Morgan non lavorerà più con Warner Music Italia, che dopo l’articolo di Selvaggia Lucarelli di mercoledì 10 luglio e la richiesta di chiarimenti da parte di Calcutta, Levante e altri artisti, ha deciso di stracciare il contratto con Marco Castoldi. L’accusa di stalking arriva quattro anni fa con la denuncia di Angelica Schiatti, cantante indie pop e attuale compagna di Calcutta, vittima, secondo l’accusa, di messaggi minatori che Lucarelli ha trascritto, pubblicando in parte gli screen delle chat originali, su Il Fatto quotidiano. Da qui inizia l’ennesimo “caso Morgan”, che nel frattempo, nonostante la notizia del processo e delle accuse fosse di dominio pubblico, ha continuato a lavorare in Rai e in Sky e di recente aveva anche firmato un importante contratto discografico. Ma ora tutti salutano Morgan e lo condannano pubblicamente. Processo finito? In realtà deve ancora iniziare e a intervenire sono proprio i legali di Castoldi, Rossella Gallo e Leonardo Cammarata: “In merito all’articolo pubblicato ieri sul Fatto Quotidiano, ripreso da varie testate, nonché ai comunicati per il tramite dei social media, riteniamo doveroso fornire i seguenti chiarimenti. Il procedimento penale è stato instaurato da una querela presentata più di 4 anni fa dalla sig.ra Angelica Schiatti per presunti reati di stalking e diffamazione: questo procedimento era già noto alla stampa che aveva già avuto modo di parlarne. Le presunte condotte, sulle quali si potrà pronunciare solo il Giudice, contestate al sig. Castoldi risalgono al 2020 -2021: si tratta dunque di vicende risalenti a 3-4 anni fa. Nessun altro tipo di reato (come si è letto ad esempio sulla stampa e sui social di ‘revenge porn’ o ‘maltrattamenti’) è contestato al sig. Castoldi e tantomeno asserite condotte successive al settembre ’21. È evidente che, in un momento in cui non è successo nulla da un punto di vista sia fattuale che processuale, l’obiettivo della recente onda mediatica è oggi il Giudice del processo, ‘reo’ di avere fissato una udienza per verificare la possibilità prevista dalla legge di trovare un accordo tra le parti rispetto a reati procedibili a querela di parte”.
“È molto grave che si attacchi la persona del magistrato, sindacandone arbitrariamente l’operato senza avere cognizione né competenza in materia, e soprattutto creando una pressione mediatica per condizionarne l’operato, accusandolo di porre in essere la “vittimizzazione secondaria” della persona offesa. Il processo non è ancora iniziato: nulla è stato ancora vagliato e tantomeno provato; appare dunque scorretto presentare oggi verità assolute prima ancora della verifica dibattimentale: quello che è certo è che i vari magistrati che si sono occupati sino ad oggi della vicenda non hanno mai ritenuto di dovere applicare misure cautelari da codice rosso, evidentemente perché non hanno ravvisato alcun pericolo per la persona offesa, così come altrettanto certa è la presunzione di non colpevolezza, quale principio costituzionalmente garantito. In queste frenetiche ore sono apparse diverse ricostruzioni dei fatti non rispondenti al vero, funzionali unicamente a fornire una immagine totalmente distorta del sig. Castoldi, gravemente offensive della reputazione e immagine personale, artistica e professionale del medesimo, con indebite ripercussioni sulla sua sfera privata oltreché pubblica, lavorativa, delle quali verranno interessate le autorità giudiziarie competenti”.