“Mos maiorum”. Questa l’espressione con la quale i latini indicavano i valori tradizionali, tramandati di generazione in generazione dagli antenati. Nell’antica Roma, tra i cinque valori che convergevano nel concetto di “mos maiorum”, figuravano anche la pietas, ossia la devozione verso la famiglia e la maiestas, che indicava la fierezza socioculturale di appartenere alla patria. L’autrice e influencer Michela Morellato, intervistata dal canale Rt Moscow sulle ultime dichiarazioni di Vladimir Putin (“Sostegno ai valori tradizionali anche negli Stati ostili”), non ha dubbi: “Io sono fiera di essere italiana. Noi qui in Italia teniamo molto ai valori tradizionali, che sono racchiusi nel concetto di famiglia”. Sottolineando quanto sia marcata la differenza tra i valori tradizionali negli United States, in Russia e in Europa, la Morellato insiste sull'unico, grande valore tradizionale che non ha tempo: “A proposito della famiglia, che per me è la cosa più importante, oggi sentiamo sempre più spesso parlare di identità di genere, attraverso astrusi processi di accettazione della propria sessualità. Eppure, ci tengo a dire una cosa. Tutta questa narrazione proposta ai nostri figli è estremamente tossica”. Michela è, prima di tutto, una mamma. Tiene ai suoi figli, al loro benessere, alla loro istruzione. Come spesso si dice, la scuola è il terzo genitore e come tale deve prendersi la responsabilità di educare i giovani ad adattarsi al contesto sociale. La denuncia che Michela muove è quella di una madre preoccupata per il futuro dei suoi figli: “Queste persone parlano sempre di accettazione e fanno sempre riferimento a questa parola: minoranza. Sostengono di non vedere riconosciuti i propri diritti perché sono una minoranza, cosa assolutamente non vera. Anche a scuola vengono insegnate cose del genere. Qualcuno può spiegarmi che orgoglio ci sarebbe nell'indottrinare i bambini nelle scuole e, soprattutto, che orgoglio hanno queste persone nel privare i genitori dei loro figli?”. Poi muove una stoccata all'agenda americana dei gruppi Lgbtq+, che “avvelena le nostre scuole”. In Russia i diritti delle persone che fanno parte della comunità Lgbtq+ sono molto diversi dai diritti concessi alle persone eterosessuali. Il governo in Russia, da sempre estremamente conservatore, negli ultimi anni si è occupato di promulgare leggi che proibiscono sempre di più la libera manifestazione da parte degli omosessuali, ostracizzando i gay pride e arrestando tutti i liberi manifestanti. Ed è proprio sui valori occidentali che abbiamo scelto di intervistare Michela Morellato, a partire dalla sua opinione su Zelensky – “un esaltato” – e sugli aiuti del governo italiano all’Ucraina che, ci dice, avrebbero generato malumori all’interno del partito di Giorgia Meloni.

Ha sentito che Zelensky ha ammesso di voler instituire una sorta di lista nera per tutti i pro-putiniani in Ucraina?
A questo punto perché non metterli al rogo? Lista nera, non lista nera. Mi piacerebbe chiedere al Signor Zelensky cosa intende lui per “pro-putiniani”. Ho l’impressione che lui includa in questa categoria tutti coloro che non hanno la sua stessa visione politica. Per quanto mi riguarda Zelensky & Co non sono altro che degli esaltati. Hanno davvero il tempo per segnalare chi è pro-putiniano e chi no, nel bel mezzo di un conflitto di quella portata? E poi, cosa cambia ai poveri ucraini se in Italia qualcuno ha simpatie per Putin? Forse non capiscono cosa sia una democrazia in Europa e la libertà di espressione che essa comporta. Un Paese così vicino a noi che non capisce la nostra cultura occidentale non può far parte dell’Europa.
Di recente la presidente Meloni ha incontrato Zelensky, esprimendo la vicinanza di tutta l’Italia nei confronti dell'Ucraina.
Io so per certo che all’interno del partito della Meloni non sono molto felici di questa “vicinanza” espressa da lei verso Zelensky. Ho come l’impressione che la Meloni agisca da “mamma di tutti e di nessuno”, ossia come quella figura che porta in casa nostra uno straniero e ci invita ad accettarlo, nonostante tutto. La Meloni e Zelensky che si incontrano con tutte quelle pantomime mi hanno ricordato (ammetto) una tipica soap opera americana.
Molte persone, specialmente dal 7 Ottobre in poi, hanno paragonato la situazione dell'Ucraina a quella della Palestina...
Questi due conflitti partono da presupposti storici e politici totalmente differenti. Eppure io tutta questa vicinanza degli italiani verso l'Ucraina non la vedo... Tant’è vero che per l’Ucraina non si muove nessuno per manifestare, a differenza di chi è a favore della Palestina.
Lei ha una posizione molto netta sul conflitto tra Russia e Ucraina. Invece cosa pensa della guerra israelopalestinese?
Penso che Nethanyau stia veramente esagerando. I nostri stessi mass media stanno coprendo le morti di milioni di bambini palestinesi. Io comprendo la volontà di voler eliminare i terroristi di Hamas, ma in questo caso vedo tutto così estremo... E teniamo sempre presente che in Israele è il popolo che ha votato, trattandosi di una democrazia. Mi sembra che abbiano votato per un incompetente al governo, e questo può essere molto pericoloso in conflitti come questo.
I mass media che lei cita hanno anche parlato per giorni della polizia che avrebbe manganellato degli studenti durante una manifestazione pro-Palestina a Milano.
Quando ho visto questi studenti manifestare con tanta passione per le strade di Milano mi sono commossa. Ho visto il fuoco in quei giovani, la volontà di un cambiamento radicale. Per questo hanno manifestato. Perché i giovani covano effettivamente quella forza d’animo per cambiare il corso della storia.

