Un colpo di scena dopo l’altro. Il caso del delitto di Garlasco, a diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, si conferma un labirinto investigativo senza uscita. E ora, oltre ai misteri della scena del crimine e alle tracce di DNA rinvenute nella bocca della vittima, spuntano anomalie clamorose negli interrogatori. Un malore mai verbalizzato, orari che non tornano e militari che — ufficialmente — sembrano moltiplicarsi.
Mentre l’incidente probatorio sull’analisi della pattumiera dell’ultima colazione di Chiara va avanti, il focus si sposta su Andrea Sempio, amico di famiglia e nuovo indagato. Ma qualcosa non quadra, come ha riportato Il Corriere della Sera: i verbali degli interrogatori intestati a Sempio e ai suoi amici Biasibetti e Capra sarebbero tutti firmati dagli stessi due carabinieri, nello stesso arco orario. Peccato che, secondo la logica — e la fisica — ciò non sarebbe possibile.
Sempio fu ascoltato il 4 ottobre 2008 a Vigevano, dalle 10.30 alle 14.40. In quell'occasione fornisce per la prima volta lo scontrino del bar di Vigevano, considerato il suo alibi. Ma secondo la nuova indagine, durante quel lungo colloquio sarebbe stato colto da un malore che rese necessario l’intervento del 118. Dettaglio inquietante: del malore nel verbale non c’è traccia. Zero. Come se non fosse mai accaduto.

Eppure, mentre Sempio era (presumibilmente) assistito dai medici, anche gli amici venivano interrogati dagli stessi carabinieri. Biasibetti dalle 11.25 alle 12.10, Capra dalle 13.25 alle 14.20. Una tripla sovrapposizione temporale che solleva interrogativi scomodi: chi interrogava davvero chi? E, soprattutto, perché questi dettagli non sono emersi prima?
Intanto, la scoperta di nuove tracce di dna nella bocca della vittima apre a scenari inediti. Il profilo genetico, ribattezzato “Ignoto 3”, potrebbe appartenere al vero assassino. Ma c’è chi, con prudenza, parla di una possibile contaminazione da parte di un tecnico. Resta il fatto che, a distanza di quasi due decenni, l’intera impalcatura del caso scricchiola.
È il momento, forse, di riscrivere tutto da capo. Di rileggere le carte con occhi nuovi. Perché in questa vicenda, come in una vecchia sceneggiatura noir, ogni dettaglio dimenticato potrebbe essere la chiave di volta. E ogni incongruenza, l’indizio più eloquente.
