soli vent’anni, ha costruito una carriera che lo ha portato ai vertici della diplomazia vaticana. Le indiscrezioni sulle sue condizioni di salute sembrano provenire da ambienti conservatori statunitensi, in particolare dal sito Catholicvote.org, e sono state amplificate sui social network. Questi ambienti vedono in Parolin una figura troppo aperta verso le posizioni progressiste, mentre, paradossalmente, l’ala più radicale dei sostenitori di papa Francesco lo considera ancora troppo vicino a una linea tradizionale. Altri, invece, come Virginia Piccolillo sul Corriere della sera, leggono questi attacchi come una possibile rivalsa dei sostenitori del cardinale Angelo Becciu, escluso dal Conclave proprio per decisione di Parolin, che aveva mostrato ai cardinali le lettere di Bergoglio che sancivano l’estromissione.


Il prossimo Conclave, previsto per il 7 maggio, sarà il banco di prova decisivo: solo allora si capirà se Parolin riuscirà a raccogliere il consenso necessario, o se emergeranno altre figure forti. Oltre a lui, sono in lizza candidati di diversa estrazione, come Matteo Zuppi, Robert Prevost, Mario Grech, Luis Antonio Tagle, Jean-Marc Aveline e Anders Arborelius. La prima votazione sarà fondamentale per delineare i rapporti di forza e capire se Parolin potrà contare sull’appoggio dell’ala progressista, qualora questa non riesca a far prevalere un proprio candidato.
