Le auto elettriche deludono in tutto il mondo, o quasi… Infatti, nei Paesi dell’Europa del nord, soprattutto in Scandinavia, le vendite di questi veicoli continuano a essere più che accettabili, nonostante la promessa di una mobilità completamente ecologica stia perdendo fiducia anche in quei luoghi. Ma esiste pure un altro posto in cui le vetture a emissioni zero continuano a rappresentare buona parte del mercato delle quattro ruote. Si tratta di un caso piuttosto particolare, e apparentemente illogico, eppure ha una sua spiegazione. Comunque sia, in un momento in cui tutti sembrano aver smesso di credere nelle Ev (electric vehicle), a quanto pare è la guerra a offrire nuove speranze per il green. Il quadro è quello dell’Ucraina, Paese che ormai da oltre due anni combatte un dilaniante conflitto con la Russia di Vladimir Putin. Ebbene, qui come rivela Antonio Calitri su Quattroruote (rivista diretta da Gian Luca Pellegrini), “le vetture a batteria sono decuplicate”, e allora “ecco perché, in un Paese dilaniato dalle bombe, le Bev sono ambite”…
Ok, è difficile solamente pensare come gli ucraini, mentre cercano di trovare riparo dall’ennesimo bombardamento si interessino all’acquisto di auto elettriche, eppure i dati delle vendite parlano chiaro: “Prima della guerra - scrive Calitri -, in Ucraina le Bev immatricolate erano appena 8.541. Un anno dopo erano diventate 46.830. Alla fine del 2023 hanno superato le 86 mila”. Una crescita sostanziosa, soprattutto se si considera il momento tragico che sta vivendo il Paese, e allo stesso tempo che nel 2023 qui in Italia di vetture con motorizzazione totalmente elettrica vendute sono state 66.679 (dato di Hdmotori). E di certo, come viene sottolineato sul periodico, “il governo di Kiev, impegnato nella difesa della nazione sotto attacco, non ha […] potuto offrire piani d’incentivazione all’acquisto di auto pulite”. Ma allora a cosa è dovuto questo strano boom di Ev? In questo caso, spiega Calitri, “c’è un motivo pratico: la difficoltà di reperire carburante […] - e inoltre, continua il giornalista - Quel poco disponibile era ovviamente riservato in prima battuta riservato ai mezzi militari. E le auto private termiche i sono fermate di colpo”. L’unica soluzione per reperire della benzina in Ucraina è rappresentato dal mercato nero, con prezzi altissimi. “La corrente elettrica, invece - si legge su Quattroruote -, seppure a singhiozzo, è sempre stata erogata. E a tariffe basse”. Un altro aiuto è arrivato anche “dall’offerta di Bev cinesi a prezzi competitivi e dall’azzeramento dei dazi sull’importazione”; tant’è che, scrive Calitri, adesso “a farla da padrone tra le prime elettriche di prima immatricolazione sono Byd, Mg e Chery”. Ma la quota più grande del mercato green se la contengono i modelli usati e importati dall’estero. Tra questi spiccano Tesla e Nissan. Si tratta, come sottolinea il giornalista, di “auto incidentate acquistate in blocco alle aste in Usa e Canada, trasferite come rottami e poi riparate sul posto; tanto che si è creata una vera e propria filiera di officine specializzate in riparazione di Bev”. A trarre vantaggio da una situazione tanto ambigua è Elon Musk, la cui casa automobilistica, riporta la rivista di motori, “ha registrato una crescita addirittura superiore al boom delle elettriche generale, passando dalle 450 del 2021 alle oltre 6 mila di fine 2023, con un incremento del 1.350%”.