La verità è che quando ho visto le foto a Sochi, nella Russia meridionale, di Ornella Muti con la figlia Naike Rivelli, due persone che stimo da sempre, insieme allo street artist Jorit (quello che ha chiesto una foto con Putin per dimostrare agli italiani che era vero) sono rimasto basito. Ornella Muti, Francesca Rivelli per gli amici (ma io la chiamo Ornella), il suo vero nome, è andata in Russia per il Festival mondiale della gioventù e degli studenti che ha visto, la partecipazione di migliaia di persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni (provenienti da oltre 180 Paesi del mondo). Il Festival ha una tradizione antica, parte dal Dopoguerra, ed è stato promosso dalla Federazione mondiale della gioventù democratica, tutta rivolta a sinistra, e che ha visto nel 1950 presidente il giovane comunista Enrico Berlinguer. Per molti oggi quel Festival è solo uno strumento di propaganda dello Zar del nuovo millennio, Vladimir Putin, che ha sottolineato (due volte in pochi giorni), incontrando Jorit che “Russia e Italia sono unite dall'amore per l'arte e dal desiderio di libertà”, dimenticando che noi non desideriamo la libertà, perché nella nostra disgraziata Italia almeno quella c’è, cosa che non possono dire i suoi concittadini. Certo stride un Festival mondiale della gioventù che anela la pace in un Paese che bombarda le famiglie ucraine e i ragazzi ucraini. Ma anche qui Putin ha detto la sua, sostenendo che si tratta un’azione dovuta perché è la regione orientale dell’Ucraina a chiedergli di invadere il Paese: “Il Donbass ci chiese aiuto”. Nel Donbass ci sono stato in tempo di pace, pochi anni fa, e francamente parlando a lungo con i cittadini di Donetsk, non avevo avvertito questa richiesta. Scusate l’inciso, ma torniamo alla mia amica Ornella Muti, persona che amo, vedendola nelle foto fatte a Sochi mi sono domandato: era il caso per una delle nostre dive più famose famose all’estero, in Russia come a Hollywood, andare a Sochi? Sì, vabbè, è lavoro, ma con la guerra senza tregua della Russia contro l’Ucraina, la negazione delle libertà da parte sovietica (ormai possiamo ritirare fuori questo aggettivo che aveva perso valore dopo la caduta del muro di Berlino), la morte di Alexei Navalny, ucciso nella galera dove l’avevano mandato, era veramente il caso di andarci? Così ho telefonato a Ornella e a sua figlia Naike, mai viste una madre una figlia così unite e solidali, si adorano e si sostengono. Insieme, in viva voce, non mi hanno dato nemmeno il tempo di dire il perché della telefonata: avevano ben chiaro perché le contattassi.
Ciao…
Siamo tornate, siamo già in Italia, e so già che cosa vuoi chiederci.
Appunto.
Perché siamo state in Russia? Perché io sono anche russa, per me la Russia è famiglia, lì ci sono i miei parenti, i miei cugini. Io parlo anche russo, non da Dio, ma lo parlo.
Davvero sei russa?
Ti sei dimenticato che mia madre Ilse Renate Krause era russa.
È vero, non me lo ricordavo più!
Mamma ha vissuto a San Pietroburgo, ed è stata una figura importantissima nella mia vita, come nella vita dei miei figli, quando se ne è andata quattro anni fa, anche se aveva 91 anni, è stato un dolore immenso per tutti noi. Quando torno in Russia lo faccio anche per ritrovarla in chi la amava come noi. Ho dei parenti a Mosca, e non solo. Pensa che anche la stilista che mi veste da anni è russa, si chiama Ulyana Sergeenko. Lei è bravissima e ormai è anche un’amica.
Siete state anche alla Settimana della moda di Mosca, sfilando anche in passerella. Ma molti vi hanno attaccate per questa visita in Russia.
“E che cosa dovremmo fare, negare le radici di mamma?”, si chiede Naike Rivelli. Che cosa dovremmo fare, rinunciare alla nostra vita affettiva? In più siamo molto legate anche agli amici russi, come Ulyana Sergeenko, dovremmo dimenticarla?.
Ma era il caso di andare a Sochi?
Noi amiamo il popolo russo e a Sochi è stato bellissimo, c’era una gioventù meravigliosa, ho visto un futuro di libertà e di pace. Un'emozione grandissima, c'era una grande affetto. Ovunque siamo andate ci siamo sentite libere di esprimerci su tutto. Abbiamo parlato di pace e anche di ecofashion, moda sostenibile, perché il pianeta, ricordiamolo, va difeso.
Anche Putin ha parlato nel suo discorso finale di futuro…
Non siamo andate in Russia per Putin, che peraltro ho incontrato in passato, ma per altre ragioni personali.
Quali, se posso?
Interviene Naike: “Mamma e io stiamo mettendo le basi per un libro sulla sua vita e siamo andate in giro per tutta la Russia materiale alla ricera di documenti, fotografie, lettere che avevano i nostri amici e parenti”.
Ma le foto le hanno fatte a voi, a Sochi.
Continua Naike: “Mamma in Russia è popolarissima, a Mosca ci hanno chiesto di fare un salto a Sochi, per una bella sorpresa, lì ci hanno portato in auto al villaggio olimpico, costruito per le Olimpiadi di dieci anni fa. È stata davvero una sorpresa, ci siamo trovati di fronte al gigantesco murales realizzato da Jorit ed è andato tutto proprio come avete visto sul web nei video che hanno girato. E così la nostra presenza in Russa è diventata virale”.
E avete incontrato Putin?
No, noi siamo partite il giorno prima.