Corrado Barazzutti non ha mai smesso di crederci. In Lorenzo Musetti, certo, oggi tra i primi dieci al mondo, ma anche in Jannik Sinner. E oggi, da collaboratore del team Musetti, osserva da vicino lo sviluppo di uno dei pochi capaci, secondo lui, di inserirsi nella corsa dominata da Sinner e Alcaraz. Lo ha raccontato a Fanpage.it, commentando la sconfitta inattesa di Jannik contro Bublik a Halle e tracciando un bilancio di questo momento d’oro del tennis italiano. “Mi ricordo che una volta Bublik disse a Sinner: ‘Tu non sei umano, sei inumano’. Eppure, nelle ultime due partite abbiamo visto un Jannik molto più umano di quanto il pubblico potesse immaginare”. Ma non c’è da allarmarsi per la sconfitta: “Anche lui, come tanti altri, come è successo ai più grandi della storia, da Djokovic a Federer, ha perso una partita con match point a favore. Ma resta il numero uno del mondo. Un campione, umano. Questa sconfitta potrà rivelarsi preziosa. Gli servirà per alzare ulteriormente il livello di attenzione in vista di Wimbledon. Sono convinto che lo vedremo più concentrato e determinato sull’erba dell’All England Club”. Resta il fatto, però, che sull’erba può succedere di tutto: “È una superficie infida, bastano pochi dettagli per cambiare tutto. E anche i più grandi possono inciampare all’esordio”.

E sulla finale con Alcaraz a Parigi, nessuna sorpresa: “Avevo detto che sarebbe stata una partita molto equilibrata, completamente diversa da Roma. Pensavo di vedere un Sinner molto più forte rispetto a Roma, per una partita che, dal mio punto di vista, sarebbe stata molto equilibrata”. Secondo Barazzutti, a differenza di chi cerco di porsi dubbi sulla sua forma, Sinner è ormai competitivo ovunque, anche su terra: “Ora può vincere su tutte le superfici. Rispetto a prima, fa meno fatica anche su terra. Ha trovato continuità, e se fosse arrivato a Roma dopo aver giocato Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, avrebbe avuto il ritmo giusto per vincere anche lì”. Quanto ad Alcaraz, “Sinner e Carlos sono lì, sullo stesso piano, ma lo spagnolo è forse un po’ più lucido nei momenti chiave. Sinner impone un ritmo altissimo senza sbagliare, ma nei passaggi decisivi, forse, Carlos è un pelo sopra”. Poi si torna su Musetti: “È l’unico, con un tennis completamente diverso, che può stare in mezzo a Sinner e Alcaraz. Soprattutto sulla terra può batterli entrambi”.

E se Lorenzo ha finalmente trovato l’equilibrio, lo si deve a Simone Tartarini: “Lo ha scoperto e costruito. Il servizio è migliorato, il gioco è più ordinato, la vena da artista resta la ciliegina. Sono stato vicino a loro in questo processo, e sono felice di aver contribuito. I risultati stanno arrivando”. E spera che questo sia solo l’inizio perché “ora Lorenzo ha le idee più chiare, sa come giocare e può stabilizzarsi tra i migliori al mondo. E poi, certo, deve cominciare a portare a casa anche gli Slam”. Poi l’orgoglio per l’intero movimento: “Il nostro tennis vive un momento magico. Berrettini, Sinner, Musetti, ma anche i ragazzi più giovani. Non so se qualcuno se lo sarebbe aspettato. E vale anche per le ragazze. È un segnale di quanto siano migliorati i nostri allenatori. Quando arrivano così tanti risultati, vuol dire che chi forma è davvero capace”.