Le newsletter a pagamento sono il presente dell'informazione, è un dato di fatto. Il problema però sono i contenuti, a maggior ragione se arrivano da autori importanti. La pagina substack di Selvaggia Lucarelli, per esempio. Si chiama Vale tutto, e va bene, ma davvero tutto quello che pubblica vale la pena di pagarci un abbonamento? La domanda è lecita, soprattutto dopo aver visto l'ultimo contenuto. Un'intervista, a due personaggi “che hanno sbancato sui social”. Niente politica, né inchieste, e nemmeno polemiche. Il focus è l'intrattenimento. Davide e Mary Lo Piccolo, una coppia dello Zen di Palermo. Periferia degradata e video trash, con tanto di sovraesposizione dei figli e della vita coniugale. Simpatici e tutto quanto, per carità, ma Lucarelli non criticava i Ferragnez per postare cose del genere? Che fine ha fatto la verve polemica sulla monetizzazione dei minorenni? Ci saranno domande scomode, ammesso che ne valga la pena, durante il corso dell'intervista?
![Selvaggia Lucarelli](https://crm-img.stcrm.it/images/42318625/2000x/20241113-215118886-9226.jpg)
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Spoiler: no. Tutto il dialogo fila liscio come se Fabio Fazio si fosse gettato col paracadute in mezzo alle case popolari del quartiere più pericoloso del capoluogo siciliano. “Che cosa è piaciuto a te di Marianna? E cosa a Marianna di te?”, chiede Selvaggia a Davide, banconista in un supermercato palermitano. “Andate mai in vacanza?”, come se Mondello, raggiungibile coi mezzi pubblici, non bastasse. “Litigate mai?”, domanda da un milione di euro. “Non vi dà fastidio che le persone vi dicano cosa dovete mangiare?”, e qui forse qualche euro lo vale la risposta: “Sì, certo che dà fastidio. Lo dicono perché sono obesa”, per poi continuare, incalzata sulla dieta, con un “se non mangio mi viene fame. Non ce la faccio”. Poi arriva la domanda sui bambini esposti “e la gente che li insulta”, ma la risposta è che “le bambine sono felici di apparire nei video”, tutto a posto. “Lascereste mai questo quartiere? I vostri figli cosa vogliono fare da grandi? Ti facevano bullismo a scuola?”, il tenore è questo, un po' tinello un po' confessionale. La morale? “Non è che siccome siamo obesi, siamo da buttare”.
Ed eccoci qua. Il quadro dell'influencer marketing contemporaneo è completo. Anche se Selvaggia Lucarelli ci ha fatto un libro per attaccarlo. Body positivity, cyberbullismo, obesità, vittimismo, contenuti trash, ipersemplificazione, monetizzazione dell'infanzia, balletti, vita familiare veridicamente falsificata, aria e cibo fritto, chiacchiere da podcast: manca qualcosa? La risposta è no, ma se già in generale si fatica a trovare il senso di un'intervista del genere, è ancora più difficile capire perché la abbia fatta Selvaggia Lucarelli, e ancora di più perché i lettori debbano pagare per leggere una roba del genere. Aspettiamo che qualcuno ce lo dica. O che almeno ci dica cosa mangiare, perché siamo tutti cerebralmente obesi di informazioni inutili.
![Selvaggia Lucarelli](https://crm-img.stcrm.it/images/42320017/2000x/20250130-170638083-7705.jpg)
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