Le piste nel caso della bomba carta esplosa sotto casa di Sigfrido Ranucci sono ancora incerte. Su quell’attentato la Procura sta ancora indagando. Il direttore di Report ha ringraziato tutti per la solidarietà, ma ha dichiarato che per tutelare davvero i giornalisti c’è ancora molto da fare. Il Giornale oggi pubblica un articolo in cui riporta le dichiarazioni di uno degli inquirenti che stanno lavorando al caso: “Dietro la bomba c'è la criminalità comune legata a Ostia, gli albanesi che importano droga dalla Colombia o al massimo alla 'ndrangheta collegata al business dell'eolico. L'ordigno era artigianale e non troppo sofisticato, chi l'ha messo non voleva uccidere ma solo lanciare un avvertimento”. Questo escluderebbe, stando a quanto riportato dal quotidiano, la “pista politica”, mai veramente battuta e da cui lo stesso Ranucci aveva preso le distanze (L'attentato è un messaggio, ma non vedo mandanti politici”, le sue parole). I responsabili, quindi, vanno cercati altrove. Personalità vicine a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni hanno detto che l’ipotesi politica è emersa in ambienti di sinistra per colpire il governo: “C'è chi cavalca la pista politica per attaccare il governo, serve chiarezza perché altrimenti il sospetto che i ritardi della Procura non siano casuali ma strategici rischierebbe di diventare certezza”, la dichiarazione riportata da Il Giornale. “Si tratta di indagini delicatissime – aggiunge un altro degli investigatori – “il riserbo è massimo per salvarne gli esiti”.
Delle indagini, invece, qualcosa sappiamo: sono in corso gli accertamenti sul percorso della Panda nera su cui viaggiava l’uomo che avrebbe collocato l’ordigno tra la Opel Adam di Ranucci e la Ford Ka della figlia. Le telecamere hanno infatti catturato le immagini di una persona incappucciata, verosimilmente un uomo dell’Est Europa. Colui che ha piazzato la bomba, però, al momento dello scoppio non sarebbe stato sul posto, “ma forse chi gli ha dato l'ok con Ranucci in casa sì”. Dalle indiscrezioni riportate da Il Giornale pare che quella bomba carta potenziata sia “tipico più della criminalità comune”. Ecco quindi le piste legate ai clan di Ostia e alla criminalità albanese. In quegli ambienti c’erano già stati attentati e violenze per il controllo del territorio: “Colpa dei nuovi affidamenti delle spiagge decisi del Campidoglio”, dicono ancora le fonti a Il Giornale.