Morgan è Humbert, ma forse, questa volta, è un Humbert che non ce l’ha fatta. La storia delle molestie di Morgan nei confronti di Angelica Schiatti mi ha fatto a lungo pensare, mi ha fatto a lungo pensare come è stata raccontata, come è stata recepita e ciò che lui ha detto per difendersi. Perché tutto quello che mi passava per la testa, ogni volta che vedevo un suo post, guardavo un suo video o leggevo una sua intervista a riguardo, era proprio la retorica usata da Humbert nel romanzo di Vladimir Nabokov, che in Lolita ha funzionato, ma che nella vita vera forse non sta più in piedi. Sarà anche che il libro è stato scritto nel 1955 e che noi siamo nel 2024. Lolita mi è passata di mente anche perché ieri mi trovavo in spiaggia a leggere un saggio, in cui si raccontava che Lolita di Nabokov è considerato, in Iran, un libro proibito e reperirlo è quasi impossibile. Questo anche perché Lolita è sempre stato un libro frainteso, un po' anche per la bravura indiscussa di Nabokov, che ci ha guadagnato molto rendendolo fraintendibile, dimostrando a noi lettori, quanto con la bravura della manipolazione, attraverso le parole, noi stessi ci induciamo a credere a falsi ricordi e dunque a non comprendere qual è la realtà raccontata dallo scrittore. Ecco, se vi dico Lolita tutti pensate a una ragazzina frivola e maliziosa, affascinante e put*ana, “disgustosa e adorabile sgualdrinel*a”, descritta così da Humbert stesso, nel romanzo, che con la sua giovinezza e sensualità riesce ad ammaliare e conquistare uomini più grandi, una sirena precoce e provocante. Peccato che sia tutto errato, tutto falso. Lolita non era questo, tutto il contrario, partendo dal fatto che Lolita non è neppure il suo vero nome, il nome vero di Lolita era Dolores, poi mutato in Lolita da Humbert, che per tutto il libro le affibbia vezzeggiativi e nomignoli per rafforzare la sua narrazione di ragazzina spregiudicata e dannata. E proprio da lì nasce un mondo dietro al termine Lolita, che entra nell'immaginario comune come modo di dire, definito alle ragazze, molto giovani, che sanno il fatto loro in quanto a uomini. Lolita in realtà però era una semplice ragazzina, orfana, sola, fragile e facilmente manipolabile, privata da Humbert della sua infanzia, diventata preda di uno spietato e scaltro pedofi*o e stuprato*e, sì, perché il ses*o tra i due non era consensuale, di conseguenza si trattava di un vero e proprio stup*o feroce, nei confronti di una ragazzina di dodici anni, voi come giudichereste tutto ciò?
Ma Humbert, che è la voce narrante del romanzo Lolita, non ci racconta la storia così, o meglio, ce la mostra nascosta dietro una tenda in pizzo, vedo e non vedo, capisco ma non comprendo, chi è Humbert, chi è Lolita, chi è il crudele tra i due? E solo i più abili e attenti lettori si renderanno conto che Humbert ci sta manipolando, confessandosi fin da subito come manipolatore, ammettendo che in realtà era stato lui ad allontanarla dalla madre, ad andarla a prendere a quel campo scuola per comunicarle che era morta, a diventare il suo tutore in maniera tale da starle più vicino e a approfittare di un suo momento di debolezza per sedurla e finire a letto con lei, perché come disse lui stesso: “Non aveva altro posto al mondo dove andare”, ed è proprio qui che si capisce il vero rapporto tra i due, con la descrizione dei due anni successivi passati in tristi motel lungo delle statali deserte. Humbert l’aveva isolata, allontanata da tutto e tutti, controllata, costringendola ad assecondarsi e concedersi a lui, corrompendola con promesse di denaro in cambio di prestazioni, promesse che non verranno mai mantenute. Noi però giudichiamo lei, giudichiamo lei e non condanniamo lui, perché per noi è lei che lo ha sedotto e lui che si è solo innamorato di una ragazza più giovane, anche se questo è tutto fuorché amore, questa è violenza. Vi dico io perché siamo finiti a tramandarci e a credere a una storia che non esiste, dove lei è la carnefice e lui la vittima, perché Humbert è bravo, è colto, è astuto, ci raggira con ottime acrobazie verbali e seducenti e ricercate parole. Raccontandoci la sua ossessione come amore e la sua preda solitaria come fredda e calcolatrice, non ci mostra la realtà del rapimento, della violenza carnale, non ci mostra la sua sofferenza per la morte del padre, del fratellino e della madre, ma ci mostra le braccia nelle quali si è rifugiata, ovvero le sue, senza dirci il perché e il come, senza spiegarci come ci è arrivata a quelle braccia. Humbert con un’incredibile tecnica oratoria ci cambia la storia, ce la racconta abbellita, come fa comodo a lui, mentre si trova in prigione, anni dopo, per l’omicidio di un uomo che si era avvicinato a Lolita e lui preso dalla collera lo ammazzò. Nonostante, dunque, lui sia un pregiudicato in carcere, per violenza, noi crediamo a lui, lo ascoltiamo, gli diamo spazio e possibilità di parlarci ed entrarci nella testa, perché è lui il nostro narratore, non vi ricorda la storia di qualcuno? Non ascoltiamo mai la versione di Lolita, anzi di Dolores, ma crediamo comunque di conoscerla, di poterla giudicare.
Morgan è l’Humbert nella storia di Angelica, a cui tutti stiamo dando modo di parlare, di raccontare la sua versione, senza però prove attendibili, una versione basata solo sullo sminuire lei e chiunque la difenda, nonostante lui sia un pregiudicato per aggressione a pubblico ufficiale, con recidive manifestazioni di collera e poco senso civico. Noi lo ascoltiamo comunque, lo ascoltiamo sminuire una donna vittima, perché questa storia ci fa più comodo. Sminuendola usando le stesse tattiche di Humbert, facendocela passare come una mantide che prima ti seduce e poi ti uccide, quando invece, nella realtà dei fatti, la mantide è stato lui. Lui che dopo che è stato mollato avrebbe condiviso i loro video, questo ci ha raccontato nel suo articolo Selvaggia Lucarelli, video e foto fatti in un momento di intimità, dovuti a una reciproca fiducia, lui che dopo che è stato mollato l’avrebbe perseguitata, aggredita verbalmente, minacciata, avrebbe tentato di farla rapire e minacciato di violenza anche il nuovo ragazzo di lei, Calcutta, questo sempre ci ha raccontato l’articolo uscito sul Fatto Quotidiano, con tanto di screenshot di messaggi. Stando a quanto emerso Morgan da quattro lunghi anni l’avrebbe fatta vivere nell’ombra e nel terrore e nonostante lei non abbia mai sfruttato l’argomento per farsi strada nella musica, cosa di cui lui ingiustamente l’accusa, lui continua a narrarcela come una predatrice, come una manipolatrice, che l’ha sedotto e poi ucciso. Lolita è ogni donna che ha vissuto violenza e che è stata messa a tacere, Lolita in questo caso è Angelica, a cui è stata tolta la voce, che dopo aver chiesto aiuto è stata accusata di essere lei la spregiudicata, come se lei in questa storia avesse colpe, se non quelle di essere stata una donna che si è fidata dell’ennesimo uomo sbagliato. Angelica che più e più volte è stata raccontata come l’ex di Morgan o la ragazza di Calcutta, non come una persona a se stante, ma come una persona “in funzione di”. Noi però non dobbiamo essere i lettori incoscienti di Nabokov, non dobbiamo credere alle parole di Humbert come legge, non dobbiamo ignorare i segnali che ci vengono lanciati ripetutamente e non dobbiamo non ascoltare la versione di Lolita, giudicandola e lasciandola sola, con il suo carnefice. Morgan è Humbert, ma Angelica non deve essere Lolita. Può avere una storia migliore, anche grazie a noi lettori.