Questa settimana parliamo di soldi e di donne, e cercando tra i testi sacri dell’economia e delle ricerche demoscopiche scopro che davvero le donne sono meno pagate degli uomini. Il divario, o differenziale, retributivo di genere è la differenza tra i compensi orari lordi di uomini e donne. Si basa sugli stipendi versati direttamente ai dipendenti prima delle detrazioni fiscali e dei contributi previdenziali. Nei calcoli si tiene conto soltanto delle aziende con dieci o più dipendenti. E il numero chiave è questo: le retribuzioni delle donne in Europa in media sono inferiori del 12% rispetto ai maschi. Ripeto questa è la media europea. In Italia le donne guadagnano il 5% in meno rispetto agli uomini e la cosa, anche se è sempre un meno, in qualche modo mi conforta, pensavo di più. Qualcuno mi spiega che ci vorranno anni e anni per arrivare alla parità (c’è chi dice quindici anni), ma una delle ragioni base della differenza retributiva rispetto agli uomini è che le donne sono più presenti in settori a basso salario come l'assistenza, la sanità e l'istruzione. E qui sono sconvolto: hai detto niente, sono tre settori importantissimi nella nostra vita: salute, benessere degli anziani e dei malati, e formazione scolastica, le base della vera civiltà sono meno pagate di alti settori, assurdo. Essere meno pagate non vuol sempre dire che non ci sono donne ricche e mi ha stupito scoprire attraverso il giornale Forbes che in Italia ci sono 19 miliardarie, in dollari. Negli Stati Uniti ce ne sono 97, ma noi siamo in 60 milioni in America 330, pare, quindi se anche noi fossimo in 330 milioni avremmo 104 miliardarie, tradotto ed è solo una sparata numerica, se tanto mi dà tanto avremmo in Italia 104 miliardarie, di più che negli Stati Uniti. Certo molte di queste miliardarie italiane hanno ereditato dal marito, grande industriale, come nel caso della più ricca (con 7,5 miliardi di dollari) Massimiliana Landini Aleotti, che nel 2014, assieme ai figli, ha ereditato il gigante farmaceutico Menarini dal marito, Alberto.
C’è anche chi ha ereditato e poi ha ingrandito la sua attività con il marito come Miuccia Prada, al secondo posto in Italia con 5,6 miliardi, nipote del fondatore dell’impero della moda. Miuccia, che da ragazza era una comunista convinta, ha condotto a lungo l’azienda assieme al marito, Patrizio Bertelli, come co-amministratore delegato, prima di affidare la carica ad Andrea Guerra. Sul terzo gradino del podio, scrive Forbes, a pari merito con 4,6 miliardi, altre tre eredi, quelle di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica: le figlie Marisa e Paola, e la vedova Nicoletta Zampillo, sempre molto bella e affascinante. Del Vecchio, morto nel giugno 2022, ha lasciato a ciascuno degli otto eredi il 12,5% di Delfin, la società lussemburghese che deteneva i suoi asset. Non voglio abbattervi, ma in breve seguono Giuliana Benetton, con 3,3 miliardi, che con i fratelli ha creato il colosso dell’abbigliamento nel 1965, segue poi un elenco di miliardarie che però non conosco, a parte le ultime in classifica, poverine, Giuliana Caprotti e Marina Caprotti. Non le conoscete? Pensate che forse le avete rese miliardarie anche voi: sono le padrone di Esselunga, ereditata dal padre Bernardo Caprotti. Si racconta che Bernardo, uomo simpatico quanto burbero, era miliardario, ma non andava mai in week end perché gli piaceva troppo vedere alla chiusura delle casse il sabato sera quanto aveva incassato dai suoi supermercati. Le due figlie hanno un patrimonio 1,2 miliardi di dollari. Qualcuno s’è affrettato a dire che i soldi non fanno la felicità, di certo non sono un grossissimo ostacolo, la miseria, scusate la mia sicurezza, sono certo fa di peggio. Per questo concludo a proposito con una massima di Marilyn Monroe: “Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quello di una carrozza del metrò”. Viva Marilyn!