Cinema, famiglia e soldi. Non necessariamente in quest’ordine. Queste tre parole definiscono alcune delle caratteristiche della vita di Ginevra Elkann. La prima, il cinema, si riferisce al suo prossimo film, Te l’avevo detto, che uscirà nelle sale il primo febbraio. La famiglia è nota a tutti: Ginevra è nipote dell’avvocato Gianni Agnelli e sorella minore di John e Lapo Elkann. Ci sono poi i soldi, che comunque sono di famiglia e che lei ha investito nel cinema, e una non indimenticabile capacità di conservarli. Ginevra, infatti, controlla due case di produzione, la Asmara Films e la Good Films. Ora la nipote dell’avvocato ha deciso di fondere le due società in un’unica realtà. Troppi i debiti di entrambe: Affaritaliani ricorda che “Asmara Films ha chiuso il suo ultimo bilancio (2022) con perdite per 358mila euro che unite a quelle pregresse per 132mila euro hanno portato il patrimonio netto in negativo per 220mila euro”. Ginevra ha provato a risolvere la situazione, o quantomeno a tamponare il sanguinamento, azzerando il capitale e rifinanziando il progetto con 300mila euro, riaumentando in un secondo momento il capitale a 42mila euro. Good Films, poi, non è messa meglio della gemella: “Good Films ha chiuso il 2022 con una perdita di 346mila euro peggiore dei 290mila euro di passivo dell’esercizio precedente”, scrive ancora Affaritaliani. Inevitabile, quindi, la fusione. In un documento pubblicato a margine dell’operazione leggiamo che la costituzione di un nuovo soggetto avrà come esito positivo la riduzione dei “costi amministrativi e i costi generali”, oltre della struttura decisionale e gestionale. Ginevra condivide quindi con Lapo un destino di perdita per i suoi business: il fratello, infatti, era stato costretto a vendere il suo marchio di occhiali Italia Independent e l’agenzia di comunicazione Independent Ideas. A braccetto negli affari, quindi, i due fratelli. Vedremo come andrà Te l’avevo detto, un progetto comunque ambizioso. Il film è ambientato a Roma: la capitale, similmente a quella rappresentata da Siccità di Paolo Virzì, afflitta dal cambiamento climatico. È inverno, ma fa molto caldo: “È arrivato questo caldo spaventoso e ho pensato all’orrore e alla sofferenza di trovarsi in un mondo giallo in cui la natura si rinsecchisce in un caldo perenne”, ha detto Ginevra in un’intervista al Corriere della Sera. I comfort, l’aria condizionata, il livello di vita che abbiamo raggiunto, dice, renderà difficile un cambiamento di paradigma: “Speriamo che la scienza inventi qualcosa”.
Si dice fiduciosa, invece, rispetto all’impegno dei giovani: “I miei figli hanno già una consapevolezza molto più grande della mia. Stanno attenti all’acqua, alla luce, a non comprare molte cose, a preferire i vestiti vintage”. Anche i giovani del film, però, sembrano più consapevoli degli adulti. Il figlio di Alba Rohrwacher, tra le protagoniste della vicenda (insieme a Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino), accusa sua madre di non aver capito il cambiamento che sta avvenendo. A catastrofe avvenuta, però, non resta che ribadire la frase che dà il titolo al film, “te l’avevo detto”. Una Roma, calda e infuocata da una luce particolare, come quella delle megalopoli asiatiche. La stessa regista ha detto di essersi ispirata a giocolieri della luce come il pittore inglese William Turner e di voler sottolineare questo lato del climate change. Una luce nebulosa che sfrangia i limiti delle cose e rende meno solide le figure. Insomma, se le nuove generazioni sono etichettate come quelle nate dopo la caduta delle ideologie, uno scenario in cui la nebbia è diffusa sembra adeguato. Poi la maternità, “non una maternità serena ma una maternità difficile: che cosa comporta avere una madre complicata, cosa vuol dire essere una madre che deve convivere con dolori e traumi”. C’è della biografia, dato il rapporto difficile con Margherita Agnelli, con cui (così come Lapo e John) è da tempo in conflitto. Maternità, quindi il tema della donna e del suo ruolo: in questo senso non nasconde l’ammirazione per Paola Cortellesi, “donna di grande qualità e serietà”. Si parla anche di dipendenze, e del voler bene a chi, dalle dipendenze, ne è afflitto. Di nuovo, la biografia non può non emergere. Insomma, c’è tanto in Te l’avevo detto. In un periodo molto breve sembrano essersi stipate molte delle vie che attraversano la vita di Ginevra Elkann: i soldi spesi male, la famiglia e la sua voglia di metterla nel film. L’avventura come produttrice zoppica, mentre il suo destino da regista resta ancora incerto.