Da quando sono tornato dalla Mostra del Cinema di Venezia 81, ripenso alle star americane. Sono rimasto impressionato dalla simpatia di George Clooney e di Brad Pitt. Pitt ha fatto selfie con chiunque, sorriso con chiunque, si è abbracciato con chiunque, mentre George Clooney (insieme, presentavano il film Wolfs. Lupi solitari) addirittura si è seduto con i fotografi e l’abbiamo visto in tutti i telegiornali: molto, molto simpatico e piacevole. Pare che il film non sia granché, ma io lo vedrò comunque, perché merita premiare la simpatia di queste due persone. Mentre aspettavo all’Excelsior, che è l’albergo dove si scende con i motoscafi per vari appuntamenti (tra l’altro Novella 2000 aveva una sua festa alla Villa, con il Salotto delle celebrità), mi imbatto in Isabella Ferrari. Bellissima, molto molto brava come attrice. Le ho sorriso, ma non ha ricambiato il sorriso. C’era anche suo marito, Renato De Maria, un regista bravissimo e lui è stato molto più gentile, anche con gli inservienti che aspettavano lì. Ma lei no, ma forse è solo timidezza. L’ho vista poi anche sul red carpet: aveva degli occhiali da sole e non se li è mai tolti. Si sa che, quando ci si rivolge al pubblico o a una persona, gli occhiali da sole si tolgono. Magari non sopportava i flash, chissà. Ma sono stati tanti gli episodi con attori (magari bravissimi), ma antipatici. Così ho fatto un video per i social: al di là della Ferrari, che magari era semplicemente di cattivo umore quel giorno, mi chiedevo perché gli americani siano così simpatici, mentre molti italiani sono così antipatici. Parlo anche di Toni Servillo, che non è mai tanto empatico quando lo incontri. Parlo anche di Laura Morante, bravissima e bellissima. E di Alessandro Gassmann: i fotografi mi dicono che ha un rapporto veramente difficile con loro. E poi, tutti mi dicono che il Palmarès dell’antipatia lo vincerebbe Alba Rohrwacher, ma non la conosco, magari non è vero. Insomma, sono rimasto un po’ colpito da questa cosa. Certo, nel cinema ci sono anche personaggi di estrema simpatia, come Luisa Ranieri, Ferzan Özpetek e Jasmine Trinca. Di quest’ultima mi dicono tutti che è meravigliosa. Anche Ferzan, tra l’altro amico di Mara Venier, con cui sono in ottimi rapporti, mi viene descritto come un uomo meraviglioso. Mi dicono pure che Roberto Benigni è stupendo. Io lo conosco solo superficialmente e credevo fosse antipatico, ma mi hanno detto che è delizioso.
Insomma, il cinema italiano è tra i più antipatici, rispetto ad altri, ma non capisco perché ci sia spesso questo atteggiamento di supponenza nei confronti del pubblico. Pensavo fosse solo una mia sensazione, ma molti uffici stampa e fotografi mi hanno scritto in questi giorni, dopo aver pubblicato il video su Instagram, dicendomi: “Hai ragione, finalmente qualcuno che dice la verità”. Ma ricordo che l’antipatia a volte è persino un pregio. Mia moglie Betta Guerreri dice che l’antipatia ha di buono l’assoluta trasparenza, a differenza di chi vuole essere simpatico a tutti i costi, ma poi alla fine non sai mai cosa pensa veramente. Però, colpisce questa storia. Vorrei ricordare a tutta questa gente che, se non ci fosse il pubblico, la gente normale, quelli che ti chiedono un selfie e cui magari lo neghi, non saresti niente. Addirittura, c’è una ragazza, che non è nemmeno un’attrice, cui una parrucchiera ha chiesto un selfie, e lei ha risposto: “Non ho voglia”. Assurdo! Oppure c’è chi se la prende con una parrucchiera che magari guadagna 1500 euro al mese quando va bene, mentre lei ne guadagna 2000 solo perché entra in discoteca. Magari aveva ragione, forse la parrucchiera era incapace, non lo so. Però è un peccato. Anche perché, se non ci fosse il pubblico, tutta questa gente dovrebbe andare a lavorare e dopo una certa età iniziare a lavorare è faticoso, credetemi. Lo dice uno che ha iniziato a fare lavoretti già a 14 anni. Meglio fare cinema, provare per credere.