Nuova puntata della rubrica curata da Roberto Alessi, giornalista e direttore del settimanale Novella 2000, che analizza per MOW le notizie e le indiscrezioni UP and DOWN che più stanno facendo discutere o che, con ogni probabilità, affolleranno siti e giornali di gossip nei prossimi giorni. Si parte con il ricordo di Pippo Baudo, Robert De Niro e quella volta in cui si arrabbiò con Sergio Leone, il nuovo progetto di Taylor Swift, mentre le fake news su Amanda Lear… con “Torna a casa Alessi” il mondo dello spettacolo non ha segreti

DOWN
Quando De Niro si arrabbiò con Sergio Leone. Con Bob, se vi scappa, tenetevela
A volte le notizie vecchie notizie sono molto più divertenti delle nuove. Così parlando con un esperto di cinema mi ha raccontato di un fatto anche ripreso dai giornali recentemente: durante le negoziazioni per scritturare Robert De Niro per il film di Sergio Leone C’era una volta in America, 1984, era stato organizzato in una suite in un hotel di New York un incontro tra il divo e il regista per discutere il progetto. Parlarono, parlarono, parlarono e si erano messi anche d’accordo tra agente, produttore e tutto quanto. Sembrava fatta con tanto di strette di mano e abbracci con Leone all’uscita dalla suite di De Niro. Ma durante quell’incontro il nostro grande Maestro aveva chiesto di andare in bagno. Una volta usciti c’è andato pure De Niro e rimase fortemente disgustato: Leone aveva schizzato sulla tavoletta del bagno lasciando vomitevoli gocce di pipì. Infuriato come pochi De Niro per la mancanza d’educazione, chiamò immediatamente il produttore, dicendo che avrebbe rifiutato la proposta e non avrebbe mai fatto il film (che poi si è rivelato uno dei grandi capolavori anche nella carriera di Robert De Niro stesso). Il produttore Arnold Milchan riuscì con una fatica immensa ma con la tenacia di chi vedeva un affare svanire, a rabbonire De Niro e a chiedere scusa a nome di Leone. Il fatto fu così noto che nessuno da allora ha mai più chiesto a De Niro di andare nel suo bagno (parola d’ordine: se vi scappa tenetevela)
UP
Domenico Dolce, Jlo canta per il suo compleanno
Signora mia, queste sono soddisfazioni: al gala proposto dal Cala di Volpe, l’albergo più lussuoso di tutta la costa Smeralda, di proprietà della Smeralda holding società indirettamente controllate dal fondo sovrano dello Stato del Qatar e gestito da Marriot, Jennifer Lopez, che si è esibita in un concerto ristretto a poche centinaia di miliardari in euro che avevano prenotato già dall’anno prima, ha interrotto la sua scaletta per cantare happy birthday to you a Domenico Dolce, lo stilista che con Stefano Gabbana, suo compagno fino a vent’anni fa, ha creato uno dei marchi più popolari del mondo. Domenico festeggiava proprio quella sera il suo 67º compleanno. Orgogliosi e quasi commossi per il gesto di Jennifer sia Domenico, un uomo di grande simpatia e di grande semplicità, e il suo fidanzato brasiliano Guilherme Siqueira.
DOWN
Taylor Swift, quante storie per la copertina del nuovo album
Qualcuno ha subito storto il naso quando ha visto la copertina dell’ultimo album di Taylor Swift “The Life of a showgirl”. È il 12º album della carriera di Taylor ed uscirà il 3 ottobre. Qualcuno, vista la copertina, ha trovato che il costume indossato dalla cantante più popolare del mondo fosse troppo sexy. Troppo nudo? Ma se copre molto di più di un bikini! Semplicemente gioca con una serie di catene di brillanti che creano un disegno nude look sotto il reggiseno ma che ben copre qualsiasi pudenda. Ma c’è chi pensa che dietro queste polemiche si nasconda la concorrenza delle altre case discografiche, visto che questo è il 12º album della carriera di Taylor Swift e visto che negli Stati Uniti la star ha vinto durante la sua carriera ben 14 Grammy Awards. Tra l’altro Taylor non voleva assolutamente essere trasgressiva: i suoi collaboratori hanno spiegato che si sono ispirati semplicemente a un’estetica che rimanda al cabaret europeo classico degli anni Venti e Trenta. Vi dice niente Cabaret, il film di Lisa Minnelli?
UP
Silvia Annichiarico. Salvata in exstremis anche grazie ad Alba Parietti
A volte capita che uno esce a cena per il compleanno di un’amica, dice di non stare granché bene. L’amica si insospettisce e la manda immediatamente da una specialista che nel giro di poco le salva la vita. È successo a Silvia Annichiarico, l’artista adorata da Renzo Arbore, ma ora finalmente è tornata a casa, in convalescenza. Mi dice che è stata salvata per il rotto della cuffia. In pratica è andata al compleanno di Alba Parietti e ed era un po’ che non stava granché bene ne ha parlato ad Alba Parietti e lei l’ha subito indirizzata a una dottoressa che dopo una prima visita si è resa conto che, come mi racconta Silvia stessa, dopo più di un’ischemia ha scoperto di avere le arterie ostruite quasi tutte al 99%. “Mi hanno inserito tre stent“, mi dice, “E ora si ricomincia”. Per Alba il fatto che l’amica si sia salvata da un pericolo di cui non sapeva neanche l’esistenza è stato il più bel regalo per il suo 64º compleanno.


DOWN
Amanda Lear passa all’attacco
“Ero stata contattata da un colosso americano dell’Hbo per una fiction sulla mia vita. Dicevano che volevano celebrare la mia carriera, invece era un pretesto per diffondere le solite fake news sulla mia presunta identità transgender”. Amanda Lear si è girata non poco quando ha scoperto che dopo aver detto lei no a questo progetto i produttori non solo non si sono tenuti nei termini del contratto che escludeva certi temi, ma il fatto che lei non abbia collaborato per niente non ha fermato i piani della produzione che è andata avanti. In un’intervista al Messaggero, Amanda ha detto: “È un vergognoso tentativo di outing, ma non intacca la mia carriera”. Pensare che durante un’intervista anni fa lei mi aveva detto che era stato Dalì a Parigi a dare voce a certe scemenze perché in fondo diventavano un ottimo modo per promuovere l’artista, le diceva. Ma Amanda ha sempre negato che quella fosse la verità, è girata a quella voce e in qualche modo l’ha pure aiutata. Molto spesso mi diceva: “Magari si dimenticheranno le mie canzoni, i mei spettacoli ma questo gossip rimarrà sempre nell’orecchio”. Aveva ragione, visto che ancora oggi in America fanno leva su quella diceria per promuovere un film. Ma le dicerie sono una cosa, la verità è un’altra. E la verità è che Amanda è un grandissimo personaggio al di là delle fake news, una donna intelligente, che sa ridere della vita e soprattutto fa sorridere. Viva Amanda.
DOWN
Alessandro Baudo Formosa. “Papà, quanto ti ho amato”
Quando ho visto in televisione l’immagine di Alessandro Baudo Formosa seduto in chiesa a Militello durante i funerali di Pippo Baudo, accanto alla sorella Tiziana, mi sono rassicurato: avevo paura che quello che mi sembrava un racconto bellissimo, quello di un figlio ritrovato dopo anni, quando questi era già cresciuto con un altro padre, ma che poi era stato accolto con amore, potesse in qualche modo essersi incrinato. È il racconto di Alessandro, che in Australia è un musicista, che ha scoperto dopo i trent’anni di essere figlio del nostro conduttore televisivo forse più amato di sempre. Alessandro, nato nel 1962, è frutto di un amore tra Pippo e Mirella Adinolfi. Lei era la moglie di Tullio Formosa, dirigente Rai. In quegli anni non c’era ancora il divorzio, lei rimase incinta, nel frattempo il marito era andato a vivere in Canada. Non ho mai capito se Pippo sapesse di quel figlio, perché per i primi sei anni Alessandro aveva visto accanto a sé Pippo e lo chiamava “zio Pippo”, ma lui non era mai andato a convivere con Mirella. Poi Mirella, finita la storia con Pippo, era andata in Canada a raggiungere il marito che aveva riconosciuto Alessandro, il bambino aveva 6 anni, e lo aveva cresciuto come figlio suo, prima in Canada e poi in Australia, dove si erano trasferiti per lavoro. Poi, in punto di morte, Tullio Formosa gli aveva rivelato la verità. “Fu uno shock: quello che avevo sempre pensato fosse uno zio acquisito, Pippo Baudo, immediatamente diventava il mio padre naturale. Non fu facile accettare questa verità”, ha raccontato più volte Alessandro. Ma nel 1996 Pippo aveva riconosciuto quel ragazzo che nel frattempo era già diventato papà, per cui Pippo si ritrovò con un figlio maschio e anche con un nipote, Sean, che negli anni lo avrebbe reso bisnonno ben tre volte. Quando non ho visto Alessandro alla camera ardente al Teatro delle Vittorie, a Roma, mi sono chiesto come mai non fosse accanto alla sorella Tiziana, la figlia che Pippo Baudo ha avuto una decina d’anni dopo dalla prima moglie, Angela Lippi. “Non ero in Italia, ma in Australia dove ero andato a raggiungere il mio figlio Sean e i miei nipoti”. Ma a Militello Alessandro c’era. La sua storia con Pippo, una bella storia in fondo, si è conclusa come si doveva concludere: con un figlio che amava il proprio padre e che gli ha voluto rendere l’ultimo omaggio.
