Algoritmi impazziti, gufi ancor di più. Dopo PSG-Inter i social sono esplosi. E se da una parte la consacrazione (definitiva?) dello “show dei gufi” ha raggiunto picchi inimmaginabili (gente che esultava per i gol parigini – istericamente e ovviamente ben a favore di telecamera – come se avesse segnato la propria squadra), gli anti-interisti più sottili, per sfottere i nerazzurri disintegrati, hanno riesumato post antichi (Fabrizio Biasin) o post ben più recenti ma totalmente fuori fuoco (Damiano Er Faina). Ok, oggi il post del nerazzurro Biasin, giornalista affidabile ed equilibrato, può suonare come una diabolica auto-gufata, ma Er Faina spara per colpire un ipotetico jackpot e finisce per far fuori uno in prima fila. Biasin nel lontano 29 maggio 2021, su X, dopo che il Chelsea aveva vinto la Champions League 1-0 in finale contro il favorito Manchester City, immaginava un dialogo fra sceicchi delusi (quello del PSG e quello del City, appunto). Dice, quello del City: “Ma non è che avremo fatto ‘na ca**ata con ‘sta storia del calcio?”. Ci stava, nel 2021, un post così. City e PSG da anni spendevano vagonate di euro, ma la coppa non arrivava mai. Il PSG la perse 1-0 col Bayern nella stagione 2019/20. Qualche mese dopo stessa sorte per il City col Chelsea. Nasceva da lì, da anni di investimenti faraonici e frustrazioni europee, il temerario post di un Biasin a cui oggi tocca ammirare un albo d’oro diverso, in cui City e PSG la coppa l’hanno conquistata. Entrambe contro l’Inter.
Er Faina, però, secondo noi lo ha nettamente superato. Perché il 14 gennaio 2025, anche lui su X, decide di puntare forte sulla quota matta che gli può garantire un bottino inatteso. Il PSG compra Khvicha Kvaratskhelia dal Napoli e lui cosa commenta? “1 anno buono e secondo qualcuno è un fenomeno. Grande operazione del Napoli che prende 80 milioni (un affare) per un giocatore che farà malissimo”.

Et voilà. Farà “malissimo”, Kvara. Ma sì, alla fine sono scommesse social. Scommesse in cui la reputazione (una strana forma di “credibilità”) te la giochi così. Se c’azzecchi sei un veggente, se sbagli crei comunque un traffico “virale” in virtù del quale il tuo account gode senz’altro più della tua faccia. Perché ironizzare su uno stato delle cose è un conto (Biasin), ma spararla, convinti, sperando che ti vada bene (Er Faina) è veramente “typical social”. La moltiplicazione dei podcast calcistici in stile talk/tavola rotonda ha peraltro moltiplicato i manifesti programmatici, i salti nel vuoto senza sotto alcun materasso. Prima dell’Inter che si squaglia a Monaco di Baviera era stato Lele Adani, sempre lirico e piacevole, a pagar dazio. La Juventus esonera Thiago Motta ed ecco che l’endorsement di inizio stagione firmato Adani invade i social, spesso contrappuntato dalle risate – montate ad arte – di Max Allegri. Così si pronunciava Adani commentando la notizia di Motta al timone della Juve: “Thiago Motta è il più grande acquisto che poteva fare la Juventus”. E poi spiegava di come l’elemento Motta potesse essere quello decisivo per innalzare le individualità in campo e renderle squadra. Tutte previsioni che hanno girato a lungo, poi oscurate da quelle del pre-PSG versus Inter. Da quella, ad esempio, di un auto-suggestionato Henrikh Mkhitaryan che viene recuperato con il suo ormai indimenticabile e infausto “ingiocabili”. Per non parlare dell’artistica gufata di Domenico Manfredi. Uno dei volti più giovani dei programmi calcistici di TeleLombardia si è infatti prodigato in un video-gufata visualizzatissimo in cui illustra le tre ragioni per cui l’Inter avrebbe vinto a mani basse la Champions League.

Manfredi definisce gli undici blu scesi in campo all’Allianz Arena di Monaco “il PSG peggiore degli ultimi 15 anni”, una squadra di “polli”, di “scappati di casa”. Frasi estreme per una gufata estrema, col rischio – ben calcolato – che tanti prendano il video come l’opinione senza costrutto (e paracadute) di un ciarlatano. Ma del resto prima vengono i numeri, costi quel che costi. Tipo quelli che alcuni tizi si guadagnano filmandosi mentre cucinano i popcorn e “dimenticano” volontariamente nella padella un pezzo di plastica che poi trionfa nella sezione commenti (l’ottanta percento dei commenti verte sul pezzo di plastica, un misero venti sui popcorn). Ma il web è terra vasta e in genere dimentica in fretta. Ci sarà tempo per spiegare, contestualizzare, rilanciare sperando, prima o poi, di azzeccarci. O per dire che si stava solo giocando. In fondo si tratta di parole, evanescenti. L’errore, forse, è pensare che un podcast o un canale Twitch di colpo ti possano qualificare come una voce infallibile.

