Nel governo il caso Almasri continua a essere un nodo politico sempre più intricato. Dopo l’informazione di garanzia alla premier Giorgia Meloni e ad altri esponenti dell’esecutivo, il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani, che ha fortemente voluto la riforma della Giustizia anche in memoria di Silvio Berlusconi, ha puntato il dito contro la magistratura e la Corte penale internazionale (Cpi) e, in particolare, contro il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi: “Questa scelta non fa l’interesse dell’Italia”, ha dichiarato a margine di una conferenza stampa di Forza Italia. Nel mirino c’è l’iscrizione nel registro degli indagati di Meloni, dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. I tre hanno scelto di essere rappresentati dall’avvocato Giulia Bongiorno, la stessa che ha consentito al vicepremier Matteo Salvini di essere assolto “perché il fatto non sussiste” nel processo Open Arms. Secondo Tajani, la scelta di aprire un procedimento contro i membri del Governo non è un “atto dovuto”, ma una scelta politica da parte della magistratura: “Mi auguro che non sia legata ad altre vicende, ma a pensar male si fa sempre bene”. E non è mancata una frecciatina poco velata all’avvocato Luigi Li Gotti, che ha presentato la denuncia da cui è partita l’indagine: “Era stato al governo con un esecutivo di sinistra e fa parte dello schieramento di opposizione”. È proprio su questo che si scontrano da Corrado Formigli, a Piazzapulita su La7 la Schlein, il presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano, Maurizio Landini e i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Massimo Giannini. Poi ci sono anche la storica Michela Ponzani, l’ex giudice della Corte Penale Internazionale Cuno Jakob Tarfusser e Giorgio Mulé.
Lo scontro si basa proprio sul rapporto oramai malsano tra politica e magistratura: “Considero un po' bizzarro che ogni atto del governo debba essere sottoposto al giudizio della magistratura, perché così si limitano il potere legislativo ed esecutivo”, ha detto Tajani. Sulla stessa linea il Presidente del Senato Ignazio La Russa: “Se c'è uno scontro? Senz'altro con chi ha fatto l'esposto si”. Nel mentre quello che chiedono le opposizioni è che un esponente del Governo venga a riferire in Aula: per la Schlein deve essere Meloni stessa. Giuseppe Conte rincara la dose ricordando “quante volte sono stato denunciato nel periodo Covid mentre lavoravo giorno e notte per proteggere il Paese?”. Torna al centro il mandato popolare del governo, e gli esponenti della maggioranza ricordano che la riforma della giustizia è uno dei punti cardine del programma del centrodestra, ma Tajani “il problema è che alcuni magistrati non vogliono questa riforma e cercano di travalicare i propri confini facendo politica”.Tajani ha poi spostato il mirino sulla Corte penale internazionale, criticando la gestione del mandato d’arresto contro Osama Almasri, il comandante libico espulso dall’Italia. Il tempismo effettivamente è singolare: “È singolare che la Cpi si sia attivata solo quando Almasri è arrivato in Italia, mentre prima aveva viaggiato liberamente per l’Europa”, ha sottolineato il vicepremier, chiedendosi perché Germania e altri Paesi non abbiano ricevuto pressioni simili. Sul possibile segreto di Stato sulla vicenda, Tajani ha rimandato la decisione alla premier: “Se ne occuperà il presidente del Consiglio”.