Potrà sembrare strano, ma all’interno di Stellantis vige una regola piuttosto ambigua, che da una parte approva dei salari milionari, e dall’altra, invece, lascia a casa i lavoratori dello storico stabilimento (ex Fiat) di Mirafiori. Così, l’assemblea degli azionisti del Gruppo ha dato l’ok per lo stipendio dell’amministratore delegato Carlos Tavares, lo stesso che nelle scorse settimane si è reso protagonista di aspri dissidi con il Governo Meloni e i suoi ministri, con il 70,21% dei voti favorevoli e il 29,78% contrari. Ma quanto guadagnano realmente i massimi dirigenti del colosso automobilistico? Secondo quanto rivelato da Il Sole 24Ore, “Tavares, ha percepito nel 2023 una retribuzione di circa 13,5 milioni di euro [...] Oltre alla retribuzione di base e variabile, Tavares ha ricevuto nel 2023 un incentivo per la trasformazione di Stellantis in un provider di mobilità tecnologica sostenibile, pari a 10 milioni [...] Parallelamente sono stati attribuiti al ceo incentivi a lungo termine pari a 13 milioni che saranno assegnati a Tavares solo se saranno raggiunti nei prossimi anni specifici obiettivi di performance. Sommando anche questi ultimi incentivi il totale che potrebbe ricevere arriva a 36,5 milioni, vetta assoluta nel settore automotive”. Quasi per giustificare i suoi ricavi, il portoghese ha specificato che si tratta di “una dimensione contrattuale tra l’azienda e me, proprio come per un calciatore o un pilota di Formula 1”, ma anche che “il 90% del mio stipendio deriva dai risultati dell’azienda, [...] quindi questo dimostra che i risultati dell’azienda non sono poi così male” (parole riportate dal 24Ore). Riguardo lo stipendio di Tavares, bisogna ricordare, come fatto dal sito Firstonline, che “questo sarà erogato sotto forma di azioni e aumenterà con il valore delle azioni del gruppo, che è quasi raddoppiato negli ultimi tre anni”. Allo stesso tempo, si legge sempre sul quotidiano economico finanziario, John “Elkann ha percepito nel 2023 compensi complessivi per circa 4,8 milioni (in calo dai 5,85 milioni del 2022)”. Comunque sia, le votazioni non sono state di certo un momento di serenità, come quella che voleva esprimere Jean-Philippe Imparato cambiando il nome della nuova Alfa Romeo da Milano a Junior, visto che alcuni azionisti (come Glass Lewis) si sono dichiaratamente schieranti con il fronte del no. D’altronde, in Stellantis si palesa una situazione alquanto caotica, e bisogna osservare Mirafiori per cercare di comprenderla…
Infatti, se da una parte, e più precisamente in Olanda dove si è riunita l’assemblea di Stellantis, vengono approvati i maxi stipendi dei dirigenti, a Torino, scrive Tobia De Stefano su La Verità, il Gruppo “ha annunciato altra cassa integrazione per i 1.260 addetti impegnati sulla (Fiat) 500 Bev e i 960 alle prese con le Maserati: si parte il 22 aprile e si chiude, a questo punto viene da pensare «forse», il 6 maggio”. Una decisione che si va ad aggiungere alla cassa integrazione attualmente in corso (sempre a Mirafiori), e per la quale è stata organizzata una protesta generale solamente la scorsa settimana. “Questa nuova doccia fredda per tutti i lavoratori del sito produttivo di Mirafiori, dimostra come la nostra manifestazione unitaria di venerdì 12 aprile fosse un reale grido d’allarme e non un allarmismo. Purtroppo, Mirafiori verte in una situazione di stallo costante e di incertezza che sempre di più colpisce tutti i lavoratori”, parole di Sara Rinaudo (segretario territoriale Fismic Confsal) riportate da Il Sole 24 Ore. L’unica soluzione possibile per risolvere tale situazione? “Deve essere allocata immediatamente all’interno di Mirafiori l’intera gamma della 500”, ha affermato la stessa Rinaudo. Ma forse produrre fuori dai confini conviene di più, molto di più; e il caso dell’ultima Alfa Romeo insegna.