Che cos’ha Jannik Sinner? Si tratta solo di un momento passeggero o si può parlare di crisi dopo le due finali perse contro Carlos Alcaraz, sia a Roma che a Parigi? Lo abbiamo chiesto all'ex leggenda del tennis Paolo Bertolucci, che ha analizzato il momento del nostro numero uno al mondo, la sconfitta a Halle contro Bublik e il suo calo sia fisico che mentale. Ma abbiamo parlato anche di Matteo Berrettini: il romano sarà o no a Wimbledon? Poi c'è l'incognita di Lorenzo Musetti, che purtroppo non ha potuto fare la preparazione sull'erba a causa di un infortunio che lo ha costretto a stare lontano dal campo. Ma forse la vera sentenza dell’ex Davisman arriva sul numero tre al mondo: Alexander Zverev. E lui che non si è mai ripreso dalla debacle degli Australian Open?

Paolo, Bublik è un avversario ostico, però, senza le due finali perse con Alcaraz, forse Sinner lo avrebbe battutp?
Il Bublik di adesso non è quello dell’anno scorso, non è il numero 50 o 60 del mondo. Il Bublik di adesso, sull’erba, vale top 10, senza discussione. E poi non dimentichiamoci che si gioca due su tre. Secondo me, Sinner era spento, scarico, aveva poca energia e non è riuscito ad accendersi. Si vedeva che andava a tre cilindri invece che a quattro. Si percepiva. Anche il fatto che Cahill stesse spesso in piedi, è perché sperava che questa macchina partisse, invece non è mai partita. Borbottava, ma non andava a velocità costante. Era anche poco lucido, ha sbagliato cinque o sei cose che di solito non sbaglia mai.
Uno degli ultimi errori è stato clamoroso: ha completamente aperto il campo sulla risposta di Bublik.
Sì, ha giocato dall’altra parte ma, al di là di quello, ha commesso una marea di errori. C’era lì un giocatore che invece quegli errori non li commetteva. Ma ieri è andata così. Era una partita in cui evidentemente non aveva recuperato, né fisicamente né mentalmente, da Parigi. Ha bisogno di più giorni per recuperare. Quindi, secondo me, è semplicemente una questione di recupero. Non ci vedo niente di così strano o clamoroso. Se saltiamo sulla sedia perché perde dopo un anno e passa contro Bublik sull’erba… Dobbiamo anche abituarci, ne arriveranno altre di sconfitte.
Ci ha abituato, forse, troppo bene?
Sicuramente troppo bene. Io ho visto Nadal perdere al primo turno a Wimbledon, contro quel giamaicano, Brown. Ho visto Djokovic prendere 6-3 6-3 da Sonego. Poi, ovviamente, se succede in uno Slam è tutto più importante, ma in un 500… Anche Federer qui l’ha vinto spesso, però l’ho visto perdere tre o quattro volte. Poi è andato a Wimbledon e ha vinto il torneo. Anche Alcaraz ha giocato male: alla fine ha vinto. Ma se ci fosse stato un giocatore del livello di Bublik, ad Alcaraz dava due set a zero.
E anche Bublik lo ha detto: “Il Sinner di ieri non era quello di Parigi”.
Ma quello l’hanno visto tutti. Se n’è accorto anche Sinner. Io non ci vedo niente di clamoroso. Bisogna capire che ci sono avversari che, in certe giornate, possono vincere contro i più forti, specialmente se questi non sono al 100%. Ci campano un anno vincendo contro il numero uno o due del mondo.
Che cosa ti aspetti da Sinner a Wimbledon?
Mi aspetto che recuperi mentalmente e fisicamente, di rivedere il solito Sinner. Non vedo perché dovrebbe aver perso la retta via. Una settimana fa ha giocato alla pari con Alcaraz, è stato un match stupendo. Non vedo perché a Wimbledon non debba essere altamente competitivo. Poi, certo, si può vincere o perdere.

Durante il podcast “La Telefonata”, dopo la sconfitta di Zverev contro Djokovic, te la sei presa con Sascha. Di recente lui ha detto che “merito rispetto, sono comunque il numero tre al mondo”. Forse ci aspettiamo un tennis superiore rispetto a quello che esprime?
Sì, si è salvato anche per miracolo contro Cobolli sull’erba. Ecco, lì si può dire che Zverev ha accusato la sconfitta dell’Australian Open. Da allora non si è più ripreso, non ha vinto nulla, ha perso tanti tornei di livello molto più basso e non ha risolto nulla. Quindi lì sì, possiamo parlare di un giocatore che ha accusato fortemente una sconfitta importante, e a distanza di sei mesi non si è ancora ripreso. Diamogli un attimo di tempo, vedremo. Però io sono fiducioso.
L’ultima cosa: Berrettini. Secondo te lo rivedremo a Wimbledon?
Me lo auguro. Però non lo so, non ci sono notizie. Mi hanno detto che è clinicamente guarito, però lui dice che sente ancora dolore, e questo fino a una settimana fa. Sono due mesi che non gioca. A Wimbledon, così, andrebbe al buio. Non so in che condizioni sia. Mi auguro che possa giocare, perché significherebbe che è guarito, e questa è la prima cosa. Però non credo che ci si possano aspettare cose fenomenali, proprio perché sono due mesi che non gioca. È un po’ lo stesso problema anche per Musetti, che è stato fermo per infortunio. Ora rientra, ma ancora non c’è una decisione definitiva sulla sua partecipazione. Peccato non abbiano potuto giocare un torneo preparatorio. L’importante è che la stagione è lunga, quindi è fondamentale rimettersi a posto fisicamente ed essere pronti per i prossimi impegni.