Alcune cose sembrano inconciliabili, e spesso lo sono. I libri antichi e i social network, per dire. La carta stampata contro ciò che sta tentando di ucciderla. La ricerca di conoscenza contro la sua negazione. Ma sarà davvero così o sono i soliti preconcetti sterili che nascono dalla paura del futuro? Intanto un dato di fatto c'è. Più di uno, anzi. Che i libri antichi forse non sono una gran rottura di scatole. Che una piccola libreria antiquaria fisicamente esistente, in pieno centro a Torino e due passi dalla stazione di Porta Nuova, sia riuscita a sfondare su un social veloce come Tik Tok. Che un personaggio d'altri tempi, per abbigliamento e pacatezza, come Luca Cena, titolare con la mamma della libreria White Lands, abbia fatto i grandi numeri sui social parlando di libri antichi. Può sembrare un controsenso, e forse lo è: più di due milioni di visualizzazioni per un libro di Boccioni sul futurismo, una prima edizione del 1914 con dedica manoscritta dell'autore a Mussolini. Ma ciò che rende tutto ancora più strano è il video stesso, perché non è la solita roba che si vede su Tik Tok. Prendiamo il filmato con il maggior numero di views, cioè quello sul libro di Boccioni. È una trattativa, in buona sostanza. Il cliente arriva in libreria perché vuole vendere il volume a Cena, che non fa nulla a favore di camera.
La visuale è quella dell'accompagnatore: Cena guarda il suo cliente o il computer dove controlla i dati del libro per valutarne il prezzo. Non guarda mai in camera, se non per far vedere la dedica autografa di Boccioni. Sembra totalmente preso dalla trattativa e dal libro, come se avesse fatto partire la registrazione per ricordarsi del momento. Lo sfoglia, fa la valutazione, lo compra a 2800 euro, e gli altri filmati delle trattative sono impostati alla stessa maniera. Poi ci sono i video dove presenta alcuni libri importanti o curiosi. Una Bibbia antiproiettile, roba da film di Clint Eastwood. Una Divina Commedia di 500 anni fa, un libro minuscolo, la prima edizione di Harry Potter e quella del Codice Da Vinci di Dan Brown. Musica classica di sottofondo, un pianoforte e poco più. Niente urla, niente balletti, niente effetti video se non le scritte in sovraimpressione.
Luca Cena impara il mestiere da sua mamma, Elsie Deferre, e cresce in mezzo ai libri antichi. D'altronde quello dell' antiquario è un mestiere che si tramanda, in genere. Nel 2019, poi, sempre con la mamma, apre alle sua libreria White Lands, portando il suo mondo anche sui social dove, quasi paradossalmente, trova il favore del pubblico, il quale inizia a interessarsi di argomenti come il codex seraphinianus, i libri antichi sulla porchetta, il Romeo e Giulietta illustrato da Salvador Dalì o la prima edizione del Silmarillion. Perché alla fine la cultura funziona sempre, anche se la si bolla sempre come noia mortale, e avremmo voluto magari vedere Luca Cena alla biblioteca Braidense, e non le amiche influencer dell’estetista cinica a farsi i selfie col prosecco in mano appoggiate ai volumi antichi. Perché alcune cose sembrano inconciliabili, e spesso lo sono.