E se tra i due litiganti, e cioè le grandi case automobilistiche europee che fanno leva sul loro appeal per non perdere clienti e i nuovi competitor cinesi che offrono veicoli a prezzi stracciati, a godere fosse un terzo protagonista inaspettato? I riflettori sono puntati su VinFast, fondata nel 2017 in Vietnam e desiderosa di conquistare il mondo grazie ai suoi veicoli a quattro e due ruote. L’azienda in questione è una costola di VinGroup, il più importante conglomerato vietnamita controllato dal miliardario Pham Nhat Vuong. Per rendersi conto della sua potenza di fuoco, basti pensare che i ricavi complessivi registrati nel 2023 dal gruppo hanno raggiunto i 5,57 miliardi di dollari, circa l’1% del pil dell’intero Vietnam. VinFast, si legge sul sito ufficiale, “intende guidare il movimento della rivoluzione globale dei veicoli elettrici intelligenti”. Appena due anni fa, in occasione della trentacinquesima Fiera Internazionale del Veicolo Elettrico di Oslo, il ceo Le Thi Thu Thuy annunciava l’intenzione di aprire oltre 50 concessionari in tutta Europa. L’azienda ha fin qui messo radici in Germania, Francia e Paesi Bassi, dovrebbe espandersi presto anche nel Regno Unito e in altri Paesi europei, tra cui presumibilmente anche l’Italia (impossibile dire quando perché non c’è una data precisa). È presente anche negli Stati Uniti, con showroom avveniristici in California e una fabbrica in costruzione in Carolina del Nord. Le aspettative del gruppo di Hanoi sono alte, altissime. La realtà, tra luci e ombre, offre però una narrazione un po’ diversa.
I Suv elettrici di VinFast
Il parco auto di VinFast per l’Europa comprende quattro modelli. Tutti Suv elettrici. Tre, il Vf6, il Vf7 e il Vf9, dovrebbero arrivare entro la fine del 2024, mentre il VF8 è ad oggi l’unico disponibile. Il costo? Varia dai 47 ai 56mila euro a seconda dei pacchetti, e sale in base ad eventuali optional. L’azienda vietnamita ha poi proposto una mossa commerciale molto interessante offrendo una garanzia standard 10 anni/200mila chilometri. Il Vf8, dunque, rappresenta il veicolo di lancio di VinFast, il gioiellino da sfoggiare nel Vecchio Continente per competere con mostri sacri del calibro di Tesla Model Y – l’elettrica più venduta in Europa nel 2022. L’aspetto più curioso da tenere in considerazione è che questo gruppo, pur giocando da esordiente, ha subito puntato alla fascia medio-alta proponendo veicoli dai costi contenuti rispetto alla concorrenza. Il design dei Suv di VinFast, a conferma delle ambizioni del brand di Hanoi, è stato curato da Pininfarina. “VinFast non è qui solo per vendere automobili. Siamo qui per ispirare il cambiamento e accelerare il passaggio ai veicoli elettrici a beneficio dell’ambiente”, ha dichiarato il vicepresidente di Vingroup e amministratore delegato di VinFast Global, Le Thi Thu Thuy, ancorando la mission aziendale all’impegno del Vietnam per l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio. La classica domanda da un miliardo di dollari è una: riuscirà VinFast a ritagliarsi uno spazio d’azione rilevante al di fuori dei confini vietnamiti?
Un nuovo competitor o un fuoco di paglia?
È ancora presto per dirlo. Certo, VinFast ha dimostrato di avere le idee chiarissime. Nell’agosto 2023 il gruppo si è quotato al Nasdaq di New York. In quel periodo, in modo quasi inspiegabile, l’azienda “valeva” 85 miliardi di dollari, il doppio di Ford e General Motors, più di Mercedes, Bmw e di Volkswagen. La Tesla vietnamita, come era stata rinominata, si è poi “sgonfiata” tra alti e bassi. Nel 2022 ha venduto solo 24mila auto a livello globale (altre fonti parlano di 35mila), una frazione delle consegne effettuate dalle principali case automobilistiche del mondo. Bloomberg ha parlato di una perdita netta di quasi 600 milioni di dollari nel primo trimestre dell’anno. Oggi il valore della casa vietnamita oscilla tra i 100-150 miliardi di dollari, un valore comunque altissimo per chi non ha una storia di successi alle spalle. La Borsa ha insomma fatto miracoli ma adesso il mercato vero, fatto da clienti e acquirenti, dovrà premiare o meno la creatura di Pham Nhat Vuong. VinFast è chiamata a proporre un prodotto competitivo, capace di giustificare l’acquisto di un’auto made in Vietnam ad un pubblico abituato a guidare ben altri veicoli. Negli Usa, ad esempio, numerosi giornalisti e blogger hanno evidenziato non pochi problemi di qualità nei veicoli del gruppo vietnamita (quasi come se le auto prodotte fossero prototipi ancora da ultimare). Allo stesso tempo è impossibile negare l’evidenza: Vietnam e VinFast sono riusciti a creare, nell’arco di pochi anni, quel che altri Paesi regionali (e non solo) hanno ottenuto in decenni di tentativi: produrre un’auto autoctona da esportare nei principali mercati mondiali. L’azienda si è posta come nuovo obiettivo quello di vendere tra i 40 e i 50mila veicoli nel corso del 2024. In ogni caso, al netto di numeri e previsioni, VinFast dovrà impegnarsi per consolidare il proprio brand e migliorare i propri veicoli. Così da far capire a tutti di non essere una cometa transitoria, apparsa dal nulla e pronta a scomparire con la stessa velocità, quanto piuttosto una stella luminosa desiderosa di restare tanti anni nel firmamento dell’automotive.