Tra le canzoni più votate di Sanremo c’è Quando sarai piccola di Simone Cristicchi, uno di quelli che sta affrontando la competizione da “scheggia impazzita”. Ne abbiamo parlato con lui nel Salotto del Villaggio del Festival. Inevitabile chiedergli come si senta: “Sto vivendo quest’esperienza come un bambino al luna park”. Dopo la prima esibizione era già chiaro che il brano sarebbe stato apprezzato dai giovanissimi, “questo non l’avevo minimamente preventivato. Volevo raccontare ai miei coetanei come i genitori invecchiando ritornino bambini. Poi mi sono accorto che ci sono anche i nipoti, che si vedono nel testo in quanto spettatori di ciò che succede nelle famiglie”. Oltre a Quando sarai piccola, c’è stata la cover di La cura ugualmente efficace: “C’è una preparazione molto lunga per un’esibizione del genere. Con Amara avevamo anche fatto un concerto dedicato a Franco Battiato”. Il misticismo, la filosofia e il pensiero del maestro sono parte del percorso di entrambi. E quella dell’Ariston, più che un’esibizione, sembrava una dichiarazione d’amore reciproca.


Il 14 febbraio è uscita la riedizione dell’album Dalle tenebre alla luce, che cpmprende anche il pezzo di Sanremo. “Frammenti di un percorso che richiama la Divina Commedia”, che parte dalle zone d’ombra fino alla risoluzione (si spera) nello spirito. Il teatro ha fatto parte di gran parte della carriera di Cristicchi, dove ha interpretato anche San Francesco: “Io scrivo molto per il teatro. È la mia isola di libertà, il luogo dove posso esprimermi al 100%”. “Il tema della canzone arriva in un momento giusto”, ci dice, “i fragili e le persone che hanno bisogno di cura ci sono sempre stati. Oggi, però, sentiamo il bisogno di parlarne”. La risposta dei più giovani, più attenti degli adulti rispetto al tema della fragilità, è in questo senso significativa. “Non c’è strategia nella mia scelta di parlare della malattia (l'Alzheimer, ndr)”, ci dice, quasi rispondendo a chi nei giorni scorsi l’ha attaccato: “È una lettera d’amore a mia madre”. Qualcosa di autentico, per cui Cristicchi garantisce: “Non sto recitando”. In chiusura, racconta il rito pre-esibizione: “Ascolto canti gregoriani”.
