La vincitrice di Masterchef 13, Eleonora Riso, è molto chiara: no alla ristorazione stellata. Almeno per il momento. Eleonora, diventata famosa per i modi e piatti eccentrici, è diventata una food influencer su Instagram e in molti hanno iniziato a chiedersi quando avrebbe aperto un locale. Le sono arrivate molte offerte, dice in una intervista per il Corriere della Sera, “l’altro giorno, a Siena, un signore mi ha detto: ti lascio il mio locale”. Per ora nessuna offerta dagli stellati: “Come ho detto quest’estate, come confermo ora, dopo la fine della trasmissione non mi hanno mai chiamato. Non è un problema e non ho certo pretese: lo so che la mia formazione non è a livello di quella dei professionisti, che ho vinto un programma di cucina amatoriale. Ovvio che fare una buona esperienza mi piacerebbe tantissimo, che sarebbe utile. Comunque ho iniziato a muovermi in un’altra direzione: cerco qualcosa di mio”. Neanche i giudici di Masterchef. Per ora l’opzione più probabile è Firenze, non più Milano come ipotizzava tempo fa. “Comprare è economicamente impossibile! Sia a Firenze che Milano. Però mi sto informando su come funzionano i Circoli Arci. Quella sarebbe la cosa che mi piace, a Milano - ho vissuto lì durante la trasmissione - frequentavo il Ciq, il Centro internazionale di quartiere in via Fabio Massimo: un gruppo di ragazzi nordafricani aveva messo insieme una realtà fantastica, cucina e posto in cui stare insieme, spazi ampi. Una cannonata. È il mio modello”.
Su Instagram spesso si è fatta vedere in duo con Niccolò Califano, il concorrente laureato in medicina che aveva partecipato alla sua stessa stagione su Sky. Lavoreranno insieme in un ipotetico progetto? “No, non credo che sarebbe interessato” e parla piuttosto di “amici fidati, con cui ho lavorato a lungo, che condividono i miei valori: vorrei lanciarmi con loro”. Quali valori? “Oggi, a Firenze come a Milano, quasi tutto (ripeto quasi!) un po’ degenerato. Non c’è più il “servire il cliente” al primo posto, nel senso di farlo stare bene, spesso manca l’attenzione alla materia prima. Se apri un posto in una via del centro di Firenze perché sai che lì passeranno tremila persone al giorno, poi però proponi pasta scotta “che tanto gli americani non se ne accorgono”, allora non fai ristorazione. Business, business, business. E se il capo la vede così, non trasmette passione a chi lavora con lui. E magari il capo medesimo tenta anche di pagare i dipendenti il meno possibile...”
Certo la fama potrebbe aiutarla ad avviare l’attività, ma ci sono anche dei contro. Nei sette mesi dalla vittoria di Masterchef, infatti, è stata anche riempita di critiche, per i suoi modi come per i suoi piatti (i famosi chef esperti del web): “Sono molto umorale. Quando ho detto al Corriere che i grandi chef non mi avevano chiamata tanti hanno scritto che ero presuntuosa, ‘dove vuoi andare che non sai far niente?’ È frustrante l’essere fraintesa, non riuscire a spiegare che stavo portando solo un dato di fatto”. Le critiche l’hanno spinta anche a pensare di lasciare i social e con l’occasione a capire quanto sia importante, per chi fa il suo mestiere, lavorare necessariamente anche sulla programmazione e l’immagine pubblica: “Volevo proprio mollare. Ad agosto ho postato pochissimo e infatti ho perso seguito. Circa duemila (su oltre 370 mila su Instagram): per me non sono pochi, so benissimo che avere un canale è importante per lavoro. Così come so che non smetterò mai davvero di cucinare. Certo prendere le misure non è facile e mi sto allenando. Il prezzo da pagare per rallentare è perdere un po’ di seguito? Per me va bene”.