Carlos Alcaraz e Jannik Sinner? Due fuoriclasse assoluti, certo. Ma non ancora al livello dei mostri sacri. A dirlo è Richard Gasquet, che quei mostri li ha affrontati tutti, più e più volte. Intervistato da Rmc Sport, l’ex enfant prodige del tennis francese ha spiegato perché, secondo lui, Rafa Nadal, almeno sulla terra rossa, resta ancora un gradino sopra: “Nadal ha espresso un livello davvero pazzesco a Parigi e lo ha fatto per molti anni. Penso che Rafa fosse superiore a Jannik e Carlos sulla terra. Ho affrontato Sinner a 39 anni e non ho fatto una figuraccia, ma se avessi affrontato Rafa nelle stesse condizioni, avrei fatto fatica a vincere anche solo una partita”. L’idea è che il Nadal di Parigi fosse semplicemente irraggiungibile, anche rispetto ai migliori oggi in circolazione. Gasquet, per quanto possa sembrare brutale e consapevole di esporsi a critiche, è chiaro: oggi Sinner e Alcaraz dominano il tennis mondiale, ma il confronto con l’élite assoluta della generazione precedente resta aperto. E impari, almeno per ora. “Alcaraz e Sinner sono due giocatori incredibili e continueranno a migliorare, ma non sono ancora al livello di quei mostri”.

L’impressione è che, pur riconoscendone il talento, il francese voglia ridimensionare l’entusiasmo di chi già li paragona ai Fab Four. Ma è davvero così? Se si guarda al palmarès, il confronto sembra prematuro. Ma se si osservano le prestazioni degli ultimi mesi, è difficile negare che i due siano in corsa per riscrivere le gerarchie. Alcaraz ha appena vinto il Roland Garros dopo una finale incredibile proprio contro Sinner, e ha già tre Slam in bacheca a 21 anni. Jannik è numero uno al mondo, ha vinto l’Australian Open e ha mostrato una solidità mentale che nessuno gli riconosceva fino a un anno fa. Ma per Gasquet essere leggende significa altro? “Ho affrontato Nadal, Federer, Djokovic, e so cosa significa giocare contro leggende”.

Gasquet ha poi parlato del “complesso” sviluppato contro Nadal, che lo ha battuto 18 volte su 18: “Mi allenavo con lui ed eravamo 50-50. Anche quando era già mostruoso, sapevo di potercela fare. Ma poi è diventato impossibile. Scendevo in campo sempre meno convinto. Lui migliorava ogni anno. E a me restava solo un enorme rimpianto”. Un racconto che restituisce la misura di cosa significasse affrontare Rafa, soprattutto sul rosso. Ma comunque Alcaraz e Sinner hanno numeri, età e margini che suggeriscono un’ascesa. Nessuno sa ancora dove arriveranno. E se la generazione dei “mostri” ha scritto la storia, non è detto che loro non possano scriverne un altro capitolo.