Daniele De Rossi è stato letteralmente silurato dalla As Roma senza una spiegazione. La motivazione data dalla società ovviamente non regge: 4 punti in 4 partite non sono sufficienti. Grazie, Graziella e… Ma ci sembra quasi ovvio e scontato sottolineare che non sono nemmeno abbastanza per mandare via un uomo arrivato da traghettatore e finito con un lauto contratto tra le mani. La durata dell'accordo di De Rossi, infatti, era fino al 30 giugno 2027 e garantiva al tecnico uno stipendio superiore ai 3 milioni di euro netti a stagione per un complessivo che sfiorava i 10 milioni. Quindi cosa c’entrano gli ultimi risultati negativi della scorsa stagione? Nulla. A meno che la Roma non dia contratti milionari a gente in cui non ripone fiducia, ci sembra ovvio che qualcosa che non torna c’è. Non è che, forse, la presenza di Daniele ha fatto bene all'ambiente e quindi alla grande campagna abbonamenti che recita 40.000 abbonati? Non dimentichiamoci che in testa alla classifica ora c’è l’Udinese, che il Milan di Fonseca sta giocando malissimo, salvo aver rifilato quattro goal al Venezia e che né l’Inter, la Juventus o il Napoli hanno ancora convinto davvero. Anzi, nessuna, finora, ha convinto davvero. Per questo motivo ci siamo chiesti fin da subito il perché di una scelta che, come direbbe il buon Vasco, un senso non ce l’ha. In queste ore si è parlato molto di una donna, la Ceo della Roma, Lina Souloukou che, secondo quanto riportato, non avrebbe particolarmente gradito la frase di avvertimento pronunciata da Franceso Totti “Daniele è un parafulmine”, convinta che fosse stato proprio Daniele a suggerirgliela. C’è un’altra figura, però, di cui nel mondo del calcio si parla molto, ma che ora non viene analizzata abbastanza per il ruolo centrale che ha nella vicenda e in generale nel nostro panorama sportivo.
Quella persona si chiama Giuseppe (Beppe) Riso, fondatore, nel 2013, della Gr Sports (iniziali del proprietario che detiene la società al 100%). La Gr è l’agenzia sportiva leader in Italia che, in poco più di dieci anni, si è fatta strada nell’intricato (e pessimo) mondo delle procure e ha dato a Riso il titolo non scritto di “nuovo Mino Raiola”. È questo quello che si dice di lui, come si dice che sia spietato e privo di scrupoli davanti all’idea di finalizzare un’operazione. E, anche questa volta, purtroppo, ce l’ha fatta. Ma perché parliamo di lui? Prima di tutto perché è il procuratore del nuovo allenatore della Roma, Ivan Juric, che ha siglato un contratto fino a giugno 2025 per 2 milioni netti e con la clausola di un rinnovo automatico nel caso di conquista del posto nella nuova Champions League. Avete sentito, però, che in queste ore ci sono stati rumor attorno al capitano della Roma e allo spogliatoio? Ecco, Riso è anche il procuratore di Pellegrini, di Cristante e di Baldanzi. Tre giocatori fondamentali per la squadra che sembra non abbiano gradito particolarmente certi atteggiamenti di Daniele e che si siano messi di traverso nei confronti dell’allenatore. Sarà per questo che, la settimana prima della chiusura del calciomercato, come apprendiamo da fonti vicine all’ambiente Roma, Riso era stato visto nella capitale proprio con Lina? Siamo sicuri che il piano b non fosse già pronto da tempo e che Riso, uomo di cui Lina sembra fidarsi molto, non gli abbia detto “non è adatto Daniele. Non appena sbaglia, ti do il sostituto”?. Anche perché i tempi in cui tutto ciò si è svolto sono stati fulminei. Ci è voluto più tempo per sostituire il ministro Sangiuliano con Alessandro Giuli che De Rossi con Juric. Un caso?
Sarebbe strano, visto che abbiamo visto Juric presente a Parma-Udinese (e ora c’è Roma-Udinese) e la settimana prima era andato a vedere Genoa-Verona, e la Roma ha pareggiato a Genova proprio qualche giorno dopo. Che cosa era andato a fare? A studiare la possibile successiva avversaria della sua futura squadra? Allenatore che gioca con il 3-5-2, a differenza del 4-3-3 di Daniele De Rossi su cui lui stava lavorando da quando si è seduto sulla panchina giallorossa. Non vi siete chiesti come mai il mercato fatto dalla squadra calzi perfettamente con il 3-5-2? Dovbkyk e Dybala, sembrano essere i due pupilli di Juric e forse abbiamo messo fine anche al grande interrogativo della non dipartita last second della Joya, su cui Daniele era stato fermissimo, dicendo chiaramente che non avrebbe trattenuto nessuno e che avrebbe voluto solo chi “voleva fare davvero parte del progetto”. Forse, però, era Daniele che non faceva più parte del progetto. Ricordatevi, quindi, che la grande mano oscura dietro a questa e molte altre operazioni calcistiche è Beppe Riso, che ha ben 88 figure da gestire che contano sul suo potere. Avete visto come ha gestito il caso Tonali che addirittura ha giocato subito in nazionale dopo il delirio del calcio scommesse? Anche lui è uno dei suoi. E Frattesi e Carlos Augusto dell’Inter? Ma c’è un’altra cosa che nessuno ha notato: ora ha lui in mano i due allenatori di cui parlano tutti. Si chiamano Raffaele Palladino, allenatore della Fiorentina, e, appunto Ivan Juric. Quanto, ancora, amplierà il suo portafogli che ora vale oltre 335 milioni? Se continua con questa spregiudicatezza e se le società continuano a correre dietro alle sue richieste, beh, non può che andare a puttane tutto il sistema calcio. Ora lui ha davanti a sé una prateria, perché tutti vogliono lui dopo la dipartita nel 2022 di Mino Raiola. Lui ha aspettato che fosse il momento giusto, è stato “in silenzio” e si è mosso, fino a prendersi Milano, l’Italia e ora anche l’estero.