A seguito della pubblicazione del prospetto informativo relativo all’offerta pubblica di acquisto lanciata da Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, i mercati si preparano all’apertura dell’operazione prevista per lunedì 14 luglio. In un contesto volatile per entrambi i titoli, sono arrivate ieri le valutazioni da parte delle principali agenzie di rating.
Standard & Poor’s ha messo in evidenza potenziali criticità per Mediobanca nel caso di successo dell’Ops. «Se l’offerta di Mps avrà successo dovremo valutare se l’entità risultante dalla fusione riuscirà a mantenere» i punti di forza di Mediobanca «e se la combinazione comporterebbe un aumento dei rischi per il suo merito creditizio». L’agenzia ha aggiunto che sarà importante verificare se Piazzetta Cuccia «continuerà a beneficiare di un modello agile e ben diversificato». Qualora emergessero impatti negativi sulla solidità finanziaria, «potremmo abbassare il rating».
Contemporaneamente, Fitch ha rivisto al rialzo il giudizio su Mps, portandolo da Bb+ a Bbb- con outlook stabile. Secondo l’agenzia, l’upgrade riflette «i miglioramenti strutturali» conseguiti dalla banca senese «nel rilancio del modello di business». In merito all’acquisizione di Mediobanca, Fitch osserva che, qualora l’offerta si concretizzasse, «l’impatto sul capitale e i rischi di esecuzione dovrebbero essere coerenti con il rating».

Nella giornata di ieri, Mediobanca ha registrato ulteriori movimenti tra i soci. Dopo i Doris, anche Monge ha venduto 22.290 azioni, Fin.Fer ne ha cedute 200.000 e Gavio 250.000. Non tutte le azioni erano comprese nell’Accordo di consultazione, che ha comunque ridotto il proprio peso dal 7,88% al 7,86%. Il titolo ha chiuso in lieve rialzo (+0,13%), mentre Mps ha registrato un calo del 2%. Secondo alcune interpretazioni, ciò sarebbe dovuto a prese di beneficio da parte di chi intende uscire dal capitale, mentre altri parlano di un possibile «effetto Bper», con riferimento all’operazione in corso della banca modenese sulla Popolare di Sondrio, che giovedì ha incluso una componente cash nella sua offerta.
Lo scarto tra il valore implicito dell’Ops e la capitalizzazione di Mediobanca è tornato a salire, toccando il 5,8%. Per colmare il divario, il Monte dovrebbe aggiungere circa 900 milioni di euro in contanti. L’offerta partirà il 14 luglio e resterà aperta fino all’8 settembre. L’obiettivo minimo dichiarato è il 35% del capitale di Mediobanca, soglia indicata nel prospetto, ma il target resta il 66,7%, quota che consentirebbe l’accesso pieno alle sinergie e all’ottimizzazione dei benefici fiscali.
Nel frattempo, l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, avvierà un nuovo tour di presentazione tra Londra e New York, previsto dal 14 al 23 luglio. L’iniziativa punta a illustrare a investitori internazionali numeri e prospettive dell’operazione. Intorno al 23 luglio è atteso anche il parere ufficiale del consiglio di amministrazione di Mediobanca sull’offerta, con ogni probabilità negativo. Lovaglio si dice fiducioso sulla possibilità di superare le soglie previste. Secondo alcune stime di mercato, le adesioni potrebbero superare il 42-45%. Alla chiusura dell’Ops, Mps potrebbe procedere con l’acquisto fino al 5% annuo di Mediobanca. Le prime settimane dell’offerta, tipicamente più lente, potrebbero però accelerare con l’avvicinarsi della scadenza.
