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“Those About to Die” su Prime è il vero Gladiatore 2 o solo un trailer? Guardando la serie con Anthony Hopkins viene fame di impero romano: antipasto del film di Ridley Scott o banchetto rivale?

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

19 luglio 2024

“Those About to Die” su Prime è il vero Gladiatore 2 o solo un trailer? Guardando la serie con Anthony Hopkins viene fame di impero romano: antipasto del film di Ridley Scott o banchetto rivale?
Cosa succede se mettiamo insieme l’antica Roma, 140 milioni di dollari, Roland Emmerich (regista di Independence Day e 2012, tra gli altri) e Anthony Hopkins? Esce “Those About to Die”, la nuova e ambiziosa serie sull’Impero romano. Tra corse con le bighe, scontri tra gladiatori e scalate al potere che si articolano per dieci puntate, l’ultima uscita ha (quasi) tutto per attirare gli amanti del genere. Ma sarà davvero un nuovo “avversario” per “Il Gladiatore 2” di Ridley Scott?

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Passano i secoli ma Roma rimane sempre se stessa: corrotta, sporca, troppo grande per essere controllata. E bellissima. È così oggi ed era così anche nel 79 dopo Cristo, l’epoca in cui prende vita Those About to Die, la nuova serie con Anthony Hopkins disponibile su Amazon Prime Video. Dieci episodi di sangue, corse con le bighe (e scommesse) e manovre di potere portate avanti nell’oscurità. Il Circo Massimo come uno dei due piatti della bilancia che rappresenta le necessità del popolo: panem et circenses. La vittoria è contesa tra quattro fazioni: verde, bianca, blu e rossa. Dietro tutte, ovviamente, ci sono le famiglie patrizie della città, disposte a tutto per insinuarsi nelle crepe del governo imperiale. A introdurre la vicenda è Tenax (Iwan Rheon), il proprietario della taverna in cui si fanno le puntate per le bighe vincenti. L’uomo, però, mantiene anche legami con le famiglie più potenti. In particolare, con i membri della dinastia Flavia, discendenti di Vespasiano (ecco qui Anthony Hopkins): saranno i due figli, il generale Tito e l’uomo politico Domiziano, a essere agganciati da Tenax, un arrampicatore sociale antesignano del Barry Lyndon settecentesco. Se c’è una qualità nella bassezza morale della Roma di Those About to Die, è che nessuno è escluso a priori dalla corsa al potere, dentro la quale vengono trascinati anche gli abitanti della Numidia, la provincia dell’Impero. Tutto è possibile, pare. Se questo rende la Capitale una sorta di Hollywood (il che un po’ stona), i palazzi del potere non si presentano l’apoteosi del glamour, ma sufficientemente oscuri e ambigui. Insomma, un po’ Los Angeles, un po’ Babilonia.

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Tenax (Iwan Rheon) in "Those About to Die"
https://mowmag-store.myspreadshop.it

In autunno arriverà Il Gladiatore 2 di Ridley Scott, film che si trascina dietro non pochi dubbi (come dicevamo qui). E ora con Those About to Die avrà un altro termine di confronto. Per evitare confusione: è chiaro che il film di Scott appartiene a un’altra dimensione (per storia, aspettative e qualità), ma il pubblico sarà certamente più abituato (speriamo non stufo) di quell’immaginario. E questo potrebbe non essere un bene per Il Gladiatore 2. Anche perché il regista Roland Emmerich (Independence Day, 2012) ha avuto tra le mani un budget non da poco (si parla di circa 140 milioni di dollari) e un attore come Anthony Hopkins che francamente sembra immortale (da ricordare, tra le sue prove degli ultimi anni, quelle in The Father, I due papi e One Life). Nel cast, tra l’altro, c’è anche Gabriella Pession nei panni di Antonia, musa doppiogiochista e personaggio a tutti gli effetti politico. Those About to Die ha quasi tutto quello che uno spettatore cerca da una serie del genere: intrighi, sfarzo, scontri tra gladiatori e ses*o. Niente di nuovo, comunque. Inoltre, nessun personaggio è davvero così forte da interessarci fino in fondo (ed è un peccato, considerato che la sceneggiatura è di Robert Rodat, autore dello script di Salvate il soldato Ryan). Resta da capire come reagirà il pubblico.

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