UniCredit ha fatto un altro grande passo verso il controllo di Commerzbank, consolidando la propria influenza in uno dei mercati bancari più strategici d’Europa. Dopo la conversione in azioni di circa il 10% della sua posizione sintetica, la banca guidata da Andrea Orcel ha portato la sua quota azionaria e i diritti di voto attivi al 20%, diventando il primo azionista del gruppo tedesco. L’operazione ha ricevuto il via libera dalla Banca Centrale Europea, dalla Federal Reserve USA e dal Bundeskartellamt, l’autorità antitrust tedesca, confermando la conformità regolatoria dell’iniziativa e la solidità del piano.
UniCredit, che detiene ancora una posizione sintetica del 9%, ha confermato l’intenzione di convertirla “a tempo debito”, puntando a raggiungere circa il 29% dei diritti di voto, un livello strategico che rimane sotto la soglia del 30% oltre la quale scatterebbe un’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria secondo la legge tedesca. Tuttavia, questa avanzata italiana ha scatenato dure reazioni in Germania. Sascha Uebel, vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Commerzbank, ha invitato senza mezzi termini Orcel a “vendere le sue azioni, prendere i suoi profitti e tornare a casa”. Friedrich Merz, leader della CDU e figura di spicco nella politica tedesca, ha definito l’ingresso di UniCredit “non coordinato e ostile” e “inaccettabile”, sottolineando l’importanza di mantenere Commerzbank “forte e indipendente”. A livello governativo, la resistenza è sostenuta anche dal fatto che lo Stato tedesco è ancora azionista dopo il salvataggio del 2008, e teme un impatto negativo su imprese medio-piccole e sul finanziamento all’export.

Per rispondere a queste preoccupazioni e stemperare le tensioni, Andrea Orcel ha inviato una serie di lettere al cancelliere Merz, al ministro delle Finanze Lars Klingbeil, al capo della Cancelleria Levin Holle e ai sindacati, sottolineando come l’operazione sia “economicamente, socialmente e politicamente vantaggiosa” per entrambi i Paesi. Gli scenari futuri restano aperti: se UniCredit dovesse superare la soglia del 30%, sarebbe obbligata a lanciare un’offerta pubblica d’acquisto, ma per ora sembra voler rimanere sotto il limite. Non è esclusa inoltre una possibile integrazione tra Commerzbank e la banca tedesca HVB, parte di UniCredit, con l’obiettivo di creare un polo bancario più forte e integrato in Germania nei prossimi anni.
I mercati hanno reagito positivamente, con le azioni di Commerzbank in crescita del 76% da inizio anno, sebbene questo aumento renda più complicato un’eventuale fusione senza un forte sostegno politico. Il confronto tra la visione europeista di integrazione cross-border e la politica tedesca, più attenta alla sovranità nazionale, resta centrale per il destino dell’operazione. L’esito di questa partita non solo deciderà il futuro di Commerzbank, ma potrebbe segnare un passaggio cruciale nell’evoluzione del sistema bancario europeo.
