Vi abbiamo già spiegato cosa sta accadendo. Il Sistema San Carlo è stato smascherato, e ora la Procura di Napoli, insieme alla Corte dei conti, indaga sui protagonisti della nostra inchiesta. Dirigenti, registi, responsabili di area. Tutti ai vertici di una delle più importanti realtà lirico-sinfoniche italiane. Vi abbiamo parlato dell’amichettismo e del figliettismo d’arte, dei contratti poco chiari, delle nomine arbitrarie, dei compensi assurdi, ma ora l’attenzione dei giornaloni è tutta per il sindaco Gaetano Manfredi, che da mesi sta bloccando la nomina di Fulvio Macciardi a sovrintendente. Il motivo è semplice: secondo i piani Manfredi avrebbe potuto, da presidente della Fondazione, tentare di piazzare un suo uomo in Fondazione. I due nomi, a rigor di logica, papabili erano: Emmanuela Spedaliere e Ilias Tzempetonidis, Direttrice generale e Direttore casting della Fondazione, braccio destro e sinistro di Stephane Lissner, il Sovrintendente di cui ci siamo occupati nella nostra storia. Nominati per incarichi inventati da Lissner con stipendi assurdi, in questi mesi di transizione sono rimasti in Fondazioni con incarichi apicali, nonostante, per esempio, nel caso di Emmanuela Spedaliere, il ministero avesse stabilito che si sarebbe dovuto lasciare il posto con la fine del mandato di Lissner, il 31 marzo 2025. Loro due, dunque, hanno di fatto gestito la Fondazione da marzo a oggi. Nel frattempo Manfredi e Spedaliere, che avrebbero dovuto essere ascoltati dalla Commissione trasparenza del comune di Napoli, hanno evitato di rilasciare dichiarazioni e di rispondere alle domande, anche alle nostre. Manfredi ha fatto però di più: per tutta l’estate ha schivato le riunioni del Consiglio di Indirizzo per la nomina del nuovo Sovrintendente, probabilmente in attesa di tempi migliori. Peccato che a inizio agosto, evidentemente stanchi del tira e molla, il Consiglio si è riunito e ha scelto, senza Manfredi, Macciardi, poi riconfermato in una nuova seduta del 26 agosto. È a questo punto che Manfredi ha pensato di poter passare dal Tar, facendo ricorso e rallentando le normali procedure per l’insediamento di Macciardi.

Ma cosa aspetta esattamente? Sulla carta il ricorso non lo aiuterà, visto che Macciardi è stato nominato con maggioranza dal Consiglio di Indirizzo e la sua nomina è regolare sia per la Fondazione che per il Ministero della Cultura (peraltro, Macciardi sarebbe un nome vicino a Fratelli d’Italia). La risposta che si sono date in molti, all’interno della Fondazione, e che ci è stata raccontata, riguarda una sola scadenza: le elezioni regionali. Il tira e molla del Pd in regione, con la lite per il terzo mandato di Vincenzo De Luca, la scelta di Roberto Fico (in campio della poltrona da segretario regionale del partito al figlio di De Luca), e gli eventuali risultati favorevoli al centrosinistra, potrebbero modificare le alleanze in regione e Manfredi potrebbe non essere più in conflitto con il presidente che verrà eletto. A quel punto il Consiglio d’indirizzo diverrebbe a maggioranza pro-Manfredi, con lui stesso, la rappresentante della città metropolitana e un rappresentante per la regione dalla parte del sindaco. Ecco il gioco, che potrebbe chiudere la Fondazione nella tenaglia del sindaco e della Regione, ora che De Luca si appresta a chiudere il suo ultimo mandato. De Luca è stato infatti uno dei principali avversari di Manfredi, fin dalla nomina da parte di Lissner di Emmanuela Spedaliere. De Luca aveva anche minacciato di ritirare il rappresentante di regione dal Consiglio, di fatto indicando al ministero la necessità di un commissariamento speciale. Cosa che in questi anni è poi stata evitata, ma che potrebbe diventare una nuova possibilità, davvero concreta, se il Teatro San Carlo rimarrà ancora con un seggio vacante.
