Fiat, o meglio ancora Stellantis, si mette nelle mani di Hollywood per sbarcare sul mercato automobilistico americano con la nuova 500 elettrica. Il modello made in Italy, realizzato nello stabilimento torinese di Mirafiori dove è in atto una cassa integrazione che pare infinita, è l’unico veicolo della casa destinato alla traversata transatlantica, e in molti hanno già bollato questa operazione come un flop commerciale (l’ennesimo negli Usa per il marchio di Torino). Per risollevare le aspettative, quindi, John Elkann e Carlos Tavares, rispettivamente presidente e amministratore delegato del gruppo, hanno deciso di affidarsi prima a Jennifer Lopez, che ha incluso la city-car full-electric all’interno del suo video per la canzone Can’t get enough per una piccola comparsata, e adesso alla coppia cinematografica Spike Lee (regista) e Giancarlo Esposito (attore) per uno spot pubblicitario della durata di un minuto dal titolo “L’Italia in America”. Insomma, a quanto pare la tanto idealizzata Dolce Vita la si può trovare anche a New York, a Los Angeles e forse addirittura a Detroit, eppure dell’auto in questione non c’è quasi traccia. Ma perché?
Ne parla Giorgio Gandola in un suo articolo pubblicato su La Verità, in cui commenta l’operazione mediatica di Stellantis per il suo arrivo oltreoceano. Secondo il giornalista, dunque, la pubblicità (in totale sono stati realizzati anche dodici contenuti per la tv, web e social network) della Fiat 500e “ha esibito più luoghi comuni del nostro Paese che neanche una canzone di Toto Cotugno”, e questo ha una spiegazione logica. Le caratteristiche vincenti della piccola automobile di casa Fiat, dunque, non è più la motorizzazione a zero emissioni, visto che, scrive Gandola, “fuori da Manhattan arriverebbe al massimo a Brooklyn”, fanno meglio le dimensioni compatte per il traffico americano, fatto perlopiù da Suv giganteschi; ma nello spot pubblicitario, questo diretto dallo stesso Lee, “l’azienda e il regista giocano la partita del successo concentrandosi sullo spaghetti-mandolino 2.0, sui baci rubati di Hollywood sul Tevere, su fragola e pistacchio, sull’immaginario da cineteca neorealista che il nostro Paese evoca sempre presso il pubblico oltreoceano”. E a questa teoria si collega anche il tema sull’Alfa Romeo Milano, ora diventata Junior, per la quale, ipotizza il giornalista de La Verità, l’azienda “forse aveva già pronti gli scorci del City Life e dei Navigli prima che le venisse fatto notare che era stata costruita in Polonia”. La realtà dietro a tutto ciò, è che in realtà la Fiat 500 elettrica, a livello di vendite, può essere considerata a tutti gli effetti un buco nell’acqua. E mentre negli Usa viene presentata, si legge sul quotidiano, con un “puro marketing per la upper class con già due Suv e un pick-up in garage”, qui in Italia oltre a fermare le produzioni e lasciare a casa gli operai, stenta a trovare acquirenti. E non è che gli altri modelli Stellantis se la passino poi così bene, eh… Sono già note le difficoltà incontrate dal colosso automobilistico in questo primo trimestre del 2024, ma, sempre su La Verità, Tobia De Stefano rivela addirittura che “a tenere su l’occupazione restano i furgoni”, tant’è che “Stellantis ha più del 40% del mercato italiano dei veicoli commerciali: le immatricolazioni - sottolinea il giornalista - reggono perché la quota dell’elettrico è bassa”; mentre, riporta sempre De Stefano, “oggi la produzione è poco sopra quota 500.000 vetture”. Bassina.