Kanye West, come molti artisti contemporanei, prende pezzi da altre canzoni e li infila nelle sue. Campionature, ok, non c’è nulla di strano. In "Carnival", una canzone dell’album “Vultures 1", ha inserito anche il coro degli ultras dell’Inter. Non è certo l’unico a farlo: il problema è che apparentemente non chiede mai (o quasi mai) il permesso, e questa brutta abitudine (ottenere il consenso non è così immediato, e di solito si paga) gli è costata non pochi problemi in tribunale (oltre a quelli legati ai suoi affari e a quelli paralegali con l'attuale moglie Bianca Censori e l'ex Kim Kardashian). Come riportato da Billboard, Kanye West ha già ricevuto 14 lettere di citazione in giudizio per accuse di campionamento non autorizzato. Vediamo quali, e come ne è uscito. La prima a rivolgersi a un avvocato, a maggio del 2008, è stata Kathleen Firrantello, figlia del sassofonista jazz Joe Farrell. La canzone “Gone” di Kanye, uscita nel 2005, conteneva il campionamento di “Upon this rock”, pubblicata dal padre di Kathleen nel 1974. Il processo si è chiuso con un accordo tra le parti nel 2010. L’anno seguente, il 2011, fu la volta del musicista blues Syl Johnson, che denunciò Kanye e Jay-Z per aver utilizzato un suo pezzo nel loro album, nello specifico per la canzone “The Joy”. Ye e il marito di Beyonce negarono le accuse, ma optarono per risolvere il caso rapidamente nel marzo del 2012, probabilmente pagando al bluesman un corrispettivo in dollaroni. Nello stesso mese toccò a Bobby Pointdexter, musicista R&B degli anni Settanta. L’accusa rivolta a Kanye West era quella di aver utilizzato un campione espressamente non autorizzato. Ye sapeva di non poterlo usare, insomma, ma lo ha preso lo stesso. Ma Pointdexter non aveva soldi per pagarsi degli avvocati e la causa fallì miseramente.
Arriviamo così al 2013, anno in cui Kanye deve affrontare una causa per “Gold Digger”, uscita nel 2005: La ricorderete tutti, è stata una della sue hit più famose, con la collaborazione di Jamie Foxx. In quel pezzo però c’era un campionamento di "Bumpin' Bus Stop", pezzo del 1974 scritto dai Thunder and Lightning. La famiglia di un membro deceduto del gruppo, David Pryor, fece causa a West ma anche questa volta vinse il rapper, perché il tribunale ritenne che le clip utilizzate erano talmente brevi e distorte che nessuno avrebbe potuto riconoscerle. Nel 2016 arrivò una lettera addirittura dall’Ungheria. Kanye, per la sua “New slaves” del 2013, aveva rubacchiato un pezzo da un gruppo rock magiaro, gli Omega. In quel caso gli avvocati del rapper ammisero di aver iniziato la pratica di autorizzazione ma di essersela poi dimenticata, ma dopo un paio di battaglie legali le parti si accordarono in maniera confidenziale. Tradotto: Kanye paga e il problema non esiste più. Nel 2019 la causa più strana, e una delle poche in cui l’accordo è stato reso pubblico. Kanye, per la sua canzone “Ultralight Beam”, aveva preso, sempre senza autorizzazione, la voce di una bambina da un filmato virale su YouTube. I genitori avevano dato tutto in mano ai loro avvocati e Kanye fu costretto a pagare. Questa volta si conosce anche l’importo: 350 mila dollari, da ripartire tra i genitori, un’altra donna che era presente nel video YouTube e gli avvocati.
Tra le altre cause curiose contro Kanye West c’è anche quella di un pastore protestante del Texas, tale Bishop David P. Moten. Ye avrebbe utilizzato un suo sermone in “Come to life”, canzone del 2021 contenuta nell'album Donda, che prendeva il nome dalla madre di Ye, scomparsa nel 2007 in seguito a un intervento di chirurgia plastica. Secondo gli avvocati del religioso, addirittura il 20 percento della canzone era costituito da campionature utilizzate senza licenza. La causa, iniziata nel 2022, non è ancora conclusa: Molten ha ripresentato il caso anche in un’altra corte federale, e l’udienza è fissata per il 2025. Il bello di Kanye poi è che riesce a mettersi anche nei guai anche con chi lo assiste: dopo l’ennesima causa intentata nel giugno 2022 da Ultra International per aver utilizzato una clip senza licenza, l’avvocato di Kanye lo mollò dopo le sue scandalose dichiarazioni antisemite, dicendo che era “irragionevolmente difficile” difendere il rapper. Il caso fu comunque risolto alla solita maniera, cioè con un accordo privato. Ma non è difficile soltanto difenderlo, uno come Kanye. A quanto pare, non è facile nemmeno fargli causa. La Trax Records, etichetta discografica di Chicago, nel 2022 aveva intenzione di denunciare Ye per violazione inequivocabile dei diritti di proprietà, relativamente alla canzone “Flowers”, contenente la clip di “Move your body” di Marshall Jefferson. Il caso però è ancora alle fasi iniziali. Il motivo? Gli avvocati di Trax non riescono a rintracciare Kanye per consegnargli la notifica della denuncia. Sarà per questo che Ye si copre sempre il volto e continua a girare il mondo con Bianca o i figli, da Venezia a Los Angeles, fino a Mosca e a Disneyland?