Chi vincerà il Premio Strega? Ovviamente – in teoria - non è dato saperlo, dato che la premiazione finale si terrà tra circa tre mesi, nel mese di luglio. Eppure, da quando lo scorso 5 aprile è stata annunciata la classifica dei 12 autori finalisti, le polemiche non si placano. Tanto si è detto dell’edizione di quest’anno, la 78esima, che ha visto un record inaudito di titoli proposti e valutati dalla misteriosa giuria degli Amici della domenica, e molti hanno infatti espresso disappunto, dato che è piuttosto difficile immaginare che qualsiasi essere umano riesca a leggere tutti i titoli proposti per poterli valutare in pochi mesi (si parla di 82 libri e oltre 20.000 pagine complessive da leggere ed esaminare). Quali sono allora i criteri scelti per valutare i titoli? Si sono chiesti in molti.
Fra i titoli candidati nella dozzina dei finalisti, nell’ultima settimana, due libri sono stati definiti come i possibili favoriti, sollevando però un po’ di interrogativi. Stiamo parlando di Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira (SEM), autrice che negli scorsi giorni si è definita come “vittima” di un attacco del governo e che proprio per questo ha però visto aumentare vertiginosamente le vendite del suo romanzo, nonché la sua popolarità; e Chi dice e chi tace di Chiara Valerio (Sellerio). Precisamente quest’ultimo romanzo è stato definito da più parti come il possibile vincitore, tanto che molti hanno parlato ironicamente di un possibile caso di amichettismo.
Il termine “amichettismo”, tanto usato quest’anno, sia in politica, che, in questo periodo, rispetto al Premio Strega, è in realtà un neologismo coniato dallo scrittore Fulvio Abbate, che vi aveva anche dedicato un pamphlet scaricabile gratuitamente online proprio dal nostro sito di MOW. “L’amichettismo – ha commentato lo scrittore in una recente intervista su Pangea - è riferibile a un contesto “di sinistra” segnato da figure, almeno ai miei occhi ora segnatamente autoritarie, “badesse” del catto-comunismo come Michela Murgia o tragicamente risibili come Chiara Valerio, sorta di Scaramacai della presunzione letteraria, dove si cita Simone Weil come fosse Lady Oscar.”
A proposito di Chiara Valerio e della sua ipotetica vittoria allo Strega, lo scrittore ha poi aggiunto: “Non è un caso che la Schlein voglia candidare alle prossime europee nella lista del Partito democratico Chiara Valerio o imporla nel cda della Rai”, commentando, in un’ottica più generale che l’esito del concorso letterario - per chi, come lui, appartiene alla giuria degli Amici della domenica e dunque lo conosce bene anche dall’interno – appaia da anni come un “gioco truccato” da non prendere troppo sul serio.
Ma del resto, sulla scrematura dei libri in gara, Abbate aveva recentemente ironizzato e anche su L’Unità, esprimendo i dubbi che tutti condividiamo sui criteri di selezione degli Amici della domenica: “Proviamo a immaginare in che modo possa essersi svolta la discussione tra i membri del comitato organizzatore. S’intende in presenza degli 82 libri da selezionare, incredibilmente lì impilati come ziggurat in attesa di responso: questo sì, questo no, questo ‘sticazzi, questo ci dispiace molto e certamente bisognerà scusarsi con l’autore, questa e questo sono amici di Veltroni e pure a questi dovremo chiedere perdono, questa ci deve stare per forza, questa è amichetta nostra… Tutti romanzi, presentati, si sappia, dai cosiddetti “Amici della domenica” in ossequio al regolamento del premio” aggiungendo le sue previsioni sulla vittoria: “Se si afferma il potere personale oggi acquisito vincerà Chiara Valerio, se invece si prepone la politica di potenza, avremo un titolo Einaudi (per non far dimenticare chi comanda)”. Insomma, ritornando alla domanda iniziale: chi vincerà dunque il Premio Strega? Non lo sappiamo, per davvero, ma i dubbi e le ipotesi vanno in una direzione sempre più chiara.