“Ballando con le stelle” ha offerto a Giuseppe Cruciani una cifra stratosferica, a sei cifre (e immaginiamo ben più alta di quella elargita a una giurata che Cruciani non vuole nominare e quindi non nominiamo neanche noi) per litigare con una giudice specifica, sapete chi. Lui, però, ha rifiutato. Questo conferma l’opinione di MOW: Cruciani è l’unico intellettuale di Destra (che poi la rinunzia a quel popò di cifra sia un calcolo che Cruciani si è fatto per il suo posizionamento e per l’investimento su se stesso in futuro è legittimo, non lo fanno anche a sinistra?). Cruciani ormai è come Sgarbi ma meno irascibile di Sgarbi, è come Bocchino ma meno composto di Bocchino, è come Cruciani ma è Cruciani. Sì, ancora, a Destra, c’è qualcuno che di fronte a La Zanzara storce il naso (di nascosto, non andrebbero mai contro le scelte di Confindustria, editore della trasmissione condotta da Cruciani in coppia con David Parenzo – come mai non hanno offerto a quest’ultimo di partecipare a “Ballando”?), ma a costoro vorremmo fare notare che, in realtà, egli incarna la figura dell’intellettuale così come dovrebbe essere al giorno d’oggi: popolare e populista: il segreto de La Zanzara – che infatti è ora in tour e sta avendo un successo assurdo – è disprezzare i propri ospiti facendo finta di dar loro voce, e delegando – vero colpo di genio – il disprezzo a Parenzo (quando è ovvio come sia Cruciani a scegliere ospiti, per così dire, disprezzevoli). La Destra disprezza Filippo Champagne, disprezza la Trans impegnata di sinistra, disprezza i casi umani e, nel disprezzare, gode: cosa è infatti la Destra se non un senso di superiorità non “morale”, bensì “tradizionale”; la Destra prende la Storia, con la “S” maiuscola, (questa fogna del Divino), e con essa si fa bella.

Cruciani è una macchina del disprezzo: senza Cruciani la Destra non avrebbe una sua identità, non saprebbe chi odiare (non esiste Destra senza odio, per approfondimento leggere “Le categorie di ‘politico’” di Carl Schmitt, e il suo ragionamento definitivo sulla dicotomia amico/nemico). Prendi Pietrangelo Buttafuoco, prendi Alessandro Giuli, attraverso le loro parole auliche, tu, di Destra, non sapresti chi disprezzare, non sapresti nei confronti di chi sentirti ‘superiore’: Evola, Junger, Guenon, ci vorrebbe una Destra ‘colta’ per cogliere i riferimenti di questa (presunta, presuntissima, superiorità), ma oggi non sono tempi colti: a Destra, a Sinistra, Sopra, Sotto (si può essere colti soltanto posizionandosi “a lato”, da “latere”, da “latitare”, da “latitare nel futuro” o, come diceva Manlio Sgalambro, “essendo contemporanei della fine del mondo e della morte del sole”). L’esoterismo di Destra, il pensiero solare e via discorrendo, risulta difficile per l’elettorato. La passione per questa forma di pensiero “segreto” nasce all’indomani della sconfitta della Seconda guerra mondiale, dove la Destra cercava una identità nella sconfitta. Ma oggi? Oggi la Destra è di governo, è, per così dire, “palese”.
Gli intellettuali di riferimento, come Giuli o Buttafuoco, non riescono a essere populisti e la loro popolarità è nulla in confronto a quella di Cruciani. Egli sostituisce Evola con il Brasiliano, il pensiero solare col pensiero cocato di Lacerenza, il Dio pan con Filippo Champagne e lo stirato che vivono sì l’ebbrezza continua di un eterno presente, ma un’ebrezza alla portta di tutti: basta mbriacasse, non c’è bisogno di leggere. L’operazione di Giuseppe Cruciani è altamente intellettuale, nasce e cresce alla scuola dadaista, situazionista, egli “mette in scena” la lezione di Guy Debord e di Marsall McLuhan, e sì, anche di Andy Warhol: con i quindici minuti di fama altrui Cruciani si perpetua, in questo senso è un vampiro, in senso alto: vive delle vite altrui, delle anime altrui, somma i quindici minuti di celebrità dei casi umani per perpetuarsi (anche l’olezzo, il non lavarsi, il capello unto, fanno parte dell’estetica vampiresca: in ogni narrazione il vampiro è annunciato dal cattivo odore. Leggete Ipocriti (Cairo editore, 2025), il suo ultimo libro, per capirlo.

E cosa è la “Destra” se non una manifestazione vampiresca che alimenta la propria vanità sullo sfruttamento dell’altrui lavoro o sul senso di superiorità di poveri esseri umani meno fortunati? Giuseppe Cruciani ne è consapevole? Noi crediamo di sì; in questo senso è uno stirneriano (Nietzsche è troppo complesso): egli persegue la vittoria a scapito della morale. Egli sa che la morale è un concetto utile solo nella propaganda, così come il concetto di Taqyya nel mondo musulmano, dove è consentito mentire per un bene supremo, per la vittoria dei propri confedeli o camerati (la ‘politica’ della famiglia portata avanti da chi non ha una famiglia tradizionale ne è un esempio chiaro). Mentre un Buttafuoco, sulla Taqyya, ci scriverebbe un saggio da 300 copie, Cruciani la Taqqya la pratica, ogni giorno che va in onda con la sua trasmissione. Rinunciare a quella cifra stratosferica, che “Ballando” gli ha offerto, vuol dire una sola cosa: Cruciani sa di essere l’unico intellettuale della Destra italiana. Aspetta solo l’incoronazione. Che, a questo punto, si merita. (Anche solo, forse, come dispetto).
