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Omicidio Liliana Resinovich, NON È USCITA VIVA DA CASA, la teoria dell’amante Claudio Sterpin che accusa il marito Sebastiano: “La donna ripresa dalle telecamere è una sosia”. Altrimenti perché non avrebbe portato con lei anche il telefono?

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

3 maggio 2025

Omicidio Liliana Resinovich, NON È USCITA VIVA DA CASA, la teoria dell’amante Claudio Sterpin che accusa il marito Sebastiano: “La donna ripresa dalle telecamere è una sosia”. Altrimenti perché non avrebbe portato con lei anche il telefono?
Proseguono le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, con il marito Sebastiano Visintin indagato per omicidio. L'amico Claudio Sterpin ipotizza che quella ripresa dalle telecamere sia una sosia ma un'analisi forense le ritiene compatibili con Liliana. Sterpin crede che la donna sia stata uccisa in casa, dato che cellulare e portafogli sono stati trovati lì. L'analisi dei telefoni, affidata anche al consulente Michele Vitiello, potrebbe rivelare nuovi dettagli sui suoi ultimi movimenti

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa nel dicembre di quattro anni fa e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nell’ex giardino dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste, proseguono con nuovi elementi. Al centro dell’inchiesta c’è il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, attualmente indagato per omicidio. Nel corso delle perquisizioni effettuate nella sua abitazione, sono stati sequestrati diversi oggetti, tra cui alcuni coltelli e un maglione di colore giallo, la cui fibra sarebbe stata rinvenuta sul corpo della donna. Un dettaglio che potrebbe avere un ruolo chiave nel quadro probatorio. Nonostante i progressi fatti grazie a una nuova autopsia effettuata sulla salma, rimangono gli interrogativi riguardo agli ultimi spostamenti di Liliana nel giorno della sua scomparsa, il 14 dicembre. Quel giorno, infatti, la donna avrebbe dovuto recarsi a casa di un amico, Claudio Sterpin. Tuttavia, ciò che desta sospetto è il fatto che Liliana abbia lasciato a casa sia i suoi telefoni cellulari, appoggiati sul comodino, sia il portafogli contenente i documenti personali. Proprio Sterpin ha detto che la donna non era solita a queste dimenticanze e che, al contrario, era molto attenta. Per questo motivo ha avanzato l’ipotesi che la persona ripresa dalle telecamere di sorveglianza quel mattino fosse un’altra: “Io credo che la donna ripresa dalle telecamere sia una sosia”, ha dichiarato ai microfoni di Quarto Grado.

Claudio Sterpin. l'amante di Liliana Resinovich
Claudio Sterpin. l'amante di Liliana Resinovich
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Proprio la trasmissione ha coinvolto un ingegnere forense per esaminare le registrazioni delle telecamere situate nei pressi della scuola di Polizia e quelle relative a un autobus in piazza Gioberti, luoghi attraversati dalla donna quella mattina. L’esperto ha osservato che la figura femminile ripresa nei filmati appare leggermente più bassa rispetto all’altezza stimata di Liliana, che si aggirava tra 1,56 e 1,60 metri. Tuttavia, la scarsa qualità delle immagini potrebbe aver influito sulla percezione dell’altezza, “togliendo qualche centimetro” alla figura. In definitiva, secondo l’ingegnere, le riprese effettuate intorno alle 8.40 del mattino sarebbero comunque compatibili con la presenza di Liliana. Dal canto suo, Claudio Sterpin continua a sostenere una versione diversa: secondo lui Liliana sarebbe stata uccisa nella sua abitazione proprio la mattina del 14 dicembre, poco prima di uscire per andare a trovarlo. Ecco perché, stando a quanto detto da Sterpin, il portafogli e i cellulari sono stati trovati ancora in casa. A supporto di questa ipotesi c’è anche il dato fornito dal contapassi dell’iPhone di Liliana, che ne ha registrati solo undici quella mattina, tutti intorno alle 8.38. I dispositivi saranno oggetto di una perizia tecnica approfondita. A seguire questa fase sarà anche il nuovo consulente di Sebastiano Visintin, Michele Vitiello, un esperto che ha maturato esperienza in casi di grande rilevanza nazionale, come quelli di Emanuela Orlandi e del disastro della funivia del Mottarone. L’analisi dei dati contenuti nei telefoni potrebbe fornire informazioni cruciali sui movimenti della donna nelle ore precedenti alla scomparsa, oltre a eventuali cancellazioni di attività o messaggi che finora non sono emersi.

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