C'era una volta il Babysitter di Paolino Ruffini. C'è ancora, in realtà, visto che continuano a uscire puntate su YouTube e Spotify. Un programma a suo modo geniale, per comicità, spessore e interpretazione. Si tratta di interviste alle persone migliori del mondo: i bambini, il cui dialogo, per chi lo sa condurre, è qualcosa di sublime. Anche, e soprattutto, quando si parla di caccole attaccate ai vestiti degli altri o di scoregge in classe. Purtroppo, però, come diceva quello zuccone di Walter Benjamin l'opera, nell'epoca della riproducibilità tecnica, viene meno al suo valore artistico. In questo caso: quando qualcosa funziona, viene clonato. Possibilmente, peggio. Anche se a farlo è una delle donne più seguite su Instagram: Giulia De Lellis. Come ha fatto notare su Instagram Domenico Falso, di Alt Magazine: “Il podcast è l'ennesima copia fatta male”. Sta parlando di The Piccologi, nato a maggio di quest'anno dall’influencer che sta per dare una figlia a Tony Effe. Continua Falso: “Da una parte c'è Ruffini che dialoga con bambini, presi singolarmente, da cui tira fuori veramente il meglio, senza ridicolizzare, parlando di Dio, di amore. Dall'altra, abbiamo The Piccologi, un’azzeccata scelta di marketing, dettata dalla gravidanza di Giulia De Lellis, con domande sul tradimento o su come scegliere gli outfit”.
Unicuique suum, a ciascuno il suo, diceva il detto che è diventato anche il titolo di un romanzo di Leonardo Sciascia. De Lellis non è Ruffini. Il peggio, però, è in agguato. Ancora da Alt Magazine: “C'è un filmato in cui la De Lellis incalza i bambini sul loro sudore. Non sto scherzando”. Uno dei bambini dice di non sudare. La moglie del trapper gli chiede: “Ma soffri di disidrosi?”. Il bimbo gli risponde: “Non so perché”. Lei: “Di natura? Non metti delle creme che bloccano il sudore sotto le ascelle?”, come se un bambino possa mai pervenire all'esistenza di un prodotto del genere, “Non sudi mai? Nemmeno quando corri? Umido, umido, umido”. Il piccolo: “Non umido, appiccicoso”. De Lellis: “Puzza?”. La differenza, come detto, sta nella profondità che si riesce a estrapolare da un bambino. Che non è facile, ma nemmeno troppo difficile, visto che una delle qualità dei bambini è proprio quella di dire quasi sempre ciò che pensano. È vero che, come nota Mr Marra nei commenti al video di Falso, il format in America esiste da 20 anni. Il problema è che, a parità di ospiti, la differenza la dovrebbe fare il conduttore.
Per curiosità, abbiamo visto anche altre puntate di The Piccologi. In una, immancabile, c'è Tony Effe, con i bambini che gli spiegano quanto amino la sua musica. I temi: magliette, stile, comprarsi magliette coi propri soldi. Poi l'invidia delle penne, non ce ne voglia Freud, la gelosia delle amiche o degli amici, il bullismo con la De Lellis che ricorda di aver cambiato classe perché veniva bullizzata, “Ero troppo precisina, mi pettinavo e venivo presa in giro”, e il cui consiglio è: “Non reagire, fare un bel respiro”. Poi altre due puntate, in cui parla di amicizia e tradimento. Insomma, argomenti da influencer, la cui valutazione lasciamo agli altri. La cosa buona è che, prima puntata a parte che comunque non ha fatto chissà che numeri, le altre sono andate a zero. È vero che il pubblico va educato, ma è anche vero che è sovrano. E se una come la De Lellis, che ha 5 milioni e mezzo di follower, non riesce a strappare un like con il suo podcast, i motivi ci saranno. Come a scuola: quando la maestra vede che hai copiato il compito, te lo annulla. Cercate Copia Copia Copia dei Me Contro Te, e cliccate play.
