In alto i cuori, è il caso di dire, per i compleanni illustri in quota di settembre. Le candeline sono per l'alpinista altoatesino più famoso del mondo: Reinhold Messner, che compie ottanta primavere vissute in vetta e per lo chef tedesco tristellato Norbert Niederkofler. Ma cosa hanno in comune i due più grandi estimatori della montagna? Una in particolare di certo, quella del Plan del Corones, la cima più inebriante della Val Pusteria che domina con i suoi 2.275 mt. la Val Badia e Valdaora. È proprio su questa cima, curata come una creatura dai sudtirolesi, che Messner ha deciso di ubicare uno dei suoi musei dell’alpinismo, decisamente incastrato nella roccia, in un affaccio sulle Alpi da restarci secchi per la meraviglia. Non vorremmo apparire ingordi ma gli affacci su questo altopiano sono due, visto che l’altro è il primo dei ristoranti più esclusivi del mondo in una lista di altri nove, secondo Forbes. Parliamo di Alpinn, un vero e proprio balcone sospeso nel cielo, con vista sulle nuvole.
Mentre lo chef ideatore del concetto di “cook the mountain” lascia lo strepitoso Alpinn Food Space & Restaurant per un giorno, per festeggiare a Brunico ai piedi del Kronzplatz – versione tedesca del ladino Plan de Corones – nell’altro suo ristorante Atelier di Moessmer, il Re degli 8000’ Reinhold Messner mangia la torta insieme alla moglie in baita, guarda caso, a 2000 mt. Ovviamente noi di MOW non ci siamo fatti mancare una visita in questo avamposto sudtirolese in vetta voluto da Messner e progettato da Zaha Adid. – parliamo del museo, of course - ed è doveroso far presente che in quanto a costruzioni futuristiche in cima alle montagne, i crucchi non si fanno parlare dietro.
Con la brina nelle narici, camminando verso la funivia di Riscone – il paesello pusterese dove si allenava la A.S. Roma - abbiamo acquistato un biglietto di salita e discesa per il Plan de Corones a trenta euro a cranio strofinando i guantini. Il clima piacevolmente secco e freddo invita a godere del cielo terso che infonde nei cuori adrenalina in salsa piccante, in vista della giornata che vivremo. D'altronde salire in quota è sempre un'emozione. Non avendo gli sci al momento, sarà la previsione della polenta taragna, chissà. La cabinovia vede ogni anno migliaia di sciatori che scelgono le discese più belle d'Italia, queste sponsorizzate dal famoso galletto, simbolo del Kronplatz, disegnato nel 1975. Oggi noi saliamo per festeggiare Messner con un brindisi nel suo luogo del cuore, visitando il suo museo e gustando le specialità di Chef Niederkofler.
Ammirando dall’abitacolo il panorama dolomitico a cullare la cittadina di Brunico e la vicina Valle Aurina, ci esaltiamo al ricordo di tutte le culate che prendemmo scendendo per la famosa Sylvester, celebre pista nera detta Il muro. Superati i due tronconi in undici minuti di tragitto silenzioso tra le cime degli abeti e le impronte dei roditori notturni sulla prima neve, barcolliamo verso l'uscita cercando l’abbraccio delle Alpi, lasciandoci andare in un “Comme elle est blanche ma vallée!”, per quanto sarebbe stato più appropriato un “Altissima, purissima, Levissima”. Riacquistata la dignità ci dirigiamo immediatamente a farci una Forst nella baita Tre Cime li davanti, rifugio e delizia di vagonate di golosi come noi. Da li si può scorgere sulla sinistra, dietro l’enorme, discutibile campana della pace “Concordia 2000” voluta da Erich Kastlunger, la geniale struttura del museo e a sinistra il sentiero per Alpinn e Lumen, la struttura dell’incredibile ristorante frutto di una miracolosa commistione di professionalità tedesca e italiana incastonato nell’altro omaggio alle Alpi.
È qui che al posto di una vecchia ex stazione a monte della funivia di Plan de Corones c'è ora quella che, per dirla con Le Corbusier, può dirsi “l'architettura naturale più bella del mondo”: Lumen, così si chiama il museo fotografico della montagna, ospita la mostra permanente Messner Meets Messner by Durst, dedicata al grande pioniere alpino, il festeggiato di settembre, un pragmatico segno della vergine. Scolata la birra e divorato l’ennesimo kaisershmarren ci scapicolliamo verso il museo MMM dedicato alle intrepide imprese degli alpinisti dall’uomo che a trentatré anni scalò l’Everest senza ossigeno e protagonista della polemica inerente al Guiness dei Primati, secondo il quale non sarebbe stato lui il primo a scalare tutti i quattordici 8000’.
Il museo è parte di un circuito di sei del Messner Mountain Museum sparsi per le valli altoatesine, un vero e proprio incontro con la montagna, che gli valse l’onorificenza per la sua attività culturale. Bellissimo, ma ci rendiamo conto con frustrazione che la scalata potremmo affrontarla con la proverbiale carota in bocca e tutto si tramuta in una festa in onore al grande eroe dell’arrampicata libera che ultimamente ha raccomandato al mondo di non lasciare eredità a figli ingrati che non apprezzano il dono dei genitori.
L’eroe delle vette e del deserto – ha attraversato anche quello del Gobi, oltre che farsi a piedi pure la Groenlandia, l’Antartide e il Tibet orientale - ha dichiarato serafico che scalare montagne è inutile e pericoloso, ma con l’entusiasmo si può arrivare a toccare le stelle, e noi inebriati da ciò, visto quante ne ha passate, lo abbiamo celebrato mangiando anche ad Alpinn. Perché se le cose si fanno, si fanno per bene e noi siamo dei perfezionisti. Tra le nuvole, sullo strepitoso balcone di vetro a picco sul nulla a duemila metri di altezza, le specialità alpine di Niederkofler ci hanno condotto in vetta senza casco, in una esplosione di pini mughi e salmerino con riduzione di panna e rafano. Il tutto in perfetta sintonia con l’uso di prodotti stagionali di montagna. Che voto diamo a tutto ciò? Non vi è voto né prezzo per questa esperienza che tutti dovrebbero avere la fortuna di assaporare almeno una volta nella vita. E allora buon compleanno Signor Messner, con l’augurio di continuare a scalare le vette del mondo per altri cento anni. E tanti auguri allo chef Norbert Niederkofler, che Dolasilla la benedica sempre!