Che brutta storia quella dell'intervista concessa da Rocco Siffredi alla giornalista Alisa Toaff dell'agenzia giornalistica AdnKronos. La denunciante e accusatrice ha più volte ribadito le gravi accuse: molestie sessuali, seppur verbali e tramite mezzo telematico, per via di alcuni vocali offensivi su Whatsapp. La collega, dapprima per alcuni giorni misteriosa e anonima (ma intervistata, coperta sempre da anonimato, per prima su MOW), ha poi dovuto palesarsi, non appena è uscito il nome sui social network per la rivelazione di Alberto Dandolo. Ed è stata subito intervistata da La Repubblica, in contemporanea alla pubblicazione, sempre da parte del quotidiano del gruppo Gedi, di parziali comunicazioni personali e private tra denunciante e denunciato, ovvero i messaggi audio inviati da Rocco Siffredi ad Alisa Toaff. La polemica mediatica in corso da oltre una settimana, con l'opinione pubblica divisa tra i contendenti, ha perso totalmente l'oggetto del questionare: l'intervista del debutto della serie su Netflix, pubblicata dall'agenzia giornalistica dove è dipendente Alisa Toaff, nonché ripubblicata a firma su altri quotidiani nazionali, che Siffredi ha però contestato e su cui era intervenuta anche Netflix ufficialmente, per via di alcune spettacolarizzazioni scritte e atte a generare accessi compulsivi da parte dei lettori. Il solito titolo da clickbait, come dicono i giornalisti che appartendono alla Vecchia Scuola. Ma la vera domanda che tutti si sono posti, tra cui l'esperta avvocata Annamaria Bernardini de Pace su MOW è: perché si è parlato per giorni solo dell'accusato di presunte molestie? E come mai non sono stati diffusi solo i messaggi del pornodivo alla giornalista? Ai lettori, posteri e postumi, l'ardua sentenza. Ma è da notare che Rocco Siffredi si è addirittura speso a favore della propria accusatrice. Il noto divo dell'hard ha infatti pubblicato venerdì scorso un video su propri social network, dove ha chiesto agli utenti di smetterla di insultare la giornalista online e di non comportarsi come hater o leoni da tastiera: una galante difesa a spada tratta, nei confronti della propria denunciante. Cose che fanno i maschi adulti.
Lo ha raccontato a tutta l'Italia proprio l'agenzia giornalistica AdnKronos, che ha riferito la notizia del video diffuso da Rocco Siffredi, ma lo ha mostrato anche Nicola Porro in Tv a Quarta Repubblica, all'interno di "Una poltrona per due": il format di rassegna stampa, il cui titolo è il medesimo del mitologico e yuppissimo film del secolo scorso, e che viene condotto in coppietta con il giornalista, che in Tv è sorprendentemente pettinato con trucco e parrucco valorizzante, Giuseppe Cruciani. Seduto negli studi Mediaset di Roma, l'irriverente e spesso fastidioso conduttore radiofonico, ha lanciato la bombetta: "A mezzanotte, ti dico che questa storia finirà bene: Rocco Siffredi e questa giornalista troveranno un accordo. Questo te lo dico, quasi con certezza assoluta", ha riferito con entusiasmo. "Ma resta il fatto che lei lo ha denunciato per molestie sessuali, non verbali - ha ribadito il giornalista di Radio24 - per quanto volgari possano essere, sono cose che posso dire anche a te, in un momento di rabbia". Concludendo infine con la medesima analisi di Annamaria Bernardini De Pace: "Se diciamo che tutto è molestia sessuale facciamo diventare la vera molestia sessuale una roba... inesistente". Uno dei dogmi del crucianesimo: se è tutto, è anche niente. "La storia finirà bene", che pare una boutade o una "crucianata", ma fa rima anche con "gufata". L'esperto giornalista si riferiva infatti al breve futuro: la puntata de Le Iene che è in onda stasera. Ma occorre prima riavvolgere il nastro cronologico di qualche giorno: lo scorso venerdì sera, il programma di Mediaset, ha spedito la propria inviata, la partenopea Roberta Rei, presso un hotel di Roma per chiedere il parere di Rocco Siffredi, a poche ore di distanza dalla pubblicazione, da parte del noto pornodivo, del video in difesa della giornalista. MOW lo sa bene perché c'era: ha personalmente incontrato Le Iene nella hall dell'hotel dove, insieme ad altri invitati, tra cui alcuni esperti operatori Tv, montatori di storiche pellicole a luci rosse, fonici da presa diretta e altra fauna del mondo del Cinema, attendeva Rocco Siffredi per andare fuori a cena.
Nota a margine: L'inviata della trasmissione, Roberta Rei, incolpevole, ha dovuto subire la disagiante, disturbante e sguaiatissima cronaca dello scrivente giornalista di MOW, che le ha evidenziato il clamoroso furto, due anni or sono, del lavoro altrui. Il lavoro di MOW che viene tutt'ora venduto sull'app televisiva di Mediaset, come se fosse de Le Iene. Si tratta di un video, dove è espressamente scritto a chiare lettere che è "pubblicato in esclusiva da MOW", ma purtroppo è stato "ciulato" lo stesso da Le Iene, reincollato all'interno di un proprio servizio televisivo e rivenduto agli ignari telespettatori italiani, senza manco citare la vera fonte della notizia, nonché autore del video. "Ho usato il sito della vostra trasmissione, per segnalarlo: il modulo da compilare - ha raccontato la fastidiosa voce dello scrivente giornalista a Roberta Rei e all'operatore che aveva la luce rossa accessa e stava forse registrando dei "fuori onda" o almeno questa era la speranza -, "sai quella pagina, dove c'è la domanda... 'Vuoi denunciare un prepotente?' 'Si: voi, che mi avete ciulato il lavoro!' Il tuo collega: guarda nel pezzo, che gli abbiamo dedicato, come se la ride felice e beato. Stranamente, nessuno ha risposto. Che strano... anche al telefono il tuo autore ha fatto ghosting... che cosa strana, eh?". Tornando invece alla querelle Siffredi-Toaff e alla hall dell'hotel di venerdì scorso: l'inviata del programma condotto da Veronica Gentili ha brevemente intervistato un poco convinto Rocco Siffredi che ha ribadito le proprie scuse alla giornalista e, complice il tentato siparietto Tv de Le Iene, ha persino provato a parlare al telefono con Alisa Toaff per scusarsi: La Iene di Mediaset hanno chiamato la giornalista che, avendo avuto conferma che era in corso la registrazione del servizio televisivo, ha detto che avrebbe successivamente richiamato. Trascroso dunque il weekend, in cui il pornodivo ha persino realizzato una delle proprie roboanti e corali opere cinematografiche riservate ai soli spettatori adulti, è arrivata ieri, per bocca di Giuseppe Cruciani, la "bomba" o il "granchio" a seconda del montaggio e della messa in onda Tv di stasera. Infatti l'inviata de Le Iene è in onda con la propria intervista a Rocco Siffredi e, dai pochi rumor che sono trapelati in esclusiva a MOW, il programma di Mediaset potrebbe aver documentato, al netto della nota metodologia di montaggio e rimontaggio delle informazioni a piacimento (anche senza citare le fonti, come MOW) da parte della storica trasmissione televisiva, gli italiani potrebbero assistere a un incontro pacificatore, oppure a uno scontro in stile "Heat - la sfida". Senza Robert De Niro e Al Pacino, ma con Siffredi e Toaff. Ultima nota, con aneddoto storico e di costume, circa la polemica di "molestie sessuali", che sono in realtà dei volgari messaggi vocali su Whatsapp. Una volta, poiché stufo e stanco della pedissequa e fastidiosa voce dello scrivente giornalista, che blablava nel corridoio di un albergo, ma di fronte alla camera che conteneva un dormiente Rocco Siffredi, il pornodivo in persona, dal vivo e non in digitale, ha sonoramente urlato: "Ancora? Ma quanto parla questo? Domani ti incu*o". Ovvero urlando a pieni pomoni e utilizzando il lessico volgare della lingua italiana, la cui espressione rimanda a bibliche pratiche sodomitiche, nonché attività sessuali per adulti che sono il motivo per cui egli è diventato noto in tutto il mondo. Quasi una promessa e ben più di una minaccia. Se Rocco Siffredi che si incavola e ti urla volgarità a voce alta è una molestia sessuale, allora anch'io io dovrei essere traumatizzato.