La guerra in Ucraina va avanti ormai da oltre 700 giorni. Sono passati infatti oltre due anni dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, il 24 febbraio 2022, e il conflitto non accenna in alcun modo a fermarsi. Dopo gli ultimi attacchi russi nella regione di Zaporizhzhya, dove è stato colpito anche un reattore della centrale nucleare – che ha destato da subito moltissima preoccupazione – l’Ucraina, nonostante il sostegno europeo e statunitense, inizia a essere a corti di armi, come anche lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato pubblicamente nelle ultime ore: “Senza gli aiuti americani, l’Ucraina perderà la guerra”. Ma se l’avanzata russa sembra essere di fatto inarrestabile, con oltre 100.000 morti, di cui decine di migliaia civili, la popolazione ucraina sempre più stanca e tensioni sempre maggiori sui confini orientali dell’Unione Europea e soprattutto della Nato, qual è la strada da percorrere?
Marco Minniti, ex ministro dell'Interno e presidente della Fondazione Medor, in una intervista su La Verità parla dell’imprescindibile necessità dell’Europa di prendere definitivamente non solo una posizione, ma anche d’intraprendere un’azione più concreta: “L’ordine mondiale è crollato, e oggi viviamo a “Caoslandia”: o l’Europa batte un colpo e si assume la responsabilità di una difesa europea, o sparisce” aggiungendo quanto sia importante adottare una strategia di difesa comune, altrimenti, “l’Europa non conterà più nulla. L’Italia faccia da apripista, con Francia e Germania”. Di fronte però all’incertezza, sia fra le diverse posizioni degli stessi leader europei - fra Emmanuel Macron, che ha più volte ripetuto la sua disponibilità a intervenire direttamente in Ucraina con truppe terrestri, per “mostrare i muscoli”, come hanno commentato alcuni, o forse per “marcare il territorio con Marine Le Pen” come ha commentato Minniti – e di fronte al sempre maggiore pericolo di un'escalation in una vera e propria Terza guerra mondiale, di cui tanto si è parlato nell’ultimo mese, la situazione sembra ferma a un punto morto, e non è chiaro quale possa essere la via d’uscita.
Se il ministro della Difesa Guido Crosetto, così come la stessa premier Meloni, al contrario di quanto affermato da Macron, si sono più volte espressi contro l’idea di un intervento militare italiano ed europeo in Ucraina, che potrebbe solo aggravare la situazione, sembra che tutto il mondo sia in attesa delle prossime elezioni americane di novembre, in cui l’ipotetica vittoria di Donald Trump su Biden, potrebbe portare – come lo stesso tycoon ha più volte promesso durante i suoi discorsi in campagna elettorale – a delle trattative con Putin. Ma che fare allora nel frattempo? Secondo Minniti, anche Vladimir Putin sarebbe in attesa delle elezioni americane, che in caso di vittoria di Trump, potrebbero andar e in suo favore, per cui l’unica via da percorrere in Ucraina, resta allora quella di mostrare una vera vicinanza europea: “l’Ucraina deve conservare più territorio possibile in vista dei futuri negoziati” ha infatti commentato il politico, aggiungendo però che “non può entrare nella Nato a guerra in corso. Piuttosto, dopo le elezioni europee, dobbiamo accogliere Kiev nell’Ue. Sarebbe un segnale fortissimo di vicinanza”.