In tutta questa storia di omicidi, di tradimenti e pentimenti, di omertà, di connivenze e di criminalità c'è una buona notizia. Nasce un bambino. Il padre e il nonno sono in carcere. Il padre, soprattutto, ha soli 40 anni e rischia l'ergastolo. Perché questa è anche una storia di famiglie spezzate. Ma non importa adesso. Per un bambino che nasce si gioisce, si sorride, ci si commuove. Sta per nascere il figlio di Marco Ferdico e Aurora Alisea Simoncini. Si chiamerà Antonio, come Antonio Bellocco, il boss della 'ndrangheta ucciso con 21 coltellate da Andrea Beretta il 4 settembre scorso. Anche qui scappa un sorriso. Amaro. Vita che va e vita che viene. Legami che restano. Del resto, fin dall’inizio di questa storia, dopo l’uccisione di Totò, Ferdico aveva mandato dei segnali in questo senso. Poche ore dopo il delitto aveva postato su Instagram delle storie con dei messaggi di affetto, in onore di Antonio. Allora sembrava un modo per chiarire la sua posizione agli occhi della famiglia dell’amico. In quei giorni uscì la voce che qualcuno aveva detto a Beretta che Bellocco voleva ammazzarlo. Poi è finita com'è finita e molti cronisti avevano pensato che quelle storie social di Marco fossero un modo per dire a tutti che non era lui il traditore. Invece l'amicizia era vera. E profonda. Bellocco era stato il padrino di battesimo dell'altra figlia di Ferdico. Alla festa ci sono anche altri ultrà della Nord: Matteo Norrito, Mauro Nepi, Francesco Intagliata e ovviamente Beretta. Che quel rapporto tra i due fosse sincero lo abbiamo capito nei mesi seguenti e la prova è arrivata con le indagini che hanno portato a ricostruire l'omicidio Boiocchi, irrisolto per due anni e mezzo. Ora sappiamo, merito della collaborazione di Beretta con i magistrati, che il mandante fu lo stesso Beretta e gli organizzatori Marco Ferdico e suo padre Gianfranco, mentre a sparare fu Bellebuono, ovvero Daniel D'Alessandro, che il 29 ottobre 2022 fu accompagnato in via Zanzottera 12 da Andrea Simoncini, il padre di Aurora. A portare su dalla Calabria Simoncini, da Gerocarne, terra dei Mancuso e Cuturello, terra dei Soriano, degli Idà, fu proprio Marco. Il rapporto tra lui e Bellocco si stringe in quel periodo. È Marco che lo fa salire a Milano, che garantisce per lui con Berro. Ed è ancora Ferdico che, sempre seguendo le parole del pentito, poteva andare in Calabria per parlare con gli esponenti della ‘ndrangheta. Marco aveva già vissuto a Soriano Calabro in passato. Lì, appunto, giocava a calcio con la squadra locale, come ha raccontato Enrico Lupino a Lo Stato delle cose, ed è sempre lì che conosce la moglie Aurora.


Poi le cose procedono velocemente: Bellocco e Ferdico si vogliono prendere tutto. E c'è qualcosa nella gestione di Beretta del merchandising che non torna. Sopettano che rubi. Vogliono guadagnare di più e per questo pianificano di ucciderlo, o almeno così vogliono fargli credere. Bellebuono avverte Beretta. Bellocco e Beretta finiscono insieme nella Smart bianca davanti alla palestra di Cernusco sul naviglio. Beretta è tesissimo, ma alla fine è lui a uccidere Totò. Ferdico perde un amico. Il nome di Antonio adesso risuonerà in casa sua ogni giorno. In quella casa mancherà il padre, rinchiuso in carcere. Certo, resta un mistero, un tassello mancante. Si torna lì, all’omicidio di Vittorio Boiocchi. Sono Marco e Gianfranco Ferdico, a quanto pare, che propongono a Beretta di ingaggiare Andrea Pietro Simoncini, il padre di Aurora, uno che è “già esperto di queste azioni”. Come abbiamo già scritto qui, l’uomo di Gerocarne sarebbe vicino alle famiglie dei Tassone e degli Emanuele. In quelle zone c'è una guerra di mafia in corso da anni, la “faida delle Preserre”. Lo ripetiamo: quella è terra dei Mancuso, dei Soriano, degli Idà. Non dei Bellocco. Perché allora è Antonio che viene mandato a Milano? Klaus Davi ha detto che lì nel 2019, precisamente a Mongiana, è stato latitante il boss Domenico Bellocco, “Mico u curtu”, prima di essere arrestato nel novembre del 2020. Una latitanza con ogni probabilità coperta dalle altre famiglie del territorio. I rapporti tra le ‘ndrine sono meno tesi, quindi? Questo spiegherebbe la decisione, forse condivisa, di mandare Totò a Milano. Per il momento le indagini non hanno ancora chiarito come sono andate davvero le cose. Ma la narrazione di Beretta per la quale Antonio era stato assoldato dagli ultras come protezione dalle altre famiglie criminali non regge, è fin troppo lineare. Per dare un'idea dei rapporti che c'erano ai vertici della curva ricordiamo un aneddoto. Ferdico e Aurora hanno un'altra bambina. Il giorno del suo compleanno succede una cosa che è ricordata anche dagli investigatori nelle carte del caso Boiocchi. Giuseppe Idà, uomo vicino a Bellocco, si arrabbia per non essere stato messo allo stesso tavolo di Marco e viene intercettato mentre dice: “Hai fatto quello che hai fatto e ti pare che sei forte!”. Idà si riferisce all'omicidio di Vittorio. Forse Ferdico non piaceva a tutti coloro che erano legati al giovane 'ndranghetista. Di certo la mafia non era entrata a San Siro per fare un favore ai capi ultrà. Le ‘ndrine avevano altri progetti, al di là delle volontà dei leader della curva. Per l’omicidio di Vittorio Boiocchi sono state arrestate sette persone, come abbiamo scritto qua. A difendere Marco a processo ci sarà Mirko Perlino, già avvocato di Beretta prima di rinunciare al mandato. Ora Ferdico diventerà padre. Il bambino si chiamerà Antonio. Un nome non casuale, specie in questo momento. Specie dopo tutto quello che è successo ai vertici della Nord. Ma non è il caso di pensarci. La notizia principale è un'altra. Ed è positiva. Felicitazioni alla famiglia Ferdico e Simoncini. Ci auguriamo che la giustizia faccia velocemente il suo corso. E che questa storia, che è anche quella di un figlio che nascerà con il padre in carcere, faccia riflettere molte persone.
