Abbiamo intervistato Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa sempre attenta a quelle che sono le problematiche sociali più diffuse, come la fragilità dei giovani oggi, spesso vittime del mondo digitale, delle manipolazioni e delle truffe sentimentali, che hanno bisogno di sostegno anche quando non riescono ad ammetterlo. Il libro Truffe Amorose (Armando Editore), consigliato non solo per gli adolescenti ma anche per i loro loro genitori, è la risposta proprio a questa taciuta richiesta d’aiuto. Perché bisogna fare ancora un grande lavoro di comunicazione e accorciare le distanze fra i figli e i propri familiari, andare nelle scuole e spiegare che l'imperfezione esiste e stare male va bene.
Come è nata l'idea di scrivere Truffe Amorose e di affrontare la tematica delle truffe sentimentali e della manipolazione online?
Dal 2018 con l’avvento dei social si è cominciato a parlare molto dell'uso distorto dei mezzi tecnologici. Poi è arrivata la pandemia e con essa la recrudescenza di reati legati all’uso di internet. In modo particolare nella mia esperienza lavorativa, da psicoterapeuta/criminologa, ho visto l’aumento da parte degli adulti di richieste di supporto per i propri ragazzi, legate a problematiche di fragilità psicologica, depressione, massiccio uso di internet. La storia di Daniele Visconti riassumeva a pieno la crisi generazionale giovanile. Il testo infatti parla di giovani e crisi di crescita, di difficoltà a relazionarsi, di trappole ed inganni dietro uno schermo.
Nel testo, si fa riferimento al caso tragico di Daniele Visconti. Come ha scoperto questa storia e cosa l'ha spinto a condividerla?
Scopro il calvario dei genitori attraverso un servizio televisivo sul caso in oggetto. Mi colpisce il grido disperato di questi genitori che con umiltà e rispetto hanno raccontato l'orrore di un giovane uomo, bellissimo che cade preda di un criminale online senza scrupolo. È una storia forte quella di Daniele, ma più forte è il senso di responsabilità che è prevalso. Li contatto e ci vediamo a Forlì, ci piacciamo e comincia l’avventura del libro. Questa famiglia straordinaria, con il dolore quieto e mai sopra le righe, mi consegna il loro figlio e con lui una marea di documentazione che viene da me studiata riga per riga. Leggo ottomila chat intercorse tra Daniele e il predatore online, ascolto cinquanta vocali di Daniele, leggo consulenze verbali dei carabinieri, intervisto amici di Daniele, compagni di sport, la famiglia, guardo le foto di questo meraviglioso ragazzo… Soprattutto però ho cura di evitare ogni dettaglio morboso, tutelando l’immagine di Daniele e attenendomi alle linee guida dell’OMS sui suicidi.
In Truffe Amorose, lei non si limita a esaminare le truffe online, ma anche le sfide legate alla socializzazione e all'educazione amorosa dei giovani. Cosa l'ha motivata a trattare questi temi?
Il testo, in pieno accordo con i genitori, oltre a tenere in vita il ricordo di Daniele, doveva diventare strumento di prevenzione. Sicuramente tra i messaggi che vengono offerti c'è quello di scommettere su un’educazione al rispetto, ai sentimenti, alla sessualità in ambito giovanile e scolastico. Così che non accada mai più che un giovane cessi di vivere perché non vede alternative.
Quali sono i principali obiettivi che sperava di raggiungere con la pubblicazione del libro? Cosa vorreste che i lettori traggano da questa lettura?
Faccio mie le parole di Roberto Visconti, papà di Daniele, crude ma che arrivano al cuore. “Io non ho potuto fare nulla per mio figlio, non sono stato in grado di aiutarlo, di capire che si portava quel peso enorme sul cuore. Non avevo strumenti per comprendere - come sostengono gli esperti - che l’esperienza che stava vivendo lo ha defraudato di ogni energia ed era depresso”. Ecco, se questo libro diventa la risposta a tutte quelle domande che un genitore deve porsi, quando i figli mostrano fragilità, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.
Nel testo, si parla di sensibilizzazione nei confronti della salute mentale e del sostegno emotivo. Come affrontare questi due temi nel modo migliore?
Parlandone e parlandone, ancora e ancora. Andare nelle scuole, nei luoghi di aggregazione ed urlare a questi ragazzi che la perfezione non esiste, che i momenti di fragilità sono umani, che non si può essere sempre performanti. Avere un disagio psicologico è un evento che può accadere e che fortunatamente se il ragazzo si affida ad esperti, confida le sue ambasce agli adulti di riferimento può uscirne fuori. È chiaro che queste tematiche anche di informazione/ formazione su queste tematiche così delicate, devono essere svolte da professionisti formati ed esperti. Il ministro Bernini è molto chiara, chiude il suo intervento nel libro dicendo che dobbiamo creare una rete intorno a questi ragazzi in grado di leggere quel malessere e tentare di alleviarlo.
Come si può superare lo stigma legato al chiedere aiuto per problemi di salute mentale, specialmente tra i giovani?
L’unico modo per superare lo stigma, la vergogna è parlare con loro, spiegare i meccanismi sottesi, farlo attraverso la storia di un loro coetaneo così che possa diventare un momento di confronto. Il mio libro infatti sta girando molte scuole dove si stanno costruendo laboratori di lettura sul fenomeno che viene poi discusso con gli autori. In Truffe amorose mi sono servita di diversi specialisti per parlare di questo argomento a 360 gradi, troverete riflessioni di Alessandro Politi giornalista Rai, della senatrice Rossomando, della deputata Ascari, del suicidologo Cristian Romaniello, di Cristina Bonucchi Polizia Postale e del ministro Bernini come citata precedentemente.