Giovanni Battista Macciò, operaio di 52 anni del porto di Genova, è stato colpito da una ralla mentre lavorava su un container, perdendo la vita sul colpo. L’altro operaio che guidava il mezzo è caduto e si è ferito. Il personale, il 118, la polizia stradale e gli ispettori della Asl sono arrivati pochi minuti dopo sul posto. Il terminal Psa del porto ha spiegato così l’accaduto: “Prima delle 3 di questa notte si è verificato un grave incidente in una delle squadre della Compagnia Unica avviate al lavoro in piazzale al terminal di Pra’: per cause ancora da accertare, il conducente di una ralla ha improvvisamente sterzato e colpito in modo violento un altro mezzo operativo. L'impatto ha provocato la morte di un addetto checker e il ferimento di un altro conducente, attualmente ricoverato in codice giallo”. Macciò è morto schiacciato tra le due macchine. Gli ispettori hanno requisito le videocamere di sorveglianza per capire cosa è davvero successo. L’ennesima tragedia sul posto di lavoro che ha fatto infuriare i colleghi, che hanno deciso di scioperare per 24 ore: “Non puoi uscire di casa e non tornare più dalla tua famiglia, è inaccettabile”. Abbiamo chiesto a Francesco Baccini, cantautore ed ex “camallo” del porto di Genova, un parere sulla situazione del lavoro nella città. Riportiamo di seguito le sue parole.
“Il problema della sicurezza sul lavoro c'è da sempre. Quando io lavoravo in porto, che erano gli anni Ottanta, purtroppo questi problemi c'erano forse anche di più, perché in Italia se non ci scappa il morto non si muove nessuno, fanno tutti finta di niente. Resta da capire se ci sono delle responsabilità, perché da quanto ho letto questa ralla qualche problema ce l'aveva, visto che è impazzita. Queste sono macchine che vanno gestite, controllate proprio per la sicurezza dei lavoratori. La cosa triste è vedere che la storia non insegna mai niente, perché queste cose si ripetono sempre. Ripeto, specialmente noi italiani su queste cose aspettiamo sempre il dramma, il caso dove c'è qualcuno che muore. Solo allora l'opinione pubblica prende posizione. Quelli che lavorano e che dovrebbero mantenere la sicurezza devono muoversi e fare qualche cosa. È tutto molto triste”.